Vino Confagri,
Castellucci
confermato
presidente
Riconferma per Federico Castellucci alla guida della Federazione Nazionale Vitivinicola di Confagricoltura che sarà ancora affiancato da Christian Marchesini alla vicepresidenza.
La rielezione è avvenuta all'unanimità nella riunione che ha anche analizzato la situazione del comparto, dopo un anno di emergenza sanitaria e alla luce delle misure emergenziali proposte da Bruxelles e dal governo nazionale.
«Il contesto - ha detto Castellucci - è ancora difficile e la pandemia ha evidenziato la differenza fra le grandi imprese multicanale e quelle che forniscono vini essenzialmente a ristoranti ed enoteche».
Alcune hanno giacenze molto alte, secondo il Mipaaf di 61 milioni di ettolitri al 31 gennaio scorso, il 3,6% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno; questo per le difficoltà sui mercati dovuti al blocco del canale Horeca, dove le aziende piccole e medie distribuiscono la maggior parte dei vini premium e superpremium. Tutto ciò ha determinato uno spostamento di fatturato dalle piccole alle grandi imprese, con una diminuzione del valore del prodotto.
Passando alla grande distribuzione, dopo un primo tempo di vendite aumentate con prezzi più bassi, ora, a causa delle diminuite capacità di spesa dei consumatori, si registra un rallentamento e le aspettative per i prossimi mesi non sono rosee. Gli interventi emergenziali messi in atto, secondo Confagri, andrebbero rimodulati per essere efficaci. Per la distillazione, ad esempio, il premio va aumentato per risultare appetibile: infatti, a fronte dei 50 milioni dedicati, ne sono stati usati soltanto 23. Pochi, infine hanno aderito alla riduzione delle rese dei vigneti, deliberata troppo tardi e senza un coinvolgimento coordinato della filiera: sono stati utilizzati soltanto 39 dei 100 milioni assegnati. E così pure lo stoccaggio che ha finito per riguardare per lo più i vini rossi.
La rielezione è avvenuta all'unanimità nella riunione che ha anche analizzato la situazione del comparto, dopo un anno di emergenza sanitaria e alla luce delle misure emergenziali proposte da Bruxelles e dal governo nazionale.
«Il contesto - ha detto Castellucci - è ancora difficile e la pandemia ha evidenziato la differenza fra le grandi imprese multicanale e quelle che forniscono vini essenzialmente a ristoranti ed enoteche».
Alcune hanno giacenze molto alte, secondo il Mipaaf di 61 milioni di ettolitri al 31 gennaio scorso, il 3,6% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno; questo per le difficoltà sui mercati dovuti al blocco del canale Horeca, dove le aziende piccole e medie distribuiscono la maggior parte dei vini premium e superpremium. Tutto ciò ha determinato uno spostamento di fatturato dalle piccole alle grandi imprese, con una diminuzione del valore del prodotto.
Passando alla grande distribuzione, dopo un primo tempo di vendite aumentate con prezzi più bassi, ora, a causa delle diminuite capacità di spesa dei consumatori, si registra un rallentamento e le aspettative per i prossimi mesi non sono rosee. Gli interventi emergenziali messi in atto, secondo Confagri, andrebbero rimodulati per essere efficaci. Per la distillazione, ad esempio, il premio va aumentato per risultare appetibile: infatti, a fronte dei 50 milioni dedicati, ne sono stati usati soltanto 23. Pochi, infine hanno aderito alla riduzione delle rese dei vigneti, deliberata troppo tardi e senza un coinvolgimento coordinato della filiera: sono stati utilizzati soltanto 39 dei 100 milioni assegnati. E così pure lo stoccaggio che ha finito per riguardare per lo più i vini rossi.
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