sabato 16 giugno 2018

Allergie, mal di primavera ed estate

Allergie, mal
di primavera
ed estate
La stagione del risveglio si associa per molte persone al tormento dei pollini e al relativo mStatistichealessere.
Anche se non ci sono particolari differenze tra uomini e donne, la rinite allergica è soprattutto un problema dei giovani: fra gli under 30 ne è colpito uno su 4.

Per il 30% della popolazione mondiale, in particolare nei paesi occidentali, le allergie sono un appuntamento fisso. Per molti di loro, ovvero per quanti soffrono di manifestazioni dovute ad allergie ai pollini, con l’arrivo della bella stagione cominciano i guai. La primavera, infatti, è il periodo dell’anno in cui la concentrazione aerea di pollini è più alta e perciò le allergie raggiungono il loro culmine. È un trend in crescita e gli immunologi calcolano che questa stessa popolazione potrebbe arrivare al 50% nel 2020.
Negli ultimi decenni in molti altri paesi industrializzati è stato osservato un incremento della frequenza di casi di pollinosi. In particolare sono aumentate quelle forme di allergia dovute ai cosiddetti “pollini minori”, in passato raramente causa di allergie rispetto a quelle di graminacee e parietaria. I pollini emergenti sono in particolare quelli del cipresso, del nocciolo, della betulla e dell’olivo. Questi aumenti sono da attribuire ad alcune cause come i cambiamenti del clima, che avrebbe determinato per alcune piante un periodo di maggior produzione di polline, l’aumento dell’inquinamento atmosferico e l’introduzione nella costruzione del verde urbano e dei giardini privati di nuove piante a scopo ornamentale.
Ogni specie ha un suo periodo di fioritura ma ogni anno le condizioni atmosferiche influenzano l’inizio della stagione pollinica e la concentrazione dei loro pollini nell’aria. Per seguire l’andamento delle pollinazioni esiste una rete di sorveglianza nazionale e un monitoraggio con stazioni di rilevamento che misurano la concentrazione nell’aria dei principali pollini dispersi. Questi dati sono utili sia al medico allergologo sia al paziente per una corretta gestione della malattia allergica.
     Sintomi principali
I sintomi più tipici delle allergie primaverili coinvolgono le mucose del naso, gli occhi e le vie aeree con starnuti ripetuti, congestione con sensazione di naso chiuso, secrezione abbondante, prurito, riduzione dell’olfatto, prurito agli occhi, lacrimazione, fotofobia (fastidio alla luce), tosse secca e stizzosa e difficoltà a respirare (la cosiddetta fame d’aria), crisi di tipo asmatico. Altri sintomi, che possono comparire in associazione alla comparsa dell’allergia ai pollini, sono stanchezza e difficoltà di concentrazione, mal di testa, prurito diffuso, orticaria, dermatite.
Fattori che impattano negativamente sullo stile di vita e gli impegni quotidiani: molti riferiscono di non dormire bene la notte, hanno difficoltà a concentrarsi. Non solo: l’irritabilità e il cattivo umore causati dall’allergia arrivano a creare situazioni di contrasto e litigi in famiglia, limitano la vita all’aria aperta e le interazioni sociali.
Terapia
I sintomi possono presentarsi in forma isolata o variamente associati tra di loro, ma tendono ad avere un carattere cronico, pertanto è necessario, possibilmente prima dell’inizio della stagione pollinica, rivolgersi allo specialista allergologo per impostare il programma preventivo o terapeutico più appropriato. Molti pazienti si affidano, attraverso Internet, a siti di counseling online arrivando spesso ad autodiagnosi sbagliate. Il ruolo degli specialisti è essenziale: è infatti necessario affidarsi a test diagnostici scientificamente validati ed eseguiti da esperti del settore. Saranno loro, dopo aver diagnosticato con test specifici l’allergia, a stabilire la terapia più idonea per il paziente.
Evitare il contatto con l’allergene è ovviamente la soluzione migliore, ma non sempre è possibile. Si può quindi ricorrere a due possibile soluzioni terapeutiche: una di tipo sintomatico, che va seguita fino alla scomparsa dei sintomi: i farmaci sintomatici impiegati più spesso nella terapia dell’allergia respiratoria sono gli antistaminici, i corticosteroidi per via nasale o bronchiale, i colliri antiallergici, i broncodilatori e gli antileucotrienici. In casi selezionati si può prescrivere una terapia desensibilizzante (vaccino antiallergico o immunoterapia specifica), che consiste nella somministrazione di dosi crescenti di allergeni altamente purificati, per via iniettiva o sublinguale. L’obiettivo di questo tipo di terapia è abituare progressivamente l’organismo alla presenza dell’allergene responsabile dei disturbi, permettendo una diminuzione dei sintomi e del consumo di farmaci, migliorando in generale lo stato di salute e la qualità di vita del paziente.
Prevenzione
Durante il periodo di pollinazione evitare le attività sportive in prossimità di aree verdi.
Ricordare che le concentrazioni di pollini sono maggiori nelle giornate secche ventose e soleggiate.
Tra le 10.00 e le 16.00, periodo di maggior concentrazione di pollini, tenere chiuse le finestre e i finestrini dell’auto.
All’aperto indossare occhiali scuri: la luce del sole aumenta il fastidio associato ai sintomi oculari.
Evitare di uscire subito dopo un temporale: l’acqua rompe i granuli pollinici in frammenti più piccoli che raggiungono facilmente le vie aeree e in maggior profondità.
Cambiarsi i vestiti e farsi una doccia quando si rientra a casa: si eliminano così i pollini che si sono attaccati nel corso della giornata, evitando l’esposizione notturna all’allergene.
Evitare categoricamente le “cure fai da te” perché si corre il rischio del sovra dosaggio o si sottovaluta l’interazione con altri farmaci e soprattutto evitare il ricorso a prodotti fitoterapici potenzialmente in grado di provocare reazioni avverse o anafilattiche.
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