Stop al regime di proroga delle concessioni balneari, come stabilito dalla sentenza del Consiglio di Stato del 20 ottobre scorso. Dal 1° gennaio 2024 le concessioni balneari dovranno quindi essere messe a gara. Questo ha deciso oggi il Governo durante il Consiglio, ad un certo punto sospeso per trovare un accordo definitivo fra i partiti della maggioranza, su richiesta del ministro del Turismo Massimo Garavaglia. Il bando scatterebbe quindi dal 2024 e per ottenere la concessione bisognerà fare degli investimenti per migliorare la qualità dei servizi, ma anche degli interventi ad hoc contro il “caro-ombrelloni”, con prezzi più equi a vantaggio dei consumatori. La norma dovrebbe prevedere anche delle misure “paracadute” per i proprietari di piccoli lidi balneari e per chi ha mutui da sostenere per investimenti fatti di recente nel settore. Le concessioni finora erano state più volte prorogate per legge (la precedente, faceva infatti scattare il nuovo bando nel 2033), ma il pressing dell’Unione europea non si è mai interrotto e l'Europa ha mantenuto sempre il fiato sul collo degli Stati, in particolare l'Italia, perchè si adeguassero alla normativa sulle liberalizzazioni. Gli obiettivi della delega per il riordino delle concessioni balneari sono quelli di assicurare un utilizzo più sostenibile del demanio marittimo, di favorirne la pubblica fruizione e di promuovere un maggiore concorrenza sulle concessioni balneari.
Frenare il rincaro dei prezzi degli ombrelloni e migliorare il servizio
Il testo varato dal Consiglio dei ministri prevede una norma ad hoc secondo la quale per avere la concessione sarà necessario dimostrare di migliorare il servizio, con l’intento di aiutare gli investimenti, stimolarli e tutelare chi li ha fatti. Una specifica salvaguardia, poi, dovrebbe essere riservata agli «interessi legittimi» dei proprietari dei piccoli stabilimenti. L’idea del Consiglio dei ministri è quella di tutelare i consumatori (oltre che il turismo estivo).
Investimenti programmati e dichiarati
Una novità sostanziale riguarda anche l'inserimento nel testo di un vincolo preciso per tutti coloro parteciperanno alle gare: gli investimenti dovranno essere programmati e dichiarati, specificando, nel dettaglio, come si intende migliorare il servizio offerto ai clienti ma anche come il modo in cui si vuole remunerare l’investimento, cioè quali saranno le tariffe di ciascuna offerta. Con questa proposta il Governo intende raggiungere lo scopo di tutelare gli interessi dei piccoli proprietari di stabilimenti balneari, evitando quelle procedure che spesso portano vantaggi ai grandi gruppi.
Un emedamento alla ddl sulla concorrenza e un disegno di legge con delega al Governo
Il provvedimento sulle concessioni che si compone di due parti
- Da un lato c'è un emendamento al ddl sulla concorrenza già incardinato in Parlamento, con norme applicabili in seguito all'approvazione definitiva, che prevedono che le concessioni attuali, comprese quelle in proroga, continuino a essere efficaci fino al 31 dicembre 2023 e stabiliscono che dal 1 gennaio 2024 le concessione saranno assegnate tramite gara (le concessioni assegnate con procedure concorsuali a evidenza pubblica proseguono fino alla naturale scadenza).
- Dall'altro lato c'è un disegno di legge che prevede una delega al Governo per l'adozione, entro sei mesi, di uno o più decreti legislativi per semplificare la disciplina sulle concessioni demaniali per finalità turistico-ricreative.
Le nuove regole per l'affidamento delle concessioni balneari prevedranno il "divieto espresso di proroghe e rinnovi anche non automatici". Così almeno è quanto si legge nella norma dell'emendamento che riforma le concessioni per le spiagge. Andrà stabilita invece una "durata della concessione per un periodo non superiore a quanto necessario per garantire al concessionario l'ammortamento e l'equa remunerazione degli investimenti autorizzati dall'ente concedente in sede di assegnazione della concessione e comunque da determinarsi in ragione dell'entità e della rilevanza economica delle opere da realizzare".
C'è anche la "definizione di criteri uniformi per la quantificazione dell'indennizzo da riconoscere al concessionario uscente, posto a carico del concessionario subentrante, in ragione del mancato ammortamento degli investimenti realizzati nel corso del rapporto concessorio e autorizzati dall'ente concedente e della perdita dell'avviamento connesso ad attività commerciali o di interesse turistico" tra le indicazioni previste nella bozza dell'emendamento al ddl concorrenza sul tavolo del Cdm. Nell'emendamento del governo per la delega con il riordino del settore sul tavolo del Consiglio dei ministri tra i criteri per i bandi di gara per le concessioni balneari c'è anche l"adeguata considerazione, ai fini della scelta del concessionario, della qualità e delle condizioni del servizio offerto agli utenti, alla luce del programma di interventi indicati dall'offerente per migliorare l'accessibilità e la fruibilità del demanio, anche da parte dei soggetti con disabilità, e della idoneità di tali interventi ad assicurare il minimo impatto sul paesaggio, sull'ambiente e sull'ecosistema, con preferenza del programma di interventi che preveda attrezzature non fisse e completamente amovibili".
Tra le indicazioni previste nell'emendamento al ddl concorrenza sul tavolo del Cdm c'è anche la "definizione di una quota del canone annuo concessorio da riservare all'ente concedente e da destinare a interventi di difesa delle coste e di miglioramento della fruibilità delle aree demaniali libere". Prevista anche la "definizione di di criteri uniformi per la quantificazione di canoni annui concessori che tengano conto del pregio naturale e dell'effettiva redditività delle aree demaniali da affidare in concessione, nonché dell'utilizzo di tali aree per attività sportive, ricreative e legate alle tradizioni locali, svolte in forma singola o associata senza scopo di lucro, ovvero per finalità di interesse pubblico".
Si dovrà poi assicurare il minimo impatto sul paesaggio, sull’ambiente e sull’ecosistema. Attenzione speciale anche per coste e spiagge libere a cui sarà destinata una quota del canone annuo concessorio. Tra i criteri per la scelta del concessionario ci sono l’esperienza tecnica e professionale già acquisita, comunque tale da non precludere l’accesso al settore di nuovi operatori, i soggetti che, nei cinque anni antecedenti l’avvio della procedura, hanno utilizzato la concessione come prevalente fonte di reddito per sé e per il proprio nucleo familiare, la previsione di clausole sociali per promuovere la stabilità occupazionale del personale impiegato dal concessionario uscente.
Balneari e concessioni, di mezzo c'è l'Europa
La vicenda si trascina da almeno 15 anni e l'ultima scossa l'ha data la sentenza del Consiglio di Stato che a fine novembre ha annullato la proroga al 2033 delle concessioni balneari e imposto le gare entro due anni. È solo l’ultimo atto – finora - di un valzer di interventi politici, amministrativi, normativi, giudiziari che partono dalla famigerata diretta europea Bolkenstein del 2006, secondo la quale le concessioni balneari devono essere messe a gara. Anche questo comparto, dice in soldoni la Ue, deve reggersi sui principi della concorrenza, del libero mercato e della libera circolazione dei servizi all’interno del mercato europeo. Gli stabilimenti balneari devono essere messi a gara e affidati a chi offre di più in termini di servizi alla clientela e remunerazione al concessionario. iAT
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