Alla corte del Palazzo Venart si accede attraversando l’antico portone in ferro battuto; all’interno di questo prestigioso albergo a 5 stelle lusso, si trova il Glam, uno dei molti ristoranti sotto la felice egida di Enrico Bartolini. La vera bellezza di questa elegante struttura, al di là di un’allure di grande stile, sono le persone che ci lavorano, le quali sembrano prima assorbirne e poi rifletterne la magia. Affreschi, marmi, pareti damascate, sontuosi lampadari e soffitti infiniti dove il cielo è opera di abili artisti del settecento veneziano.
Del luogo colpisce immediatamente la silenziosa operosità che si muove per non far mancar nulla alla lista dei desideri degli ospiti.La saletta che accoglie i 25 posti del ristorante si affaccia sulla corte, illuminata dalla luce naturale che accarezza tovaglie e velluti per tutta la sua lunghezza, come in un vero jardin d’ hiver.
Così come il maitre, Danilo Bernardi, appare un coreografo, Donato Ascani sembra uno chef compositore. Le loro esperienze si sono quasi fuse, tanto che da anni ormai si interfacciano e si confrontano creando quella rara armonia che nasce da un’idea condivisa che arriva nella sua massima espressione all’ospite, felice fruitore finale.
Oltre ai piatti della carta, le proposte si dividono tra il menu Bartolini con piatti “signature” del patron e un menu degustazione “ispirato” con 8 portate dove l’executive chef si esprime senza barriere assecondando esigenze e desideri dei commensali.
Per chi ama il cibo e l’arte culinaria le 8 proposte sono l’avventura perfetta. Un viaggio che seduce fin dal primo passo con una selezione di antipasti di diverse consistenze e sapori, “one shot” di pesce o carne in assiette con erbe o spezie, semi tostati e salse. La lingua punge e il palato si espande per cogliere ogni stimolo, la masticazione rallenta con la croccantezza e poi impasta e definisce la sintesi del boccone, traducendo impressioni che i sensi rimandano al cervello rimbalzando nella memoria. Genera desiderio la coppa di champagne, mentre si prosegue nella freschezza di una zucchina tonda croccante che al suo interno racchiude i segreti di un frutto appena colto. La crema dolce con emulsione di alici e nocciola è un gioco di dolcezza e sapidità cremosa e croccante, così come la patata soffice con granseola e finger lime, preludio al piacere selvaggio dei bigoli con anguilla affumicata.
Il gusto del cibo viene abbinato a perfetti abbinamenti al calice come per il risotto alle rape rosse con crema al gorgonzola, servito con il Furore di Marisa Cuomo. Razza piemontese per la carne; foie gras e melanzane alla brace e una convincente venezianità lagunare nelle consistenze della seppia al mirto, cui segue la sensualità autunnale del fungo porcino, con alloro e rognoncino. La dolcezza della crema bruciata ci riporta alla consapevolezza che l’ avventura gourmand volge al termine, segnando un’ esperienza che ci accompagnerà per tutto il tempo necessario a replicarla un’altra volta ancora.
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