“Innovative” a Napoli,
cucina di mare
che guarda al futuro
Crocché di alici |
Siamo in uno dei quartieri di Napoli dove maggiormente si avverte l’unicum della città: la convivenza millenaria tra ceti nobili e ceti popolari. Nei pressi dell’Orto Botanico e poco distanti dal Museo Archeologico Nazionale siamo a via Foria. Tra gli street food dei secoli scorsi, con episodi eroici di permanenza a tutt’oggi, il “brodo di polpo”. Sì, la tazza “o bror e’ purp” da bere bollente, volute di fumo che testimoniano il gran calore; nella tazza vi deve essere anche la ghiotta presenza del tentacolo del polpo. Questo vero e proprio sugo di mare da servire bollente nei mesi freddi, riscalda l’organismo e tiene lontano i malanni di stagione: il più saporito dei medicamenti. Ne hanno scritto Matilde Serao e Giuseppe Marotta. Ne perpetua gloria e ne garantisce lietezza conviviale in location adeguata (l’ampio dehors del bel ristorante è contaminazione attualizzata dello street food!) Donna Assunta Pacifico, patronne del famoso ristorante “’A Figlia d’o Marenaro”.
Il passato de A figlia d’ò marenaro
Suo papà Raffaele Pacifico, soprannominato Papucc’ ò marinaro, cucinava e vendeva brodo di polpo con un carrettino per le strade di Napoli avendo base a Porta Capuana. Take away rovesciato, delivery antesignana. Il ristorante è famosissimo, Donna Assunta sa condurlo pregevolmente avendo a cardine la qualità e la freschezza del pescato, la maestria nelle preparazioni in cucina ed il rispetto grande verso la clientela.
Il futuro di A figlia d’ò marenaro: Innovative
Assunta ha un figlio primogenito trentenne: Giuseppe Scicchinato. E dove è cresciuto Giuseppe se non tra la cucina e la sala del ristorante di famiglia?! Grande il suo merito nel non accontentarsi di ciò che vede. Giuseppe immagina cose mai viste, calibra il suo osare la novità con il supporto genitoriale e dà vita ad Innovative, il “suo” ristorante al primo piano.
Vi si accede dal ristorante di famiglia. È casa di palazzo nobiliare di inizio '800: travi di castagno al soffitto, successione di ampie stanze, tavoli ben distanziati e ben apparecchiati. Policromie eleganti. All’ingresso il Cocktail bar ed il banco con l’esposizione dei pesci. In fondo la salettina preview: qui la cucina è a vista. L’offering, e come potrebbe essere altrimenti, è vistosamente di mare.
A fronte di perdurante impeto dei marosi fa notizia l’approntamento di un primo “non” di mare: le candele della nonna, al ragù, impeccabilmente eseguito.
La degustazione
A Giuseppe affidandoci, si comincia con la Cheesecake Maria, una creazione di Giuseppe che rende omaggio alla nonna. Rivisitazione ben concepita e ben realizzata della classica fresella (altro street food) bagnata nell’acqua (una volta era acqua di mare), la ricotta in salvietta e i gamberi crudi. Ricotta in salvietta, così denominata in quanto in passato la ricotta veniva confezionata in pezzuole di canapa. Ci accompagna nell’appropriato calice il sontuoso Cabochon fatto da Emanuele Rabotti, patron di Monterossa in Franciacorta.
Delizioso già alla vista e poi gradevolissimo al palato, il Crocché di alici. Ben consci che la “zuppa di cozze” e signature dish del ristorante “al piano di sotto”, qui “al primo piano”, le cozze vengono cotte alla brace. Non a caso a menu il nome è “Perle di cozze”.
Varrebbe già di per sé la visita ad Innovative, il grande servizio al tavolo. Siamo al ritorno del gueridon! Spettacolare la maestria di Giuseppe nel trattare con i guanti (letteralmente!) gamberi crudi a cui togliere il carapace (se ne ricava bisque), ostriche da aprire, primi piatti da porzionare, pesci da pulire.
Due favolosi primi, serviti in piatto “a due piazze”. Gamberi alla chitarra rovente. La chitarra è Felicetti. Voluttuosamente abbracciata dalla chitarra, la tartara di gamberi. Risotto degli abissi con plancton di mare, molluschi e trasparenza di calamaro.
Omaggia la superstizione il delizioso dessert ‘O curniciello, da mangiare al cucchiaio, fatto con cioccolato bianco, crema diplomatica aromatizzata allo Strega e camomilla. Molto favorevole il rapporto prezzo/qualità.
Ammirevole l’intuizione di Giuseppe ed il saperla attuare con eleganza e con la lucida comprensione dell’evoluzione delle abitudini della clientela rabdomante che saprà conoscere Innovative, apprezzandone sia la sua connotazione di ristorante gemmato, sia il suo originale e vincente posizionamento.
Il mare in tavola a Innovative
Il passato de A figlia d’ò marenaro
Suo papà Raffaele Pacifico, soprannominato Papucc’ ò marinaro, cucinava e vendeva brodo di polpo con un carrettino per le strade di Napoli avendo base a Porta Capuana. Take away rovesciato, delivery antesignana. Il ristorante è famosissimo, Donna Assunta sa condurlo pregevolmente avendo a cardine la qualità e la freschezza del pescato, la maestria nelle preparazioni in cucina ed il rispetto grande verso la clientela.
Il futuro di A figlia d’ò marenaro: Innovative
Assunta ha un figlio primogenito trentenne: Giuseppe Scicchinato. E dove è cresciuto Giuseppe se non tra la cucina e la sala del ristorante di famiglia?! Grande il suo merito nel non accontentarsi di ciò che vede. Giuseppe immagina cose mai viste, calibra il suo osare la novità con il supporto genitoriale e dà vita ad Innovative, il “suo” ristorante al primo piano.
Giuseppe Scicchinato
Vi si accede dal ristorante di famiglia. È casa di palazzo nobiliare di inizio '800: travi di castagno al soffitto, successione di ampie stanze, tavoli ben distanziati e ben apparecchiati. Policromie eleganti. All’ingresso il Cocktail bar ed il banco con l’esposizione dei pesci. In fondo la salettina preview: qui la cucina è a vista. L’offering, e come potrebbe essere altrimenti, è vistosamente di mare.
A fronte di perdurante impeto dei marosi fa notizia l’approntamento di un primo “non” di mare: le candele della nonna, al ragù, impeccabilmente eseguito.
La degustazione
A Giuseppe affidandoci, si comincia con la Cheesecake Maria, una creazione di Giuseppe che rende omaggio alla nonna. Rivisitazione ben concepita e ben realizzata della classica fresella (altro street food) bagnata nell’acqua (una volta era acqua di mare), la ricotta in salvietta e i gamberi crudi. Ricotta in salvietta, così denominata in quanto in passato la ricotta veniva confezionata in pezzuole di canapa. Ci accompagna nell’appropriato calice il sontuoso Cabochon fatto da Emanuele Rabotti, patron di Monterossa in Franciacorta.
Delizioso già alla vista e poi gradevolissimo al palato, il Crocché di alici. Ben consci che la “zuppa di cozze” e signature dish del ristorante “al piano di sotto”, qui “al primo piano”, le cozze vengono cotte alla brace. Non a caso a menu il nome è “Perle di cozze”.
Cheesecake Maria
Varrebbe già di per sé la visita ad Innovative, il grande servizio al tavolo. Siamo al ritorno del gueridon! Spettacolare la maestria di Giuseppe nel trattare con i guanti (letteralmente!) gamberi crudi a cui togliere il carapace (se ne ricava bisque), ostriche da aprire, primi piatti da porzionare, pesci da pulire.
Due favolosi primi, serviti in piatto “a due piazze”. Gamberi alla chitarra rovente. La chitarra è Felicetti. Voluttuosamente abbracciata dalla chitarra, la tartara di gamberi. Risotto degli abissi con plancton di mare, molluschi e trasparenza di calamaro.
Omaggia la superstizione il delizioso dessert ‘O curniciello, da mangiare al cucchiaio, fatto con cioccolato bianco, crema diplomatica aromatizzata allo Strega e camomilla. Molto favorevole il rapporto prezzo/qualità.
Ammirevole l’intuizione di Giuseppe ed il saperla attuare con eleganza e con la lucida comprensione dell’evoluzione delle abitudini della clientela rabdomante che saprà conoscere Innovative, apprezzandone sia la sua connotazione di ristorante gemmato, sia il suo originale e vincente posizionamento.
© Riproduzione riservatadi Vincenzo D’Antonio
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