Aprire con la pandemia
e resistere:Roma
la storia
di un ristoratore
All'Adnkronos ha raccontato di essere riuscito a «non tagliare nemmeno un posto di lavoro». Con una ricetta semplice: «Meno ore ciascuno, ma nessuno a casa». Tutto questo nonostante un crollo dei consumi evidente per colpa del coronavirus: «È davvero drammatico, lo percepiamo in pieno e ci sta costringendo a fare enormi sacrifici, ma siamo una squadra e così abbiamo ragionato insieme a tutti i nostri dipendenti e trovato una soluzione».
Aprire con la pandemia e resistere: la storia di "Piazza Istria" a Roma
Antonello D'Angelo sta portando avanti la tradizione del padre Andrea, fondatore nel 1964 dell'antica torrefazione Negresco: «Siamo andati avanti nonostante le proiezioni sui prossimi mesi siano scoraggianti, ce la stiamo mettendo tutta».
Giacon ha spiegato che «quando è esplosa la pandemia» lui e i soci fondatori erano ormai «a metà del guado». Cosa fare allora? «Abbiamo deciso di guardare avanti e abbiamo alzato le nostre saracinesche» nonostante l'inizio della diffusione del virus.
L’avvio è stato «difficilissimo, abbiamo fatto enormi sacrifici, aprendo mutui e non usufruendo di alcun bonus, perché l'attività è nata da poco. Però, grazie allo sforzo di tutte le maestranze, gli chef, i pasticcieri, i barman professionisti, per ora reggiamo».
Ora una possibilità concreta è rappresentata dalle feste di fine anno: «Siamo un progetto sano in un momento difficile e speriamo nei consumi del Natale, anche se i dati delle proiezioni non sono incoraggianti. Ma noi guardiamo già al vaccino». Ottimismo e sacrificio per non farsi sopraffare dal virus, psicologicamente ed economicamente. ITALIAATAVOLA
© Riproduzione riservata
Nessun commento:
Posta un commento