La tormentata
vendemmia 2017
15 milioni di ettolitri
in meno del 2016
Un aprile di gelate, una primavera di caldo estremo ed insolito prima dei due mesi centrali d’estate (luglio e agosto) di siccità storica. Quindi qualche pioggia, ma torrenziale e con grandinate improvvise. Questo ha causato la perdita di 15 milioni di hl di vino rispetto all’anno scorso, secondo peggior dato del dopoguerra.
Il 2017 passerà alla storia come una delle annate più complicate per l’agricoltura - vino compresonaturalmente - e rappresenterà un precedente molto utile per il futuro perché ci sono stati casi dove un’oculata e innovativa gestione delle vigne e delle (poche) risorse idriche ha consentito di limitare i danni.Secondo i rilevamenti di Assoneologi utte le regioni italiane hanno, infatti, fatto registrare consistenti decrementi produttivi con punte medie anche del 45% in Toscana, Lazio, Umbria e Sardegna. Con 38,9 milioni di ettolitri il 2017 si colloca al secondo posto tra le vendemmie più scarse dal dopoguerra ad oggi, superata solo da quella del 1947 (36,4 milioni di Hl). Purtroppo, il perdurare della siccità e delle alte temperature al Centro-Sud, aggravato anche dalla grande carenza di riserve di acqua nei terreni, si è protratto anche per lunga parte del mese di settembre causando un’ulteriore perdita di peso dei grappoli, che ha fatto scendere la produzione di questa campagna sotto i 40 milioni di ettolitri.
Solo in alcune aree c’è stato un lieve miglioramento grazie alle precipitazioni del mese di settembre, che hanno contribuito a migliorare più i livelli qualitativi che quelli quantitativi. Qualità eterogenea in tutt'Italia. Le uve, da un punto di vista sanitario, sono state conferite alle cantine perfettamente sane, ma con differenti maturazioni anche all’interno di uno stesso vigneto e, spesso, con grappoli molto disidratati. La qualità, pertanto, risulta quest’anno alquanto eterogenea, complessivamente abbastanza buona, ma con diverse varianti che evidenziano punte di ottimi livelli qualitativi e altre, dove il clima si è particolarmente accanito, di livello inferiore.
Il riassunto dei dati regione per regione con le variazioni rispetto al 2016
Regione
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Ettolitri produzione 2016 dati Istat
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Media ettolitri previsti 2017*
|
± % prevista rispetto 2016
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± ettolitri previsti rispetto 2016
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Piemonte
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2.549.000
|
1.910.000
|
-25%
|
-639.000
|
Lombardia
|
1.473.000
|
960.000
|
-35%
|
-513.000
|
Trentino Alto Adige
|
1.213.000
|
1.030.000
|
-15%
|
-183.000
|
Veneto
|
10.145.000
|
8.110.000
|
-20%
|
-2.035.000
|
Friuli Venezia Giulia
|
1.856.000
|
1.480.000
|
-20%
|
-376.000
|
Emilia Romagna
|
7.857.000
|
5.890.000
|
-25%
|
-1.967.000
|
Toscana
|
3.025.000
|
1.660.000
|
-45%
|
-1.365.000
|
Marche
|
956.000
|
670.000
|
-30%
|
-286.000
|
Lazio Umbria
|
2.284.000
|
1.250.000
|
-45%
|
-1034.000
|
Abruzzo
|
3.948.000
|
2.760.000
|
-30%
|
-1.188.000
|
Campania
|
1.286.000
|
1.030.000
|
-20%
|
-256.000
|
Puglia
|
9.636.000
|
6.740.000
|
-30%
|
-2.896.000
|
Sicilia
|
6.042.000
|
4.230.000
|
-30%
|
-1.812.000
|
Sardegna
|
804.000
|
440.000
|
-45%
|
-364.000
|
Altre**
|
1.064.000
|
740.000
|
-30%
|
-324.000
|
Totale
|
54.138.000
|
38.900.000
|
-28%
|
-15.238.000
|
* In colonna sono indicate le medie produttive arrotondate e ipotizzate per ogni regione
** Valle d'Aosta, Liguria, Molise, Basilicata, Calabria
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