mercoledì 4 giugno 2014

AL 69. CONGRESSO ASSOENOLOGI

L’EXPO DI MILANO 
E L’EFFETTO “WOW!”

La necessità di sostenere la candidatura milanese dell’esposizione universale è all’origine
del patto bipartisan tra D’Alema e Moratti per il sostegno del made in Italy, che oggi continua grazie all’esperienza che li accomuna come produttori di vino. E secondo Oscar Farinetti la manifestazione milanese deve offrire l’occasione per portare i visitatori in ogni cantina della penisola. Alcuni approfondimenti dal secondo talk show del 69° Congresso Nazionale Assoenologi a San Patrignano

Il vino è una passione che unisce e che travalica le differenze politiche. Tanto da mettere d’accordo Massimo D’Alema e Letizia Moratti sull’opportunità di promuoverlo e difenderlo sui mercati internazionali come massima espressione del life style italiano.  Il 2 giugno a San Patrignano nel talk show moderato da Bruno Vespa organizzato da Assoenologi, l’associazione dei tecnici italiani del vino, nel corso del proprio 69° congresso nazionale, D’Alema ha raccontato come l’alleanza bypartesan con la Moratti abbia in realtà radici antiche e risalga alla battaglia sostenuta insieme in favore dell’Expo di Milano nel 2008, quando D’Alema era ministro degli esteri del secondo governo Prodi e Moratti sindaco di Milano di una giunta di centro destra. “Un esempio dell’efficacia dello spirito di squadra”. 
Secondo D’Alema, novello produttore nella sua cantina Le Madeleine in Umbria, Il mondo del vino italiano dovrebbe trovare lo stesso spirito nel collaborare insieme alla Francia per contrastare la demonizzazione del consumo di vino. “Italia e Francia – ha detto- sono sempre ai vertici degli indici predisposti dall’Onu per misurare il benessere nazionale, segno che un consumo moderato del vino non fa assolutamente male”. “Occorre fare attenzione – ha ammonito Letizia Moratti, che sostiene e amministra da anni assieme al marito Gianmarco la comunità fondata da Vincenzo Muccioli – agli accostamenti che si fanno in questi giorni tra droghe leggere e vino. 
La coltura del vino non ha nulla da spartire con i gruppi finanziari che vorrebbero trarre vantaggio dalla depenalizzazione delle droghe leggere”. “Proprio qui a San Patrignano – continua – ho imparato come la cultura della vigna e della cantina possa contribuire a insegnare il rispetto dei tempi della natura e della propria cultura”. Nell’anno del boom dell’export di vino italiano il congresso Assoenologi ha offerto l’occasione per un confronto sulla crescente aggressività dei competitor internazionali come la Francia e soprattutto la Spagna. 
Con le visioni opposte di chi vorrebbe abbandonare la produzione di vino comune e concentrarsi su Doc e Docg e chi crede che questa scelta possa causare un distacco dell’Italia enologica dai mercati internazionali. “La verità sta in mezzo – ha commentato Oscar Farinetti- occorre riuscire a far crescere il prezzo medio continuando a presidiare i mercati”. E L’expo di Milano è secondo il fautore dell’esperienza di Eataly e titolare di Fontanafredda, la maggiore azienda vitivinicola delle Langhe, un ‘occasione da non perdere per innescare l’effetto “wow!”. “Da Milano – dice- con treno e aereo si possono raggiungere in poco più di un ora tutti gli angoli della penisola. 
Bisogna approfittarne per non tenere i visitatori concentrati nell’area dell’esposizione, ma indurli a visitare i luoghi di produzione, le cantine e le aziende italiane, e mostrare la nostra storia, tradizione, i nostri territori, ma anche il nostro rigore: possiamo vantare su uno degli ambienti più ricchi di biodiversità e su una delle agricolture più “pulite”, bisogna trovare il modo per raccontare e sfruttare questi punti di forza”.   

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