lunedì 19 marzo 2018

Consumi e stili di vita La generazione Z detta modi e tempi

Consumi 

e stili di vita
La generazione Z 

detta modi 

e tempi


La rivoluzione sociale indotta in principal modo dagli smartphone ha toccato tanti settori del nostro vivere quotidiano, tra cui cibo e turismo. Ormai comandano i desideri della generazione Z, quella dei nativi digitali


“Solo” 10 anni fa, con l’avvento del primo smartphone, il modo di vivere di tutti è stato shakerato. Un oggetto leggero e tascabible ha innescato un moto rivoluzionario già al centro di approfonditi studi sociologici. Questa nuova èra non solo sta cambiando gli schemi fissi delle generazioni, riducendo la distanza temporale tra una e l’altra, ma ne definisce caratteristiche e attitudini. I Millennial, per intenderci, sono già dei “matusa”, utilizzando un termine a loro sconosciuto. Oggi è il momento della generazione Z, quella nata digitale. Plasma gli stili di vita sull’onda dell’esperienza, che però è divenuta social. Già codificata come “instagrammabile”, deve essere condivisibile. L’immagine si fa così sostanza e il rischio della “fake reality” è dietro l’angolo.

(Consumi e stili di vita La generazione Z detta modi e tempi)

Nel nostro Paese queste tendenze corrono molto, ma non raggiungono ancora il galoppo sfrenato. Per fortuna la nostra “antichità” e il legame atavico tra le generazioni - nonni-genitori-figli - ci fa muovere a buon ritmo e senza strafare. Siamo up to date, ma dotati di buon senso. Certo i cambiamenti sono tangibili; è sufficiente osservare la manualità e l’interazione di un bambino con la tecnologia digitale. Sul terreno della condivisione il raggio d’azione sembra comunque non avere confini. Pensiamo ai bike e car sharing, al fenomeno, tutto da regolamentare, rappresentato da airbnb, all’autostop che oggi si chiama blablacar, agli autobus low cost che ti portano ovunque.

E sul cibo, sul carrello della spesa, quali sono le tendenze in atto? L'Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy ha fatto il punto su comportamenti e abitudini di consumo degli under 35 e delle giovani famiglie, mettendo in evidenza che è l'arrivo dei figli a determinare il maggior impatto sia in termini di prodotti scelti sia di motivazioni all'acquisto. Le famiglie con bambini sotto i 7 anni si orientano verso prodotti privi di nutrienti come sale e zuccheri e ricchi di ferro, calcio e vitamine. In graduatoria anche quelli senza additivi, coloranti e conservanti. Una spesa attenta al vegetale, ma non rigorosamente ortodossa. Gli alimenti di origine animale tengono il passo. La responsabilità verso la crescita dei figli ha il suo peso.

Cambio di marcia mettendo a fuoco single e coppie senza figli sotto i 35 anni. Spendono più della media - a differenza delle coppie con figli - in prodotti per la cura personale. Un benessere inteso fuori e dentro il corpo. In primo piano prodotti segnalati come senza lattosio, senza allergeni, senza glutammato e gluten free. Una certa distrazione, rileva l’Osservatorio, abbraccia, al contrario, gli alimenti con in etichetta bio o senza ogm, oltre a quelli Igp, Dop, Doc. Uno scarto veniale, che desta però qualche stupore e su cui bisogna riflettere. A considerare il bicchiere mezzo pieno, si può anche ipotizzare che queste “etichette” abbiano raggiunto il loro obiettivo e siano state assorbite dal dna dei consumatori facendo evaporare quel minimo fisiologico di appeal.

Nel nuovo mondo a orientamento digitale anche l’e-commerce si sta diffondendo in Italia, dove ha raggiunto una spesa media di 595 euro pro capite nell’ultimo anno. Lo ha dichiarato il rapporto Digital 2018 divulgato in occasione della diffusione dei dati Istat sul commercio al dettaglio. Più di 2 italiani su tre (67%) hanno visitato un negozio on line, mentre più della metà (53%) ha acquistato un prodotto o un servizio in rete. In testa alla classifica dei desiderata, abbigliamento e prodotti di bellezza, seguiti da vacanze e viaggi. La realtà “instagrammabile” sta germogliando.
di Gabriele Ancona
vicedirettore

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