Hotel, bar e ristoranti sorridono. Il programma di Draghi
dà speranza
Lino Stoppani |
Per una volta, tutti contenti. Le parole che il Premier Mario Draghi ha espresso in Senato hanno convinto i pubblici esercizi con Fipe in testa e le associazioni di albergatori - Federalberghi e Confindustria Alberghi - che guardano ora al domani con un briciolo di fiducia in più.
Certo, ad ora sono solo parole e il programma di Governo reso noto in pillole è corposo e ambizioso, non certo realizzabile nel giro di pochi anni, ma al settore dell’Horeca in questo momento serviva soprattutto un segnale e questo è arrivato (dopo l’istituzione di un Ministero ad hoc che già aveva portato sorrisi). In un passaggio del suo discorso, Draghi ha espressamente citato il turismo lasciando intendere che sosterrà imprese e lavoratori del settore che si trovano in grande difficoltà e aggiungendo uno step in più: il cambiamento del modello di business.
Un particolare non indifferente che sa di incentivo da una parte e di “tirata d’orecchie” dall’altra. Un particolare (neanche così piccolo) che non è certo passato inosservato al direttore di Federalberghi, Alessandro Nucara. «Innanzitutto, è importante che il Premier abbia parlato di turismo - premette - e che abbia sottolineato la necessità di aiutare un settore stravolto dalla pandemia. Subito dopo però c’è stato questo richiamo ad un cambio di modello. Bisognerà capire cosa volesse dire perché solo poche settimane fa qualcuno aveva ipotizzato che fosse necessario orientare il turismo verso altri mercati. Noi riteniamo che i modelli in vigore oggi siano da tutelare e siamo naturalmente disponibili al miglioramento di questi. In quest’ottica auspichiamo che il Governo sostenga concretamente le imprese che sono nella direzione giusta e riconverta quelle che hanno bisogno di cambiare marcia».
Dalla sponda Confindustria Alberghi emerge altrettanta positività. L’associazione evidenzia inoltre l’importante impegno ad evitare, seppure nel rispetto delle emergenze, comunicazioni all’ultimo minuto su misure che condizionano l’operatività delle imprese e la vita delle persone.
«Il segnale del presidente Draghi - dichiara Maria Carmela Colaiacovo, vice presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi - è di grandissima importanza perché riconosce il ruolo del settore nell’economia del Paese e disegna un percorso di sviluppo in chiave di sostenibilità che è in piena sintonia con le attività avviate da molte imprese prima della crisi. Digitalizzazione e innovazione, transizione verde e coesione sociale trovano pienamente spazio e coerenza in un fenomeno come il turismo che cresce insieme al territorio e al contesto culturale e sociale che lo circonda».
Alberghi, ma non solo perché anche il mondo del turismo residenziale attendeva con trepidazione l’esordio in Parlamento di Draghi. Esordio che Stefano Bettanin, presidente di Property Managers Italia, associazione nazionale di categoria del turismo residenziale, ha promosso: «Accogliamo con piacere le parole del neo premier Mario Draghi in Aula al Senato sul tema del turismo - ha spiegato - la presa di coscienza di questa crisi, profonda e dilagante, da parte della politica è il primo passo per la ripartenza».
«Il primo discorso è stato positivo - ha proseguito - si è parlato di aiutare imprese e lavoratori del turismo che sono stati colpiti in modo drastico dalla pandemia. Tra questi ci sono sicuramente gli alloggi extra alberghieri. Le scelte del prossimo periodo saranno fondamentali per la sopravvivenza o meno di migliaia di aziende in tutta Italia. Non si può ignorare il valore del comparto turistico che per anni ha determinato una quota importante del Pil nazionale. Come è stato detto, prima dell'epidemia rappresentava il 14% delle attività economiche. Dopo questa apertura, attendiamo quei sostegni concreti che nell'ultimo anno sono mancati».
Sorrisi anche tra i vertici di Fipe-Federazione italiana pubblici esercizi. Poco importa se i ristoranti non siano stati espressamente citati da Draghi, il discorso sulle politiche del lavoro e sul fisco hanno convinto il presidente, Lino Stoppani: «Draghi - ha detto - ha volato molto alto con un programma di grande visione che richiama a temi cruciali del Paese, al senso di Europa, alla responsabilità e all’unità che ad oggi deve essere un dovere. Quanto al mondo delle imprese abbiamo apprezzato i passaggi chiari sulla riforma del fisco i cui principi ricalcano idee da noi già espresse, ovvero della necessità di interventi coordinati e complessi e non a spot».
«Abbiamo apprezzato - chiude - anche l’idea di voler far ripartire le imprese, ma in sicurezza: è un buon auspicio. Infine l’idea di ristorare chi è costretto a rimanere chiuso, che ha reso il discorso ancora più meritevole: Fipe è fiduciosa in questo Governo e Draghi oggi non ha sbagliato una parola, ma non ne avevamo dubbi».
Il plauso dell'accoglienza al premier
Certo, ad ora sono solo parole e il programma di Governo reso noto in pillole è corposo e ambizioso, non certo realizzabile nel giro di pochi anni, ma al settore dell’Horeca in questo momento serviva soprattutto un segnale e questo è arrivato (dopo l’istituzione di un Ministero ad hoc che già aveva portato sorrisi). In un passaggio del suo discorso, Draghi ha espressamente citato il turismo lasciando intendere che sosterrà imprese e lavoratori del settore che si trovano in grande difficoltà e aggiungendo uno step in più: il cambiamento del modello di business.
Un particolare non indifferente che sa di incentivo da una parte e di “tirata d’orecchie” dall’altra. Un particolare (neanche così piccolo) che non è certo passato inosservato al direttore di Federalberghi, Alessandro Nucara. «Innanzitutto, è importante che il Premier abbia parlato di turismo - premette - e che abbia sottolineato la necessità di aiutare un settore stravolto dalla pandemia. Subito dopo però c’è stato questo richiamo ad un cambio di modello. Bisognerà capire cosa volesse dire perché solo poche settimane fa qualcuno aveva ipotizzato che fosse necessario orientare il turismo verso altri mercati. Noi riteniamo che i modelli in vigore oggi siano da tutelare e siamo naturalmente disponibili al miglioramento di questi. In quest’ottica auspichiamo che il Governo sostenga concretamente le imprese che sono nella direzione giusta e riconverta quelle che hanno bisogno di cambiare marcia».
Alessandro Nucara
Dalla sponda Confindustria Alberghi emerge altrettanta positività. L’associazione evidenzia inoltre l’importante impegno ad evitare, seppure nel rispetto delle emergenze, comunicazioni all’ultimo minuto su misure che condizionano l’operatività delle imprese e la vita delle persone.
«Il segnale del presidente Draghi - dichiara Maria Carmela Colaiacovo, vice presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi - è di grandissima importanza perché riconosce il ruolo del settore nell’economia del Paese e disegna un percorso di sviluppo in chiave di sostenibilità che è in piena sintonia con le attività avviate da molte imprese prima della crisi. Digitalizzazione e innovazione, transizione verde e coesione sociale trovano pienamente spazio e coerenza in un fenomeno come il turismo che cresce insieme al territorio e al contesto culturale e sociale che lo circonda».
Maria Carmela Colaiacovo
Alberghi, ma non solo perché anche il mondo del turismo residenziale attendeva con trepidazione l’esordio in Parlamento di Draghi. Esordio che Stefano Bettanin, presidente di Property Managers Italia, associazione nazionale di categoria del turismo residenziale, ha promosso: «Accogliamo con piacere le parole del neo premier Mario Draghi in Aula al Senato sul tema del turismo - ha spiegato - la presa di coscienza di questa crisi, profonda e dilagante, da parte della politica è il primo passo per la ripartenza».
«Il primo discorso è stato positivo - ha proseguito - si è parlato di aiutare imprese e lavoratori del turismo che sono stati colpiti in modo drastico dalla pandemia. Tra questi ci sono sicuramente gli alloggi extra alberghieri. Le scelte del prossimo periodo saranno fondamentali per la sopravvivenza o meno di migliaia di aziende in tutta Italia. Non si può ignorare il valore del comparto turistico che per anni ha determinato una quota importante del Pil nazionale. Come è stato detto, prima dell'epidemia rappresentava il 14% delle attività economiche. Dopo questa apertura, attendiamo quei sostegni concreti che nell'ultimo anno sono mancati».
Sorrisi anche tra i vertici di Fipe-Federazione italiana pubblici esercizi. Poco importa se i ristoranti non siano stati espressamente citati da Draghi, il discorso sulle politiche del lavoro e sul fisco hanno convinto il presidente, Lino Stoppani: «Draghi - ha detto - ha volato molto alto con un programma di grande visione che richiama a temi cruciali del Paese, al senso di Europa, alla responsabilità e all’unità che ad oggi deve essere un dovere. Quanto al mondo delle imprese abbiamo apprezzato i passaggi chiari sulla riforma del fisco i cui principi ricalcano idee da noi già espresse, ovvero della necessità di interventi coordinati e complessi e non a spot».
«Abbiamo apprezzato - chiude - anche l’idea di voler far ripartire le imprese, ma in sicurezza: è un buon auspicio. Infine l’idea di ristorare chi è costretto a rimanere chiuso, che ha reso il discorso ancora più meritevole: Fipe è fiduciosa in questo Governo e Draghi oggi non ha sbagliato una parola, ma non ne avevamo dubbi».
Federico Biffignandi
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