B/Open fa luce
sulla Blockchain
Tecnologia
al servizio
del biologico
Focus in previsione di Bio foods&Natural self-care. Sul fronte alimentare e biologico, abbinando la tecnologia QR Code con quella della Blockchain, è possibile dallo scaffale risalire a tutti i passaggi della produzione.
Organizzato da Off.Ed e B/Open, rassegna del Bio foods & Natural self-care, in programma a Verona il 23 e 24 novembre prossimi, che ha proprio nei seminari online dei momenti di approfondimento molto seguiti dagli operatori del settore, si è svolto di recente un webinar sul tema “Blockchain e biologico, una integrazione possibile”.
Etica, trasparenza, fiducia, immutabilità e garanzia sono le parole chiave alla base della Blockchain, tecnologia digitale nata con i bitcoin nel 2008, ma che è diventata uno strumento per garantire la qualità e soprattutto la tracciabilità di tutti i passaggi della produzione, della trasformazione e della distribuzione, anche nel settore del biologico. Con costi limitati, purché vi sia una condivisione di intenti all’interno della filiera.
Nel segmento del biologico, è emerso dal web meeting, Assocertbio-Associazione nazionale organismi di controllo e certificazione del biologico ha contribuito a creare la rete Oip, una piattaforma per la certificazione delle transazioni a livello europeo e mondiale sul biologico. «L’utilizzo della piattaforma Oip è gratuito – ha spiegato Riccardo Cozzo, presidente Assocertbio – e permette di archiviare i dati legati ai processi di produzione».
Dati certificati e immutabili, sui quali – è una delle peculiarità della Blockchain – è impossibile intervenire per modificarli, senza che tale operazione sia ricondotta al singolo operatore. «Grazie a una direzione operativa di rete – ha annotato Cozzo – in caso di problematiche di non integrità del prodotto, riusciamo a intervenire scambiandoci i dati e controllando in maniera incrociata tutti gli operatori».
Sul fronte alimentare e biologico, abbinando la tecnologia QR Code con quella della Blockchain, è possibile dallo scaffale risalire a tutti i passaggi della produzione, con assoluta certezza.
Oltre alla questione tecnologica, cruciale è l’aspetto umano. Lo ha confermato Riccardo Bianconi, ispettore Accredia, ente unico di accreditamento, che ha ribadito la necessità di «un approccio etico della persona fisica e dell’organizzazione che indirizza i propri comportamenti, sia nella produzione che nella validazione delle procedure di controllo».
Sulla stessa lunghezza d’onda Daniele Grigi, responsabile marketing Gruppo Grigi e amministratore delegato di Food Italiae – Divisione alimentare. «Oggi la Blockchain è di moda – ha dichiarato – ma è necessario che tutti si convincano delle potenzialità che riveste, anche nei confronti del consumatore. Come Food Italiae abbiamo realizzato un cluster e per essere nostri fornitori è obbligatorio aderire alla Blockchain. A livello aziendale, in ogni caso, la sfida più importante è legata all’organizzazione del lavoro: tutto deve essere preciso, corretto, verificato. Non si può sbagliare e l’investimento prioritario è sul piano umano e aziendale».
italiaatavola
Per informazioni: www.b-opentrade.com
Sono notevoli le potenzialità della Blockchain anche nei confronti del consumatore
Etica, trasparenza, fiducia, immutabilità e garanzia sono le parole chiave alla base della Blockchain, tecnologia digitale nata con i bitcoin nel 2008, ma che è diventata uno strumento per garantire la qualità e soprattutto la tracciabilità di tutti i passaggi della produzione, della trasformazione e della distribuzione, anche nel settore del biologico. Con costi limitati, purché vi sia una condivisione di intenti all’interno della filiera.
Nel segmento del biologico, è emerso dal web meeting, Assocertbio-Associazione nazionale organismi di controllo e certificazione del biologico ha contribuito a creare la rete Oip, una piattaforma per la certificazione delle transazioni a livello europeo e mondiale sul biologico. «L’utilizzo della piattaforma Oip è gratuito – ha spiegato Riccardo Cozzo, presidente Assocertbio – e permette di archiviare i dati legati ai processi di produzione».
Dati certificati e immutabili, sui quali – è una delle peculiarità della Blockchain – è impossibile intervenire per modificarli, senza che tale operazione sia ricondotta al singolo operatore. «Grazie a una direzione operativa di rete – ha annotato Cozzo – in caso di problematiche di non integrità del prodotto, riusciamo a intervenire scambiandoci i dati e controllando in maniera incrociata tutti gli operatori».
Sul fronte alimentare e biologico, abbinando la tecnologia QR Code con quella della Blockchain, è possibile dallo scaffale risalire a tutti i passaggi della produzione, con assoluta certezza.
Oltre alla questione tecnologica, cruciale è l’aspetto umano. Lo ha confermato Riccardo Bianconi, ispettore Accredia, ente unico di accreditamento, che ha ribadito la necessità di «un approccio etico della persona fisica e dell’organizzazione che indirizza i propri comportamenti, sia nella produzione che nella validazione delle procedure di controllo».
Sulla stessa lunghezza d’onda Daniele Grigi, responsabile marketing Gruppo Grigi e amministratore delegato di Food Italiae – Divisione alimentare. «Oggi la Blockchain è di moda – ha dichiarato – ma è necessario che tutti si convincano delle potenzialità che riveste, anche nei confronti del consumatore. Come Food Italiae abbiamo realizzato un cluster e per essere nostri fornitori è obbligatorio aderire alla Blockchain. A livello aziendale, in ogni caso, la sfida più importante è legata all’organizzazione del lavoro: tutto deve essere preciso, corretto, verificato. Non si può sbagliare e l’investimento prioritario è sul piano umano e aziendale».
italiaatavola
Per informazioni: www.b-opentrade.com
© Riproduzione riservata
Nessun commento:
Posta un commento