martedì 24 giugno 2014

LATTE CONTAMINATO: MAXI SEQUESTRO

Latte contaminato e analisi truccate 
4 arresti, maxi sequestro di Parmigiano

Analisi truccate e mancate denunce su mais contaminato da alfatossine. Con queste accuse i Nas di Parma

hanno mandato 4 persone agli arresti domiciliari, mentre altre 63 risultano indagate dalla magistratura di Parma. I Nas hanno sequestrato anche 2.400 forme di Parmigiano Reggiano, in stagionatura in diversi caseifici
Sequestrate dai Nas di Parma oltre 2.400 forme di Parmigiano Reggiano, dopo il rinvenimento nel latte di produzione di aflatossina, tossina proveniente da un mais risultato contaminato a causa del caldo e della siccità. La maxi operazione ha condotto quattro persone agli arresti domiciliari e 63 persone indagate. Per tutti l’accusa è di associazione a delinquere finalizzata al falso in atto pubblico e alla commercializzazione di sostanze alimentari nocive e tentata truffa aggravata finalizzata alla ricezione di pubbliche erogazioni per il latte di qualità.
Tra gli arrestati c’è Sandro Sandri, direttore del Centro servizi per l’Agroalimentare di via Torelli, ente accreditato a livello nazionale per l’autocertificazione della salubrità del latte. Colpiti da ordinanza di custodia cautelare su richiesta del pm Fabrizio Pensa anche i due contitolari di un’azienda agricola di Montechiarugolo, che avrebbe immesso nel ciclo di produzione il latte contaminato, e il presidente del caseificio Margherita di Santa Maria del Piano (Lesignano Bagni).
Secondo le indagini dei Nas, gli sforamenti sui livelli di aflatossina presente nel cereale, utilizzato per l’alimentazione dei bovini da latte, raggiungeva anche il doppio di quanto consentito dalla legge e dalle regole comunitarie. L’inchiesta, coordinata dal pm Fabrizio Pensa della Procura di Parma, ha rilevato che le analisi condotte dal Centro servizi per l’Agroalimentare di Parma non indicavano la reale presenza di aflatossina nelle partite latte. Un fenomeno che si sarebbe ripetuto dal febbraio del 2013 ad oggi coinvolgendo 2.402 forme di Parmigiano Reggiano in diversi caseifici del Parmense, permettendo così di immettere nella produzione il prodotto contaminato che, secondo la legge, doveva invece essere consegnato all’Asl di competenza per la distruzione.
Maurizio Martina«L’operazione della Procura di Parma e dei Nas a tutela della salute dei consumatori e del Parmigiano Reggiano - ha commentato il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina (nella foto) - è la conferma che il nostro sistema di controlli funziona. Abbiamo gli anticorpi giusti per contrastare con efficacia chi viola le regole, creando danni enormi alla reputazione dei nostri prodotti. Dobbiamo anche ribadire che non c’è al mondo un sistema di verifiche come quello previsto per i prodotti di qualità italiani. Solo nel 2013 abbiamo condotto più di 130mila controlli e tra i prodotti Dop e Igp il tasso di contraffazione mostra percentuali molto basse. Il Governo è totalmente impegnato al fianco dei produttori che rispettano la legge e sono protagonisti di quel grande successo che è il Made in Italy agroalimentare, che vale oltre 33 miliardi di euro solo di export. Allo stesso tempo l’obiettivo primario resta quello di garantire la salute e la fiducia dei consumatori italiani ed internazionali».
Beatrice Lorenzin «L’operazione della Procura di Parma, a seguito dell’indagine del Nas - ha affermato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin (nella foto), in una nota - dimostra l’efficacia dei controlli sulla sicurezza alimentare nel Paese, priorità assoluta del nostro Governo e del ministero della Salute. I risultati dell’indagine ci rassicurano sulla limitatezza dei casi, che riguardano solo una parte della produzione. Per questo possiamo tranquillizzare i consumatori italiani e stranieri. Proseguiremo nei controlli con il massimo del rigore a garanzia del Consorzio Parmigiano Reggiano, che è parte lesa. Ringrazio la procura di Parma e i nostri Carabinieri del Nas, che come sempre affiancano il ministero della Salute nella tutela del benessere dei cittadini e dell’eccellenza dei prodotti italiani».
Italiaatavola

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