La ripresa delle attività produttive ha fatto risalire l'incidenza dei nuovi casi di Covid-19 negli ambienti lavorativi. Il comparto dei pubblici esercizi è meno colpito. Sbraga (Fipe): «Mai abbassare la guardia».
Crescono i contagi
nelle aziende
Bar e ristoranti,
aumenti contenuti
Con la ripresa delle attività produttive e commerciali dopo i due mesi di lockdown, è cresciuta l’incidenza dei casi di contagio sui posti di lavoro. Un dato atteso, che oggi è stato certificato anche dall’Inail, nel suo report periodico sull’incidenza del Covid-19 nel nostro Paese.
Le tante restrizioni adottate dal Governo dopo settimane di confronti con i rappresentanti di categoria dei vari comparti hanno fatto sì che il livello dei contagi sia rimasto tutto sommato sotto controllo. Basta vedere cosa sta succedendo proprio in questi giorni in altri Paesi europei. In Italia una buona notizia arriva proprio per il comparto della ristorazione e dell’accoglienza, dove l’incremento dei contagi si è rivelato più contenuto, rispetto ad altri settori. Nei bar, nei ristoranti e all’interno degli alberghi, la percentuale si è fermata ad agosto al 5% (contro il 2,5% di marzo, aprile e maggio e il 4,3% di giugno, luglio, agosto). Un dato tutto sommato confortante, se si considera che agosto è stato di fatto l’unico mese in cui le strutture dei due comparti sono tornate a lavorare con una certa continuità, almeno nelle località di villeggiatura.
«Il comparto della ristorazione, allargato a tutto il comparto dei Turismo - spiega Luciano Sbraga, direttore del Centro Studi di Fipe - rappresenta solo il 2,5% dei contagi al 31 agosto. Considerando che stiamo parlando di un settore molto esposto al contatto, i casi all’interno delle nostre imprese rappresentano una percentuale molto residuale, di poco al di sopra dell’agricoltura, dove di contatti non ce sono, o quasi».
Aumenti, dunque che - come confermano dalla Fipe - rientrano nella cosiddetta normalità statistica: «Inoltre - continua Sbraga - c’è da considerare che rispetto ad altre attività, quella delle nostre imprese è spesso di carattere stagionale e ad agosto hanno ripreso a lavorare tanti bar, ristoranti e alberghi, che fino a quel momento erano rimasti chiusi o avevano lavorato molto poco. C’è stato un picco di persone al lavoro e un picco di clienti, per questo una valutazione più corretta sull’incidenza sarebbe da fare proprio sul numero dei potenziali contatti». Numeri che tuttavia restano confortanti, anche se - ricorda Sbraga - non dobbiamo mai rinunciare a richiamare tutti al rispetto delle misure, soprattutto con ciò che sta accadendo in questi giorni in altri Paesi, dove nuove restrizioni sono state applicate in primis proprio a bar e ristoranti».
Più consistente, invece, l’incremento dei contagi tra le aziende di noleggio, le agenzie di viaggio e i servizi di supporto alle imprese (cresciuto dal 4,3% del periodo marzo-maggio al 7,7% di giugno-agosto e al 13,7% nel solo mese di agosto).
La riapertura del Paese e la fine della fase critica a livello sanitario ha invece provocato un altrettanto atteso calo dell'incidenza dei casi di contagio nel settore della sanità e assistenza sociale, che passa dal 71,6% del periodo marzo-maggio al 56% di giugno-agosto.
Bar e ristoranti sono tra i luoghi di lavoro più sicuri
Le tante restrizioni adottate dal Governo dopo settimane di confronti con i rappresentanti di categoria dei vari comparti hanno fatto sì che il livello dei contagi sia rimasto tutto sommato sotto controllo. Basta vedere cosa sta succedendo proprio in questi giorni in altri Paesi europei. In Italia una buona notizia arriva proprio per il comparto della ristorazione e dell’accoglienza, dove l’incremento dei contagi si è rivelato più contenuto, rispetto ad altri settori. Nei bar, nei ristoranti e all’interno degli alberghi, la percentuale si è fermata ad agosto al 5% (contro il 2,5% di marzo, aprile e maggio e il 4,3% di giugno, luglio, agosto). Un dato tutto sommato confortante, se si considera che agosto è stato di fatto l’unico mese in cui le strutture dei due comparti sono tornate a lavorare con una certa continuità, almeno nelle località di villeggiatura.
«Il comparto della ristorazione, allargato a tutto il comparto dei Turismo - spiega Luciano Sbraga, direttore del Centro Studi di Fipe - rappresenta solo il 2,5% dei contagi al 31 agosto. Considerando che stiamo parlando di un settore molto esposto al contatto, i casi all’interno delle nostre imprese rappresentano una percentuale molto residuale, di poco al di sopra dell’agricoltura, dove di contatti non ce sono, o quasi».
Aumenti, dunque che - come confermano dalla Fipe - rientrano nella cosiddetta normalità statistica: «Inoltre - continua Sbraga - c’è da considerare che rispetto ad altre attività, quella delle nostre imprese è spesso di carattere stagionale e ad agosto hanno ripreso a lavorare tanti bar, ristoranti e alberghi, che fino a quel momento erano rimasti chiusi o avevano lavorato molto poco. C’è stato un picco di persone al lavoro e un picco di clienti, per questo una valutazione più corretta sull’incidenza sarebbe da fare proprio sul numero dei potenziali contatti». Numeri che tuttavia restano confortanti, anche se - ricorda Sbraga - non dobbiamo mai rinunciare a richiamare tutti al rispetto delle misure, soprattutto con ciò che sta accadendo in questi giorni in altri Paesi, dove nuove restrizioni sono state applicate in primis proprio a bar e ristoranti».
Più consistente, invece, l’incremento dei contagi tra le aziende di noleggio, le agenzie di viaggio e i servizi di supporto alle imprese (cresciuto dal 4,3% del periodo marzo-maggio al 7,7% di giugno-agosto e al 13,7% nel solo mese di agosto).
La riapertura del Paese e la fine della fase critica a livello sanitario ha invece provocato un altrettanto atteso calo dell'incidenza dei casi di contagio nel settore della sanità e assistenza sociale, che passa dal 71,6% del periodo marzo-maggio al 56% di giugno-agosto.
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