Ritrovare la mediterraneità
nell’ulivo. Successo
per il Festival
dell’oliva da tavola
La manifestazione “La più Bella sei tu”, primo festival nazionale dell’oliva da tavola, svoltasi la scorsa settimana a Cerignola (Fg) ha reso omaggio alla genitrice dell’olio. Focus sull’Oliva Bella della Daunia Dop.
Atena, chiamata a cimento da Zeus, colpì il suolo con il suo magico giavellotto e ne sortì l’ulivo. Albero sacro l’ulivo. Sacro, e non può essere un caso, ai tre monoteismi. Ulivo è genitore generoso di prole prodigiosa: l’oliva. Dal succo di oliva, l’olio. Olio elemento sommo del Mediterraneo, di cui connota paesaggio e stile di vita. Nello stile di vita, ovviamente, le abitudini alimentari. L’olio extravergine di oliva a base della Dieta mediterranea, patrimonio dell’Umanità.Uliveti che conferiscono colore ceruleo, tessuto vibrante tra mare né vicino e né lontano e cielo splendente, alla Daunia. La Daunia è territorio vocato da sempre all’olivicoltura. Dal fruttato intenso, in prevalenza, i suoi pregiati oli. Di olio se ne fa un gran parlare, vi è attenzione mediatica, ed è bene che sia così.
Interpretazioni, e quindi declinazioni anche originali sull’utilizzo in cucina, oltre che sulla mensa, dell’Oliva Bella della Daunia Dop. Arguta la progettualità ed anche la realizzazione, tenendo ben a mente che comunque si trattava della prima edizione, di questa manifestazione. Diamo merito volentieri alle organizzatrici Ester Fracasso e Maria Pia Liguori, da Danila Paradiso coadiuvate validamente, per quanto posto in essere.
L’economia di questo vasto lembo del settentrione di Puglia, la Capitanata, si connota per la prevalenza del settore primario e, nell’ambito di esso, dell’olivicoltura. Grande storia anche per il grano, grande storia anche per la vite. Insomma, la trinità terrestre che suggella e mostra al resto del mondo l’essenza stessa della mediterraneità. Facciamo caso a come dai tre elementi suddetti (grano, olivo, vite) sortiscano le “conserve storiche”: pane, olio, vino.
In linea con i tempi, nel prodigioso cammino dell’umanità, l’economia agricola diviene agroindustriale e, faccenda dell’oggi, la digital society ci mette di suo a ché si possa parlare adesso di agroindustria 4.0. Tutto ciò ha contribuito ad un benessere la cui espressione tangibile quanto poco calda viene aridamente misurata mediante il cosiddetto Pil. Il settore agroindustriale di Capitanata, anche grazie all’apporto ancora non vistoso ma già influente della digital economy, è in buona salute.
Va bene. E cosa ne è di quell’altro indicatore che si chiama Piq? Il Piq è, raccontiamola così, l’indicatore della Qualità della Vita. Necessita di base abbiente ma, attenzione, questa base abbiente, grazie alla quale i bisogni primari sono soddisfatti, è condizione necessaria ma non sufficiente. La Qualità della Vita è anche la serenità e l’armonia del tessuto sociale, è la visione di un domani migliore di ieri, è l’anelito al miglioramento continuo, è la voglia intensa di conoscere il proprio passato, di non dimenticare le proprie radici, di credere e realizzare la formazione continua.
Ecco il dono prezioso che “La più Bella sei tu” ha elargito alla Capitanata. Momenti meditativi, vivacissimi ed a tratti ludici, mediante i quali riscoprire lo spessore della propria terra e della propria storia. Il pregio grande di lasciare intendere che grazie all’albero sacro, grazie a genitore ulivo, a figlia oliva ed a nipote olio, se si vuole, se si sa cantare in coro, se si ha “vision”, allora davvero si gode appieno di quel dono, evidentemente da meritare, reso possibile dal vivere in Mediterraneo.
Ed è bello così. Della seconda edizione, autunno 2018, ci si pone in attesa.
di Vincenzo D’Antonio
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