È tempo di...
Christmas beer
L’inverno si scalda
con note speziate
Che le chiamiate Winter warmer, Kerstbier, Christmas beer o con uno dei nuovi appellativi che di tanto in tanto vengono coniati nel bizzarro mondo birrario, lo stile delle birre di Natale è sempre lo stesso. Ma con le sue numerose sfaccettature. È difficile trovare la stessa produzione da parte di un birrificio artigianale.
Se andiamo a ritroso di secoli possiamo ritrovare le tracce di una bevanda fermentata con mele arrostite, noce moscata, zenzero, miele o zucchero, e dal persistente cappello di schiuma. Ma questa era soltanto la forma “primitiva” di ciò che sono oggi. Cambiano di anno in anno, seppur mantenendo la medesima tradizione che le ha originate, anche fuori dai confini del Paese d’origine. Non sono certamente una trovata recente, basti pensare che nel nord Europa, soprattutto nel Belgio di fine ‘800, facevano parte di una produzione tipicissima nonché del consumo familiare; venivano prodotte in estate e commercializzate nei primi giorni d’inverno, durante i quali prendevano vita anche le fiere e i mercati di Natale tipici dell’Europa centro-settentrionale.In principio venivano prodotte come aiuto per convivere con i freddi e lunghi inverni del nord e per scaldare gli animi durante le festività natalizie. Con la loro elevata gradazione alcolica (dai 7 ai 10 gradi, ma anche più) le rigide temperature diventavano più miti (o meno glaciali) e già allora i belgi dimostravano di saperci fare caratterizzandole con una generosa e profumata speziatura a cui aggiungevano ginepro, miele, zenzero, coriandolo, cannella, frutta.
È in Italia che arrivarono solo successivamente, ma la tradizione si era ormai diffusa in maniera importante e la ricetta che subisce piccole variazioni di anno in anno le rende “vintage”, nonché ancor più affascinanti e intriganti. Seppur non collegate ad uno stile ben preciso, eccetto quello delle Strong Ale fortemente aromatizzate che spesso ricorre, le birre natalizie italiane mantengono un forte legame con il legno. Infatti, pare che i birrai italiani abbiano creato un loro stile riconoscibile, come per le Iga (Italian grape ale), contraddistinto da maturazioni in botti differenti, più o meno lunghe, con evoluzioni molto personali e con l’uso di spezie locali.
Insomma, saremo anche lontani dalla varietà del Belgio con il suo Festival delle birre di Natale di Essen con più di 200 diverse etichette, ma c’è comunque da divertirsi. Specialmente con gli abbinamenti: panettoni con crema pasticcera, formaggi a pasta molle, erborinati o aromatici, dolci a base di cioccolato fondente. Il bello di queste birre è che sono declinabili in diversi abbinamenti: oltre alle specialità dolciarie di cui l’Italia è colma, anche ai piatti agrodolci tipici della tradizione nordica, carni di cervo, capriolo e cinghiale, dalle lunghe cotture, con varianti che prevedono salse a base di frutti di bosco come è uso nella cucina di quelle zone.
Tra non molto le birre di Natale saranno pronte a riscaldare il nostro inverno. Ecco alcune proposte tra le italiane.
Nöel - Baladin
Per festeggiare il Natale Teo Musso ha creato la Nöel Liquirizia. Come da tradizione nasce a fine estate per darle il tempo di fermentare con calma e affinarsi in bottiglia. Ora è quasi pronta e la bevuta sarà corposa e aromatica. Protagonista è la radice di liquirizia, sia al naso che all’assaggio, corredata da aromi agrumati grazie all’infusione a freddo di luppolo, e ancora frutta secca, biscotto, cioccolato, carruba. Scura, alcol 9%, perfetta con i dolci natalizi.
Sparrow Pit Yule - Birrificio Italiano
Prodotta già durante le scorse festività, il 2017 la vede replicata a grande richiesta ma con spezie in maggior quantità e la comparsa anche di cacao. Questa birra rappresenta l’evoluzione “natalizia” di Sparrow Pit, l’american barley wine da 10 gradi alcolici, che vede l’aggiunta di una miscela di spezie invernali: buccia di arancia amara, coriandolo, grani del paradiso, anice stellato. Una bevuta complessa e appagante, persistente a cui dedicare del tempo, come del resto vale per le birre del Birrificio Italiano.
I Hop(e) is Noel - Hibu
È una Strong Amber Ale di 9 gradi prodotta con nove luppoli e due fermentazioni separate. Da una parte luppoli europei, dall’altra il resto del mondo. Perfetta a fine pasto insieme al dessert, così da creare quel godurioso tepore che serve durante una serata invernale. “I Hop(e) is Noel” fa parte delle Speciali, ossia create per momenti importanti come ad esempio la Pasqua (vedi la “J.I.B. Jesus is Back”). L’etichetta è disegnata da Giuseppe Ferrario. Non vi deluderà.
A Renna Glüh - LoverBeer
Fruttata e vinosa dal bouquet speziato che fa subito atmosfera natalizia. Tipico stile di questo birrificio con il produttore Valter che crea una birra con mosto di vino, cannella, chiodi di garofano, anice stellato, arancia dolce. Di più, la si può bere ad una temperatura intorno ai 10 gradi, dove spiccano le note fruttate di lampone, ribes e frutti bosco, o come fosse un vin brulé, intorno ai 70 gradi, con le nuance tipiche dolci-acide e le spezie che si accentuano. Più che una birra.
Christmas Cru - Almond ‘22
Stretto legame con il territorio, come Jurij ama fare, per questa birra speciale che vede impiegato il lievito autoctono di uve Montepulciano d’Abruzzo. La Christmas Cru, dal colore ambrato con riflessi rubino e dalle note vinose, offre a chi la stappa una grande complessità organolettica e una voglia immediata del secondo sorso. Contraddistinta dall’utilizzo di miele, coriandolo e zenzero, spazia dal biscotto alla frutta candita in armonia con la gradazione alcolica copiosa.
Italiaatavola
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