Ora i bar ricorrono al Tar:
«Abbiamo
il diritto
di lavorare»
L'associazione di baristi Bar Wars sta raccogliendo firme nel mondo dei locali pubblici. L'obiettivo è presentarsi al Tar e ricorrere contro il Dpcm che li condanna a non lavorare.
Bar Wars, che si definisce come una “legione” di imprenditori del mondo bar, formatasi a tutela di questo mercato durante il primo lockdown anti Covid 19, torna in campo, più agguerrita che mai. In questi mesi Bar Wars ha ingrossato le fila dei “guerrieri” offrendo gratuitamente formazione qualificata attraverso il blog www.barwars.it, fino ad aggregare ben oltre 1000 operatori.
Task force dei baristi in tribunale contro il Dpcm
Adesso la partita si è spostata nei tribunali con una raccolta firme per fare ricorso al Tar contro le nuove disposizioni di chiusura che potrebbero risultare fatali per molti esercizi già in difficoltà. I professionisti del settore, ma anche tutti coloro ai quali sta a cuore il servizio bar, così importante nella nostra cultura italiana, sono invitati a partecipare: https://www.barwars.it/ricorso-al-tar-bar-wars/, scaricando e firmando la procura agli avvocati di Bar Wars (in fondo alla pagina) per unirsi nella rivendicazione.
In Francia e in Germania ci sono già stati casi analoghi e hanno vinto i cittadini. In caso di vittoria, in Italia si eviteranno i coprifuoco per i bar e i ristoranti oltre il 24 novembre o che vengano ripetuti incondizionatamente nei prossimi mesi. Non ci sono dati che dimostrano che i locali sono responsabili dell'incremento dei contagi nonostante i distanziamenti e le misure di controllo. In compenso i dati economici parlano chiaro sulla rilevanza dell' attività di bar e indotto nel nostro Paese.
Rischia di scomparire un settore da 86 miliardi di fatturato
Nel 2019, secondo il rapporto Fipe-Federazione italiana dei pubblici esercizi aderente a Confcommercio, il giro d’affari degli esercizi pubblici, dei quali i bar erano 148mila, aveva raggiunto gli 86 miliardi di euro e il comparto era tra i pochi a poter vantare un fatturato in crescita. Le imprese di ristorazione in Italia erano 336mila, di cui quasi 1 su 3 gestita da donne e l’11,6% da cittadini stranieri. I due terzi dei bar si concentrano in sole sei regioni: Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lazio e Campania.
A guidare Bar Wars sono i due giovani imprenditori della Mixology Academy e dell'azienda di vendita online B2B Pro Bar, Ilias Contreas e Luca Malizia.
Un'iniziativa per rivendicare il diritto al lavoro
Contreas spiega la imminente iniziativa legale: «I fatturati persi con il lockdown come misura di contrasto al Covid 19 non verranno mai recuperati nella ristorazione. Molti imprenditori si sono indebitati pur di rispettare certe normative sulla sicurezza imposte nei mesi scorsi e hanno dovuto rinunciare a oltre il 50% dei propri coperti. Chi ha un locale è stato attaccato nel suo diritto al lavoro sancito dalla Costituzione, senza un reale motivo di emergenza per il Paese. Basta pensare che le rivendite dei prodotti monopolio dello Stato, tabacchi e gioco, possono continuare l'attività anche negli stessi locali dove un metro più in là ora è proibito vendere anche un bicchier d'acqua».
E ora? «Viene ordinato dall'oggi al domani di abbassare la serranda di nuovo, senza un vero motivo sanitario che lo giustifichi, ma solo per provare a coprire errori gravissimi commessi da altri e di cui già paghiamo le conseguenze. E la cosa che fa più male è che queste misure potrebbero essere del tutto inutili si fini pretestuosi con cui ce le propinano.Per questo che invece di scendere in piazza, abbiamo deciso di fare qualcosa di più efficace. Un ricorso al Tar contro il Dpcm e il coprifuoco incondizionato per bar, locali e ristoranti». iAT
I baristi ricorrono al Tar
Task force dei baristi in tribunale contro il Dpcm
Adesso la partita si è spostata nei tribunali con una raccolta firme per fare ricorso al Tar contro le nuove disposizioni di chiusura che potrebbero risultare fatali per molti esercizi già in difficoltà. I professionisti del settore, ma anche tutti coloro ai quali sta a cuore il servizio bar, così importante nella nostra cultura italiana, sono invitati a partecipare: https://www.barwars.it/ricorso-al-tar-bar-wars/, scaricando e firmando la procura agli avvocati di Bar Wars (in fondo alla pagina) per unirsi nella rivendicazione.
In Francia e in Germania ci sono già stati casi analoghi e hanno vinto i cittadini. In caso di vittoria, in Italia si eviteranno i coprifuoco per i bar e i ristoranti oltre il 24 novembre o che vengano ripetuti incondizionatamente nei prossimi mesi. Non ci sono dati che dimostrano che i locali sono responsabili dell'incremento dei contagi nonostante i distanziamenti e le misure di controllo. In compenso i dati economici parlano chiaro sulla rilevanza dell' attività di bar e indotto nel nostro Paese.
Rischia di scomparire un settore da 86 miliardi di fatturato
Nel 2019, secondo il rapporto Fipe-Federazione italiana dei pubblici esercizi aderente a Confcommercio, il giro d’affari degli esercizi pubblici, dei quali i bar erano 148mila, aveva raggiunto gli 86 miliardi di euro e il comparto era tra i pochi a poter vantare un fatturato in crescita. Le imprese di ristorazione in Italia erano 336mila, di cui quasi 1 su 3 gestita da donne e l’11,6% da cittadini stranieri. I due terzi dei bar si concentrano in sole sei regioni: Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lazio e Campania.
A guidare Bar Wars sono i due giovani imprenditori della Mixology Academy e dell'azienda di vendita online B2B Pro Bar, Ilias Contreas e Luca Malizia.
Un'iniziativa per rivendicare il diritto al lavoro
Contreas spiega la imminente iniziativa legale: «I fatturati persi con il lockdown come misura di contrasto al Covid 19 non verranno mai recuperati nella ristorazione. Molti imprenditori si sono indebitati pur di rispettare certe normative sulla sicurezza imposte nei mesi scorsi e hanno dovuto rinunciare a oltre il 50% dei propri coperti. Chi ha un locale è stato attaccato nel suo diritto al lavoro sancito dalla Costituzione, senza un reale motivo di emergenza per il Paese. Basta pensare che le rivendite dei prodotti monopolio dello Stato, tabacchi e gioco, possono continuare l'attività anche negli stessi locali dove un metro più in là ora è proibito vendere anche un bicchier d'acqua».
E ora? «Viene ordinato dall'oggi al domani di abbassare la serranda di nuovo, senza un vero motivo sanitario che lo giustifichi, ma solo per provare a coprire errori gravissimi commessi da altri e di cui già paghiamo le conseguenze. E la cosa che fa più male è che queste misure potrebbero essere del tutto inutili si fini pretestuosi con cui ce le propinano.Per questo che invece di scendere in piazza, abbiamo deciso di fare qualcosa di più efficace. Un ricorso al Tar contro il Dpcm e il coprifuoco incondizionato per bar, locali e ristoranti». iAT
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