Guida Michelin Hong Kong:
con Vicky Lau
è l’anno delle donne
Nella città asiatica sono stati proclamati due nuovi ristoranti due stelle e otto ristoranti con una stella. E, come per le Michelin di Francia e di UK e Irlanda, sono le cuoche a fare notizia: in particolare Vicky Lau della Tate Dining Room, che è la prima chef donna in Asia a ricevere due macaron mentre l’altro nuovo bistellato della Baia è il ristorante francese L’Envol dell’hotel St Regis.
Proprietaria e chef del ristorante TATE Dining Room, Lau è una delle più note chef dell’Asia e, con le sue “storie da mangiare” realizza un’elegante e raffinata cucina franco-cinese.
Gli annunci sono arrivati durante l’ormai classica cerimonia virtuale con Gwendal Poullennec, direttore internazionale delle guide Michelin, che ha letto i nomi dei premiati in collegamento da Parigi.
La neo bistellata
Nata ad Hong Kong, a 15 anni Vicky Lau si è trasferita in Connecticut dove ha frequentato il liceo e la New York University. In qualità di grafica nella pubblicità è diventata direttore creativo di un’agenzia di design. Ruolo che sentiva andarle stretto, comprimendone l’estro. Detto, fatto: dopo un corso base di tre mesi presso Le Cordon Bleu a Bangkok ecco la folgorazione per la cucina, dove Lau ha trovato l’ambiente per esprimere la sua creatività: di qui il Gran Diplôme di nove mesi al corso Le Cordon Bleu Dusit. Dopo alcune esperienze in ristoranti di Hong Kong, nel 2012 il grande salto con l’apertura del suo ristorante, il TATE Dining Room. Un anno più tardi arriva la prima stella Michelin mentre nel 2015 viene nominata la migliore chef donna in Asia dalla World’s 50 Best Restaurants.
Il ristorante
Collocato nel cuore antico di Hong Kong, il TATE Dining Room è il luogo dove Lau crea le sue “storie da mangiare”, un’esperienza culinaria ed emotiva al tempo stesso: con il menu “Edible Stories” di otto portate la chef accompagna i suoi ospiti in un viaggio creativo attraverso eleganti storie gastronomiche e gourmet dal tocco femminile. Ingredienti rigorosamente locali, fatta eccezione per le capesante e il Wagyu australiano, sono a base di una cucina che strizza l’occhio alla tradizone francese, come nell’“ode al foie gras”. Notevole la carta dei vini e curatissimo il design del piatto e l’impiattamento. BARTU'
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