Estate 2021, addio
ai lunghi viaggi.
Torna di moda
la villeggiatura
tra prossimità
e sicurezza
Negli ultimi anni vacanza faceva rima con viaggi intercontinentali e ritmi frenetici alla scoperta di divertimento e nuovi paradisi. La pandemia da Covid però ha ribaltato tutto riportando in auge il concetto di "villeggiatura". Ecco i 6 trend della prossima estate
Tra un mese circa (domenica delle Palme, 28 marzo) quando già saremo in atmosfera pasquale, la durata del dì, già dalla settimana precedente più lunga della notte (equinozio, il 20 marzo) avrà l’ausilio forte dell’ora legale. L’estate si avvicina e con essa il desiderio di...?
Appunto, desiderio di. La parola più spontanea che viene è “vacanza”, non fosse altro che mai come questa estate, parimenti alla scorsa dell’anno 2020, c’è voglia grande di “vacatio mentis” cioè di dare una strameritata pausa alla nostra mente che si è logorata giorno dopo giorno a causa delle preoccupazioni gravi che la pandemia procura in noi tutti.
Però poi, se meglio riflettiamo su come ci accingiamo ad organizzare i mesi estivi, magari constatiamo che piuttosto che vacanza stiamo pensando alla villeggiatura: distinguo non da poco!
Il diverso concetto di vacanza
Vacanza, almeno dagli anni ’80 dello scorso secolo, ha sempre di più in crescente frenesia assunto il significato di viaggio, sovente all’estero, spostamenti continui sovente in aereo, esotismo, nightlife, e cose simili. Insomma, la vita di vacanza assumeva ritmi ancor più incalzanti di quanti non fossero normalmente quelli lavorativi vissuti in città.
Effetto pandemia, con la scorsa estate si è vissuto il dolce ritorno alla villeggiatura, termine pressoché desueto che indica valori ben diversi da quelli della vacanza: stanzialità in un altrove accogliente e noto, ritmi blandi, gioia di valori agresti, riposo, buone letture, svaghi “pochi ma buoni” ben differenti dalla movida e dalle insidie della nightlife.
Posto tutto ciò a premessa cardine, diciamo che l’estate 2021 sarà all’insegna della villeggiatura piuttosto che della vacanza. Analizziamo sei trend significativi che nel rendere così nota la domanda, possono in qualche modo orientare l’offerta. Forte e ben visibile, da tenere in grande considerazione il mainstream di questa imminente estate 2021: coniugare il bisogno della sicurezza sanitaria (molto di più della scorsa estate) con il desiderio di spensieratezza.
Primo trend: smart working
Il primo trend, poco appariscente ma di grande importanza, scaturisce dalla pratica né nuovissima e né temeraria dello smart working. Dal punto di vista della “villeggiatura” la pratica dello smart working può andare a sconvolgere il concetto stesso di periodo di ferie da parte del lavoratore nuovo, che è “mentedopera” e non manodopera e che pertanto può allocarsi dove meglio gli garba per l’espletamento del suo lavoro, posto come prerequisito l’affidabile funzionamento di internet ad alta velocità. Già la scorsa estate il fenomeno ha avuto visibile consistenza e si presume ragionevolmente che si incrementi in questa estate 2021. Il lavoratore mentedopera lavora stando in villeggiatura con la famiglia, potendo così avere maggiori momenti di relax.
Secondo trend: acquisti online di prodotti tipici
Il secondo trend, abilitato dalla crescente fruizione di contenuti digitali a loro volta innesco di un notevole aumento degli acquisti online, è l’effetto onda lunga del territorio in cui si è villeggiato. In altri termini, è l’estensione dell’esperienza turistica mediante apposite piattaforme e-commerce. Non più e non solo, ed è qui la novità, l’acquisto one shot di un prodotto particolare che avviene nel “durante” del soggiorno, come i souvenir di un tempo, bensì acquisti di prima volta che poi possono anche diventare approvvigionamenti periodici durante l’anno. Insomma, un modo nuovo di “fare la spesa” facendosi recapitare agevolmente quei prodotti degustati ed apprezzati durante la villeggiatura.
Terzo trend: turismo di prossimità
Il terzo trend, consolidamento di quanto si cominciò a scorgere la scorsa estate è il turismo di prossimità. Esso è sia causa che effetto della pandemia. A causa della pandemia si preferisce usare i mezzi propri, quindi in definitiva la propria auto piuttosto che i mezzi pubblici; ne consegue che si privilegia il corto – medio raggio. Ma il corto – medio raggio è probabilmente il territorio che già un po’ lo si conosce, non fosse altro come frutto di esperienze sedimentatesi negli anni, e pertanto la località che si sceglie è quella che ci fa sentire più protetti e più sicuri. E ciò, ribadiamolo, è il nostro bisogno prioritario, insieme con il desiderio della spensieratezza.
Quarto trend: dinner&bed
Il quarto trend è fenomeno brillantemente emergente: il D&B. D&B, acronimo originale ad indicare Dinner&Bed, ovvero quei ristoranti che dispongono anche di poche confortevoli camere dove dormire dopo aver gioito di sontuosa cena. Prima colazione l’indomattina. Per soggiorni brevi è l’ideale in quanto si raggiungono gli obiettivi della stanzialità, dell’esplorazione capillare del territorio, del godimento gastronomico grazie alle cene degustate in tranquillità dopo giornate serenamente trascorse. Non vi è ancora una catalogazione ufficiale dei D&B ma da un primo censimento possiamo affermare con ragionevole certezza che essi sono nell’ordine di un paio di centinaia. Pressoché assenti nelle grandi città, la loro maggiore concentrazione è nei borghi incantevoli dell’entroterra, sia arco alpino che dorsale appenninica.
I D&B sono ben presenti anche nelle due isole maggiori. Ciò che ancora manca ai D&B, oltre alla coscienza identitaria, è una rete mediante la quale il turista borderline tra villeggiatura e vacanza, possa fare la sua pianificazione individuando, lo si dice come esempio, tre D&B a distanza di un centinaio di km l’un dall’altro e soggiornare in ciascheduno di essi per tre notti. Significherebbe aver visitato una macroarea, a mò di esempio pensiamo ad una regione come l’Abruzzo, mettendo insieme ritmi lenti, ottime cene, soggiorni confortevoli e conoscenza non superficiale di quell’Italia troppo sbrigativamente e colpevolmente definita “Italia minore”. A tutto aggiungendo anche smart buys con fruizione differita nel tempo.
Quinto trend: sostenibilità
Il quinto trend rispecchia la forte presa di coscienza del concetto fondamentale per le sorti del pianeta e della nostra salute: la sostenibilità. Quindi, ancora una volta, saranno privilegiate le aree poco frequentate dove sarà possibile ed agevole svolgere attività all’aperto ed avere il vero contatto con la natura. Sostenibilità che indurrà molti villeggianti a fare scelte più responsabili, alla ricerca di significative esperienze, rispettando ed aiutando le economie locali.
Sesto trend: flessibilità
Il sesto trend poggia su un doveroso e poco allegro pragmatismo. Si tratterà di adottare lato offerta, esponendole con esemplare e doverosa chiarezza, politiche di cancellazione flessibile senza penali allorquando la motivazione risieda nella pandemia. Sintonia di vedute tra domanda ed offerta, consapevolezza del momento difficile, assunzione di responsabilità collettiva allo scopo di stare tutti bene, insieme.
Appunto, desiderio di. La parola più spontanea che viene è “vacanza”, non fosse altro che mai come questa estate, parimenti alla scorsa dell’anno 2020, c’è voglia grande di “vacatio mentis” cioè di dare una strameritata pausa alla nostra mente che si è logorata giorno dopo giorno a causa delle preoccupazioni gravi che la pandemia procura in noi tutti.
Un'estate all'insegna del Covid
Però poi, se meglio riflettiamo su come ci accingiamo ad organizzare i mesi estivi, magari constatiamo che piuttosto che vacanza stiamo pensando alla villeggiatura: distinguo non da poco!
Il diverso concetto di vacanza
Vacanza, almeno dagli anni ’80 dello scorso secolo, ha sempre di più in crescente frenesia assunto il significato di viaggio, sovente all’estero, spostamenti continui sovente in aereo, esotismo, nightlife, e cose simili. Insomma, la vita di vacanza assumeva ritmi ancor più incalzanti di quanti non fossero normalmente quelli lavorativi vissuti in città.
Effetto pandemia, con la scorsa estate si è vissuto il dolce ritorno alla villeggiatura, termine pressoché desueto che indica valori ben diversi da quelli della vacanza: stanzialità in un altrove accogliente e noto, ritmi blandi, gioia di valori agresti, riposo, buone letture, svaghi “pochi ma buoni” ben differenti dalla movida e dalle insidie della nightlife.
Posto tutto ciò a premessa cardine, diciamo che l’estate 2021 sarà all’insegna della villeggiatura piuttosto che della vacanza. Analizziamo sei trend significativi che nel rendere così nota la domanda, possono in qualche modo orientare l’offerta. Forte e ben visibile, da tenere in grande considerazione il mainstream di questa imminente estate 2021: coniugare il bisogno della sicurezza sanitaria (molto di più della scorsa estate) con il desiderio di spensieratezza.
Primo trend: smart working
Il primo trend, poco appariscente ma di grande importanza, scaturisce dalla pratica né nuovissima e né temeraria dello smart working. Dal punto di vista della “villeggiatura” la pratica dello smart working può andare a sconvolgere il concetto stesso di periodo di ferie da parte del lavoratore nuovo, che è “mentedopera” e non manodopera e che pertanto può allocarsi dove meglio gli garba per l’espletamento del suo lavoro, posto come prerequisito l’affidabile funzionamento di internet ad alta velocità. Già la scorsa estate il fenomeno ha avuto visibile consistenza e si presume ragionevolmente che si incrementi in questa estate 2021. Il lavoratore mentedopera lavora stando in villeggiatura con la famiglia, potendo così avere maggiori momenti di relax.
Secondo trend: acquisti online di prodotti tipici
Il secondo trend, abilitato dalla crescente fruizione di contenuti digitali a loro volta innesco di un notevole aumento degli acquisti online, è l’effetto onda lunga del territorio in cui si è villeggiato. In altri termini, è l’estensione dell’esperienza turistica mediante apposite piattaforme e-commerce. Non più e non solo, ed è qui la novità, l’acquisto one shot di un prodotto particolare che avviene nel “durante” del soggiorno, come i souvenir di un tempo, bensì acquisti di prima volta che poi possono anche diventare approvvigionamenti periodici durante l’anno. Insomma, un modo nuovo di “fare la spesa” facendosi recapitare agevolmente quei prodotti degustati ed apprezzati durante la villeggiatura.
Terzo trend: turismo di prossimità
Il terzo trend, consolidamento di quanto si cominciò a scorgere la scorsa estate è il turismo di prossimità. Esso è sia causa che effetto della pandemia. A causa della pandemia si preferisce usare i mezzi propri, quindi in definitiva la propria auto piuttosto che i mezzi pubblici; ne consegue che si privilegia il corto – medio raggio. Ma il corto – medio raggio è probabilmente il territorio che già un po’ lo si conosce, non fosse altro come frutto di esperienze sedimentatesi negli anni, e pertanto la località che si sceglie è quella che ci fa sentire più protetti e più sicuri. E ciò, ribadiamolo, è il nostro bisogno prioritario, insieme con il desiderio della spensieratezza.
Quarto trend: dinner&bed
Il quarto trend è fenomeno brillantemente emergente: il D&B. D&B, acronimo originale ad indicare Dinner&Bed, ovvero quei ristoranti che dispongono anche di poche confortevoli camere dove dormire dopo aver gioito di sontuosa cena. Prima colazione l’indomattina. Per soggiorni brevi è l’ideale in quanto si raggiungono gli obiettivi della stanzialità, dell’esplorazione capillare del territorio, del godimento gastronomico grazie alle cene degustate in tranquillità dopo giornate serenamente trascorse. Non vi è ancora una catalogazione ufficiale dei D&B ma da un primo censimento possiamo affermare con ragionevole certezza che essi sono nell’ordine di un paio di centinaia. Pressoché assenti nelle grandi città, la loro maggiore concentrazione è nei borghi incantevoli dell’entroterra, sia arco alpino che dorsale appenninica.
Sicurezza prima di tutto
I D&B sono ben presenti anche nelle due isole maggiori. Ciò che ancora manca ai D&B, oltre alla coscienza identitaria, è una rete mediante la quale il turista borderline tra villeggiatura e vacanza, possa fare la sua pianificazione individuando, lo si dice come esempio, tre D&B a distanza di un centinaio di km l’un dall’altro e soggiornare in ciascheduno di essi per tre notti. Significherebbe aver visitato una macroarea, a mò di esempio pensiamo ad una regione come l’Abruzzo, mettendo insieme ritmi lenti, ottime cene, soggiorni confortevoli e conoscenza non superficiale di quell’Italia troppo sbrigativamente e colpevolmente definita “Italia minore”. A tutto aggiungendo anche smart buys con fruizione differita nel tempo.
Quinto trend: sostenibilità
Il quinto trend rispecchia la forte presa di coscienza del concetto fondamentale per le sorti del pianeta e della nostra salute: la sostenibilità. Quindi, ancora una volta, saranno privilegiate le aree poco frequentate dove sarà possibile ed agevole svolgere attività all’aperto ed avere il vero contatto con la natura. Sostenibilità che indurrà molti villeggianti a fare scelte più responsabili, alla ricerca di significative esperienze, rispettando ed aiutando le economie locali.
Sesto trend: flessibilità
Il sesto trend poggia su un doveroso e poco allegro pragmatismo. Si tratterà di adottare lato offerta, esponendole con esemplare e doverosa chiarezza, politiche di cancellazione flessibile senza penali allorquando la motivazione risieda nella pandemia. Sintonia di vedute tra domanda ed offerta, consapevolezza del momento difficile, assunzione di responsabilità collettiva allo scopo di stare tutti bene, insieme.
di Vincenzo D’Antonio
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