Vini dealcolati, per l'Onav sono «prodotti assolutamente insostenibili»
Il presidente nazionale Onav, Vito Intini, ha visitato Catania in occasione del primato della sezione locale, che nel 2025 conta oltre 500 iscritti, la più numerosa in Italia. La crescita riflette il successo del territorio e dell’organizzazione. Intini ha parlato di Etna, qualità del vino, crisi del settore e dealcolati: «Il problema è che si chiamano “vini”»
La nuova, recente visita del presidente nazionale Onav (Organizzazione nazionale assaggiatori di Vino) a Catania, Vito Intini, ha avuto, come sempre, carattere didattico oltre che istituzionale, con alcuni programmi da completare nel Corso di 2° Livello dei nuovi assaggiatori e per illustrare un po’ quelle che saranno le modalità dell’esame da superare per i numerosi corsisti. Ma questa volta la sua discesa in Sicilia è coincisa anche con un “brindisi” molto importante: Onav Catania, infatti, ha conquistato per il 2025 il primato delle iscrizioni in Italia, risultando la sezione più numerosa grazie ai suoi oltre 500 associati.
Numeri importanti, certamente, che sono frutto di un lavoro meticoloso e che parte da lontano, stimolato, organizzato e portato a compimento dal dinamico e instancabile delegato di Catania, Danilo Trapanotto, supportato da un Direttivo molto prezioso, composto da professionisti e appassionati altrettanto motivati, che lo coadiuvano nelle mille sfaccettature dell’organizzazione: dai nuovi corsi di formazione per gli associati alle tanto apprezzate cene regionali, dalle degustazioni dedicate ai più variegati vini e vitigni alle visite tecniche in cantina, fino alla partecipazione a importanti eventi di settore, anche nazionali e internazionali, come avvenuto ad esempio durante l’ultimo Vinitaly, che ha visto partire proprio dal capoluogo etneo una nutrita delegazione di iscritti, guidati da Trapanotto.
Intini: i vini dell'Etna sono grandi protagonisti
Così, la visita in città del presidente nazionale Vito Intini è stata anche un’occasione per una intervista, soffermandoci su alcuni aspetti attuali e fondamentali del mondo del vino, non solo siciliano.
Presidente Intini, in questi anni Onav Catania ha avuto una crescita esponenziale molto importante, che si inserisce in un contesto sempre più importante del mondo del vino…
Certamente, Onav Catania è oggi la prima sezione d’Italia e per numero di iscritti, dunque, la più rilevante. Ma anche per i tanti appuntamenti e le numerose attività che si organizzano qui. Se poi la paragoniamo al numero di abitanti ed al reddito pro capite, il dato è ancora più qualificante. Si tratta di una sezione, insomma, che ha una influenza ed un impatto importanti sul territorio, davvero notevoli.
Parlando di territorio, potremmo leggere questi dati anche alla luce dello sviluppo straordinario che hanno avuto e continuano ad avere i vini dell’Etna?
Sicuramente, i vini dell’Etna sono tra i grandi protagonisti dello scenario vitivinicolo nazionale e internazionale degli ultimi quindici, venti anni; sono cresciuti tantissimo dal punto di vista soprattutto qualitativo ed organolettico e mi fa piacere fare questo parallelismo anche con la crescita che abbiamo avuto e stiamo avendo noi sul territorio etneo, come organizzazione. L’Etna oggi è in una posizione privilegiata e strategica di produzione, in particolare se guardiamo ai cambiamenti climatici in corso. Resta un territorio in grande e perfetto progresso, in concomitanza con quello che è il progresso mondiale del vino. Per intenderci, ancora adesso grossi nomi internazionali di produttori e imprenditori enoici vengono qui per capire come si fanno vini di alta qualità a queste altitudini.
intini: la qulità è la parola d'ordine
Ferma restando, dunque, la positività di territori proprio come l’Etna, il vino più in generale oggi sta vivendo un periodo di crisi o, comunque, non proprio florido. È così?
Purtroppo, sì. In generale, il mondo del vino sta vivendo un momento di grave crisi, sia a livello di produzione che di immagine, anche spesso per gli attacchi della stampa. Di natura, io sono una persona positiva e sono convinto che vincerà il migliore, alla fine. Ma devo anche dire che mai come adesso si sono aggregati tanti fattori negativi, con immagini anche aggressive rispetto al mondo del vino. A cominciare dagli attacchi che riguardano il fronte del vino e della salute. Certamente, il bere consapevole e responsabilmente rimane una regola importante, sottoscritta e condivisa da Onav. Ma non si può distaccare il mondo del vino da quello della cultura, della storia, della stessa umanità. Beviamo vino da migliaia di anni e, se ancora lo produciamo e lo consumiamo, ci sarà un motivo.
Su cosa è bene puntare, allora, per vedere finalmente la luce?
Sull’alta qualità dei nostri vini italiani, certamente. La qualità è la parola d’ordine, l’unica luce e l’unica stella che ci deve spingere e guidare. Oggi è impossibile pensare a numeri più importanti di questi, nessuna strategia nuova dunque sulla quantità, ma sulla qualità. Questa deve essere la nostra prospettiva per i prossimi quindici anni. Dobbiamo anche educare nuovamente le classi sociali, a cominciare dai giovani, a familiarizzare col vino e a consumarlo responsabilmente e consapevolmente, perché fa parte della nostra vita da secoli.
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In merito ai vini de-alcolati, verso dove si sta dirigendo il settore enologico?
Noi siamo stati i primi a fare un’analisi profonda sui vini de-alcolati, siamo stati anche gli unici a uscire con documenti ufficiali, con un apposito comitato scientifico. Per noi, la vera difficoltà è che si chiamino “vini”. Meglio sarebbe stato chiamarle “bevande a base di uva”. Questo avrebbe diviso la realtà tra il vino vero, frutto di un determinato territorio, con la sua elaborazione, la sua storia, la sua cultura, la sua sostenibilità, rispetto a prodotti assolutamente insostenibili, che nulla hanno a che vedere con i concetti di verde, con le politiche green, che si producono a costi elevatissimi e che poi si devono trasformare in de-alcolati con tecniche non sostenibili.
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