giovedì 1 maggio 2025

Cibo: 8 italiani su 10 chiedono trasparenza

 

Cibo: 8 italiani su 10 chiedono trasparenza e sostenibilità

alle aziende alimentari

Gli italiani guardano oltre il prodotto: vogliono sapere da dove arriva, quanto impatta sull'ambiente, se è sano davvero e se dietro c'è un’azienda che rispetta persone, territorio e responsabilità sociale


Otto italiani su dieci sono convinti che le scelte delle aziende del comparto alimentare abbiano un impatto concreto sulla loro vita. E oggi, più che mai, pretendono trasparenzarispetto per l'ambiente attenzione alla saluteIn cima alle richieste ci sono la sicurezza alimentare (77,5%), la lotta all'inquinamento (73,1%), la tutela della biodiversità (72,6%) e il rispetto verso consumatori e clienti (75,1%). Insomma: meno sloganpiù fatti. Sono questi i dati che emergono dalla ricerca “Post-Invasion” 2024/2025 realizzata da Omnicom PR Group, che ha analizzato la reputazione del comparto agroalimentare all'interno di uno studio più ampio su otto settori chiave dell'economia italiana, raccogliendo l'opinione di oltre 2mila consumatori.

Cibo: 8 italiani su 10 chiedono trasparenza e sostenibilità alle aziende alimentari

Cibo e responsabilità: gli italiani alzano l’asticella per le aziende alimentari

Il dato forse più indicativo è che proprio le tre aree considerate più importanti - la cura dell'ambiente, l'offerta di prodotti e servizi a maggior valore e un impatto positivo sulla società - sono anche quelle che mostrano il maggiore divario tra aspettative e soddisfazione reale. Segno che le promesse non bastano più e i cittadini si aspettano un impegno tangibile.

L'alimentare è il settore più rilevante nella vita degli italiani

A confermare la rilevanza del compartoanche da un punto di vista economico, interviene Paola Chiasserini, vicepresidente Food&Nutrition Industry Lead di Omnicom PR Group: «L'alimentare è ritenuto il settore più rilevante nella vita degli italiani. Una rilevanza che emerge anche da recenti documenti del Crea, nei quali si conferma che l'agroalimentare nel suo complesso - agricoltura, industria alimentare e delle bevande, intermediazione, distribuzione all'ingrosso e al dettaglio e ristorazione - è un settore cardine della nostra economia, con un fatturato pari a circa il 15% del fatturato globale dell'economia nazionale. Dalla nostra ricerca si profila chiaramente un consumatore che continua ad orientare le proprie scelte in maniera sempre più consapevole su prodotti e aziende che dimostrano impegnoconcretezza e responsabilità ambientalesociale e culturale, lungo tutta la catena di approvvigionamento».


Il tema della trasparenza, come detto, è centraleI consumatori vogliono sapere di piùe con chiarezzasu cosa stanno acquistando: chiedono etichette comprensibili, garanzie sulla tracciabilità, attenzione agli aspetti nutrizionali, ma anche ai claim ambientali e al benessere animale. Si tratta di segnali evidenti di una consapevolezza crescente che spinge le aziende ad adeguarsi, migliorando l'informazione per permettere scelte davvero informate.

Tra l'altrol'indagine mette in evidenza una differenza significativa tra il pubblico generalista e i consumatori esperti. Questi ultimi mostrano una maggiore propensione alla ricerca di informazioni (79% rispetto al 66% della popolazione generale) e alla condivisione di opinioni su prodotti e servizi (66% contro 48%). Allo stesso tempo, pur confermando la centralità dei driver legati alla sostenibilità ambientale e al valore dell'offerta, esprimono giudizi mediamente più positivi sull'esperienza concreta, riducendo i gap tra aspettative e realtà. Anche in questo caso il messaggio sembra chiaro: informare meglio aiuta a migliorare la percezione, oltre che la reputazione.

«Una conferma che la comunicazione, diffondendo conoscenza e approfondimento delle azioni che le aziende fanno, del loro impegno concreto e dei risultati raggiunti, può aiutare a ridurre i gap e quindi lavorare in senso favorevole sulla reputazione aziendale» conclude Chiasserini. Infine, un altro elemento interessante riguarda i risultati delle misurazioni neurometriche condotte su stimoli e contenuti diffusi da aziende leader del settore. Questi test, che analizzano il cosiddetto “non dichiarato”, restituiscono segnali positivi in termini di vicinanza valorialeinteresseapprezzamento e ottimismo. Dati che confermano ancora una volta la centralità dell'alimentare nella vita delle persone e nella costruzione di un futuro in cui le scelte di consumo avranno un impatto sempre più rilevante non solo sul mercato, ma sulla società nel suo insieme.


«Una conferma che la comunicazione, diffondendo conoscenza e approfondimento delle azioni che le aziende fanno, del loro impegno concreto e dei risultati raggiunti, può aiutare a ridurre i gap e quindi lavorare in senso favorevole sulla reputazione aziendale» conclude Chiasserini. Infine, un altro elemento interessante riguarda i risultati delle misurazioni neurometriche condotte su stimoli e contenuti diffusi da aziende leader del settore. Questi test, che analizzano il cosiddetto “non dichiarato”, restituiscono segnali positivi in termini di vicinanza valorialeinteresseapprezzamento e ottimismo. Dati che confermano ancora una volta la centralità dell'alimentare nella vita delle persone e nella costruzione di un futuro in cui le scelte di consumo avranno un impatto sempre più rilevante non solo sul mercato, ma sulla società nel suo insieme.

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