lunedì 7 giugno 2021

L’alimentazione può aiutare a migliorare le capacità intellettive? (parte 1)

 L’alimentazione


può aiutare

 

a migliorare


le capacità


intellettive? (1)




Un progetto di ricerca dell’Unione Europea sta cercando di individuare quali sono i nutrienti specifici che possono influenzare lo sviluppo cerebrale e le

prestazioni di neonati, bambini e adolescenti



La dieta che ci fa diventare

 

più intelligenti 


Una delle cose più ambite dall’uomo, fin da tempo immemorabile, è quella di avere delle eccellenti doti mentali, quali sono l’intelligenza e la memoria, e le leggende ed i miti di tutti i popoli della terra nominano personaggi che erano eccezionalmente dotati in questo senso. Non solo, siamo a conoscenza di personaggi reali del passato e del presente particolarmente dotati in questo senso e li invidiamo e adoriamo.

Allora è chiaro che l’uomo è andato sempre alla ricerca di rimedi “miracolosi” che avrebbero potuto incrementare queste capacità in modo provvisorio o duraturo,


possibilmente senza compiere troppi sforzi. In questo articolo non tratto la questione dei farmaci, droghe e spezie, alla quale semmai dedicherò un altro pezzo, ma mi riserverò di trattare l’argomento “alimentare”, ovvero di vedere un po’ se, alla luce delle conoscenze scientifiche attuali, esistono degli alimenti per i quali si può dire che hanno una certa capacità di incrementare alcune funzioni mentali producendo effetti positivi e durevoli sui neuroni del cervello, responsabili delle nostre prestazioni intellettive.

Effettivamente, le ricerche sull’argomento abbondano, ma non sono molte quelle fatte in modo serio secondo tutti i canoni della scienza, poiché ci stanno dietro soprattutto interessi di tipo commerciale e con queste ricerche si vuole in un certo senso  “ingannare” le persone ingenue.


Mangiare bene


Ormai è chiaro, senza ombra di dubbio che nutrirci in modo adeguato è essenziale per la crescita, lo sviluppo e il benessere dell’organismo; ma mangiare bene è anche una delle strategie migliori per il buon funzionamento del nostro cervello, che richiede ogni giorno nutrienti proprio come i nostri muscoli, la nostra pelle e le nostre ossa; pur rinnovandosi solo al livello molecolare, si ricostruisce in continuazione e quando mangiamo forniamo i materiali affinché tutto ciò avvenga.

Ci sono alcuni nutrienti che possono incidere più di altri sulle funzioni del nostro cervello sull’abilità cognitiva, sulla memoria, l’apprendimento o le emozioni? Un progetto di ricerca dell’Unione Europea sta cercando di individuare quali sono i nutrienti specifici che possono influenzare lo sviluppo mentale e le prestazioni di neonati, bambini e adolescenti.

Ecco cosa ne dice la nutrizionista Elisabetta Bernardi, ricercatrice inclusa nel suddetto progetto: “Come le altre cellule dell’organismo, le cellule cerebrali utilizzano il glucosio come fonte di energia. Quest’energia deriva dagli alimenti che assumiamo; il cervello è affamato di energia perché pur rappresentando soltanto il 2% dell’organismo, divora ben il 20% dell’energia proveniente dagli alimenti. Oltre all’energia, divora anche nutrienti, come si sta studiando all’Università di Milano”.


Gli «alleati»


La nutrizione, nelle fasi precoci della vita, può incidere sulle abilità cognitive

successive. Per esempio, si ritiene che i folati, contenuti in grandi quantità in verdure, broccoli, agrumi e uova, debbano essere assunti già da quando si programma una gravidanza, perché si è osservato che quando le mamme li assumono i bambini hanno minori problemi comportamentali, migliori competenze sociali e una ridotta iperattività.

I folati sono importanti anche per gli adulti perché il loro consumo è legato a risultati migliori in test di memoria, nella velocità di risoluzione di problemi e nella fluidità verbale.

Altri nutrienti da tenere sotto controllo sono il ferro, la cui carenza in gravidanza modifica la struttura della cellula cerebrale, lo iodio, la cui carenza porta a ridotte capacità intellettive e potrebbe determinare delle anormalità irreversibili nello sviluppo cerebrale, e lo zinco, essenziale per il normale sviluppo cognitivo. Ferro e zinco sono presenti in una forma molto assimilabile nella carne, lo iodio nel sale iodato e nel pesce. Il pesce è però necessario in tutte le fasi della vita perché fornisce i preziosi Omega 3, grassi strutturali dei neuroni, essenziali per la trasmissione dell’informazioni tra le cellule cerebrali.

Vediamo cose ne dice anche il prof. Carlo Agostoni (Dipartimento di Scienze Cliniche e di Comunità, Università di Milano): “Il cervello del bambino ha una struttura che nell’ultimo trimestre della vita fetale si arricchisce molto di queste molecole come il

DHA che sono gli acidi grassi molto insaturi, che hanno una struttura fluida che

permette una migliore trasmissione dell’impulso nervoso, e nel caso del DHA,

soprattutto delle vie visive, ma anche al livello della corteccia prefrontale che è quella dedicata all’intelligenza vera e propria.”

Il DHA è talmente fondamentale nelle prime fasi di crescita che l’organismo fa di tutto perché sia presente nel latte materno, infatti se la mamma non consuma quantità sufficienti di alimenti che lo forniscono, per produrre un latte idoneo va a prenderlo nell’organo dove ce n’è di più, il cervello. La mamma rischia così una perdita di massa cerebrale fino al 3%, legata poi, sembra, all’insorgenza della depressione post-partum.

Il DHA contribuirà però a costruire nel bambino, membrane dei neuroni più fluide, più flessibili e cellule cerebrali in grado di comunicare più efficientemente l’una con l’altra perché diventa più facile il compito dei neurotrasmettitori. 


I «nemici» 


Se ci sono alimenti che fanno bene al cervello, ce ne sono altri deleteri per la funzione dei neuroni. Una dieta troppo ricca di grassi saturi, zuccheri e quindi ipercalorica, può danneggiare, attraverso i radicali liberi, le strutture cerebrali come le sinapsi e ridurre le funzioni cognitive. 


Ciò che è stato visto essere efficace per le funzioni del nostro cervello è uno stile di vita complessivamente sano come seguire la dieta mediterranea e fare del movimento con costanza. Ma, e lo devo ribadire, questi consigli funzionano solo se si mantiene una certa costanza e coerenza nell’applicarli e non si creda che mangiando non so che cosa si possa trasformare di colpo una persona dalle capacità medie, o sotto

la media, in un genio.

Da anni ormai si sa che le capacità intellettive sono qualcosa che in gran parte è innata nelle persone e sulle potenzialità innate si innestano fattori ambientali, quali possono essere un ambiente stimolante, una scolarizzazione di buona qualità, la motivazione al successo ed altri fattori personologici, come ho già più volte esposto in altri scritti. Non si creda che sia sufficiente farsi una grande scorpacciata di alimenti per la mente prima di affrontare un esame per superarlo. Il massimo che si può ottenere è una poco sana indigestione.      

(1, CONTINUA)                                                      

 

Denis Stefan

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