Vino e nuove tecnologie:
la strada per un settore
più agile e competitivo
Il comparto ha bisogno di una rivoluzione digitale che parta dalla vigna e arrivi a toccare tutti gli aspetti della gestione aziendale, facendosi guidare dai dati ma anche da una nuova consapevolezza
di Vincenzo D’Antonio
La tecnologia è ormai parte integrante della nostra vita. Non solo, in molti settori è diventata uno strumento valido per migliorare la qualità del lavoro sotto diversi aspetti. Così anche il settore vitivinicolo, per molti versi fortemente legato alla tradizione, di certo non può e si spera che neanche voglia, sottrarsi alla fruizione consapevole delle nuove tecnologie.
Dalla vigna al marketing,
un nuovo modo di pensare
il settore vitivinicolo Tecnologia che parte dal vigneto, transita in cantina e si compie nelle attività commerciali, marketing innanzitutto. Questo approccio fully integrated, che riguarda cioè tutti gli aspetti dell'impresa, produce risultati lusinghieri i cui effetti sono percepiti nel termine medio. Per i titolari ed il loro management si tratta di commutare il loro mind set, ovvero il loro modo di pensare, abbracciando la vision data-driven, guidata dai dati.Dal lavoro in vigna a quello in cantina, dalla nuova logistica allo Stakeholder Relationship Management (Srm) più evoluto, l’approccio fully integrated comporta saper cogliere le opportunità associate a una gestione più avveduta di tutta l’impresa. Queste tecnologie integrate e sincronizzate incrementano i livelli di monitoraggio aziendale ed al contempo agevolano le delicate attività di pianificazione e di decisione. È lo scenario della gestione aziendale che sospinta dalla digitalizzazione, sistematizza i flussi dei dati onde poter esercitare quella predittività in assenza della quale si brancola nel buio.
La tecnologia è ormai parte integrante della nostra vita. Non solo, in molti settori è diventata uno strumento valido per migliorare la qualità del lavoro sotto diversi aspetti. Così anche il settore vitivinicolo, per molti versi fortemente legato alla tradizione, di certo non può e si spera che neanche voglia, sottrarsi alla fruizione consapevole delle nuove tecnologie.
Dalla vigna al marketing,
un nuovo modo di pensare
il settore vitivinicolo Tecnologia che parte dal vigneto, transita in cantina e si compie nelle attività commerciali, marketing innanzitutto. Questo approccio fully integrated, che riguarda cioè tutti gli aspetti dell'impresa, produce risultati lusinghieri i cui effetti sono percepiti nel termine medio. Per i titolari ed il loro management si tratta di commutare il loro mind set, ovvero il loro modo di pensare, abbracciando la vision data-driven, guidata dai dati.Dal lavoro in vigna a quello in cantina, dalla nuova logistica allo Stakeholder Relationship Management (Srm) più evoluto, l’approccio fully integrated comporta saper cogliere le opportunità associate a una gestione più avveduta di tutta l’impresa. Queste tecnologie integrate e sincronizzate incrementano i livelli di monitoraggio aziendale ed al contempo agevolano le delicate attività di pianificazione e di decisione. È lo scenario della gestione aziendale che sospinta dalla digitalizzazione, sistematizza i flussi dei dati onde poter esercitare quella predittività in assenza della quale si brancola nel buio.
Tecnologia e agricoltura: l'impatto del Pnrr sul settore vitivinicolo
Questa che definiremmo la rivoluzione del comparto vitivinicolo è in qualche modo favorita dal Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza. A supporto dell’agricoltura il Pnrr prevede infatti investimenti pari a circa sette miliardi. Nel Pnrr si legge come "la strategia Dal produttore al consumatore sostiene espressamente che gli agricoltori devono trasformare più rapidamente i loro metodi di produzione e utilizzare al meglio nuove tecnologie, in particolare attraverso la digitalizzazione, per ottenere migliori risultati ambientali, aumentare la resilienza climatica e ridurre e ottimizzare l’uso dei fattori produttivi".
Il Pnrr inoltre specifica come "il progetto mira a sostenere attraverso contributi in conto capitale l’ammodernamento dei macchinari agricoli che permettano l’introduzione di tecniche di agricoltura di precisione (es. riduzione di utilizzo pesticidi del 25% a seconda dei casi applicativi) e l’utilizzo di tecnologie di agricoltura 4.0, nonché l’ammodernamento del parco automezzi al fine di ridurre le emissioni".
Inoltre, in coerenza con l’economia circolare, l’investimento include l’ammodernamento della lavorazione, stoccaggio e confezionamento del Food & Beverage, con l’obiettivo di migliorare la sostenibilità del processo produttivo, ridurre o eliminare la generazione di rifiuti, favorire il riutilizzo a fini energetici. Pertanto, per le aziende vitivinicole, il Pnrr è l’occasione imperdibile per finanziare le iniziative legate alla riduzione dell’impatto ambientale dei trasporti, migliorare la capacità di stoccaggio e trasformazione e migliorare la capacità logistica dei mercati all’ingrosso.
In questa illuminata gestione data driven siamo alle tre “i” di informatizzazione, intelligence e integrazione che abilitano il comparto ad essere più agile, più competitivo e più sostenibile.
Questa che definiremmo la rivoluzione del comparto vitivinicolo è in qualche modo favorita dal Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza. A supporto dell’agricoltura il Pnrr prevede infatti investimenti pari a circa sette miliardi. Nel Pnrr si legge come "la strategia Dal produttore al consumatore sostiene espressamente che gli agricoltori devono trasformare più rapidamente i loro metodi di produzione e utilizzare al meglio nuove tecnologie, in particolare attraverso la digitalizzazione, per ottenere migliori risultati ambientali, aumentare la resilienza climatica e ridurre e ottimizzare l’uso dei fattori produttivi".
Il Pnrr inoltre specifica come "il progetto mira a sostenere attraverso contributi in conto capitale l’ammodernamento dei macchinari agricoli che permettano l’introduzione di tecniche di agricoltura di precisione (es. riduzione di utilizzo pesticidi del 25% a seconda dei casi applicativi) e l’utilizzo di tecnologie di agricoltura 4.0, nonché l’ammodernamento del parco automezzi al fine di ridurre le emissioni".
Inoltre, in coerenza con l’economia circolare, l’investimento include l’ammodernamento della lavorazione, stoccaggio e confezionamento del Food & Beverage, con l’obiettivo di migliorare la sostenibilità del processo produttivo, ridurre o eliminare la generazione di rifiuti, favorire il riutilizzo a fini energetici. Pertanto, per le aziende vitivinicole, il Pnrr è l’occasione imperdibile per finanziare le iniziative legate alla riduzione dell’impatto ambientale dei trasporti, migliorare la capacità di stoccaggio e trasformazione e migliorare la capacità logistica dei mercati all’ingrosso.
In questa illuminata gestione data driven siamo alle tre “i” di informatizzazione, intelligence e integrazione che abilitano il comparto ad essere più agile, più competitivo e più sostenibile.
L'Internet delle cose all'interno del vigneto
Si è detto di approccio fully integrated. Si parte dal vigneto e nel vigneto le applicazioni necessarie attengono la cosiddetta Internet of Things (IoT o Internet delle cose, formula che definisce la connessione in Rete tra oggetti fisici di utilizzo quotidiano, ndr): si pensi ai sensori che garantiscono la tracciabilità della filiera agroalimentare dalla fattoria alla forchetta (F2F), abilitano la cosiddetta agricoltura di precisione, potenziando i livelli di controllo di terreni e coltivazioni, così consentendo di incrementare efficienza e produttività per singolo lotto.
In cantina, così agevolando non solo la produzione ma anche la logistica, si tratta di adottare evoluti sistemi di codifica ed etichettatura includenti le indicazioni di autenticità. Le tecnologie di Track & Trace contrastano le frodi e le contraffazioni, lenendo così le nocive minacce all’autentico Made in Italy.
Si è detto di approccio fully integrated. Si parte dal vigneto e nel vigneto le applicazioni necessarie attengono la cosiddetta Internet of Things (IoT o Internet delle cose, formula che definisce la connessione in Rete tra oggetti fisici di utilizzo quotidiano, ndr): si pensi ai sensori che garantiscono la tracciabilità della filiera agroalimentare dalla fattoria alla forchetta (F2F), abilitano la cosiddetta agricoltura di precisione, potenziando i livelli di controllo di terreni e coltivazioni, così consentendo di incrementare efficienza e produttività per singolo lotto.
In cantina, così agevolando non solo la produzione ma anche la logistica, si tratta di adottare evoluti sistemi di codifica ed etichettatura includenti le indicazioni di autenticità. Le tecnologie di Track & Trace contrastano le frodi e le contraffazioni, lenendo così le nocive minacce all’autentico Made in Italy.
Fusione tra esperienza fisica ed esperienza digitale
Dalla produzione – imbottigliamento – logistica, al think tank frenetico ma non per questo impulsivo (tutt’altro!) costituito dalle azioni di marketing. Un cliente da soddisfare e conseguentemente da fidelizzare.
In tutto ciò, giammai sottovalutare la delicatezza del business derivante dall’accoglienza: l’enoturismo, la vendita diretta. Ed è qui che diventano cruciali le soft skills delle persone di front office. Costoro sono persone esperte nello storytelling e conoscono bene i prodotti posti in offering. Si tratterà anche, nel termine breve, saper gestire la fusione di esperienze fisiche e digitali (phygital) allo scopo di attuare customer journey (l'esperienza di acquisto del cliente) e brand awareness (il grado di conoscenza di una marca da parte del pubblico di riferimento) a livelli ben più evoluti rispetto agli attuali. Deliziare il cliente facendo avverare i suoi sogni, ancor meglio che soddisfacendo i suoi bisogni.
Dove sta la delicatezza di questa necessaria transizione? Non nella tecnologia, ma nella sincera e profonda consapevolezza dell’ineludibilità della sfida. Sfida che va accettata, affrontata e vinta.
Dalla produzione – imbottigliamento – logistica, al think tank frenetico ma non per questo impulsivo (tutt’altro!) costituito dalle azioni di marketing. Un cliente da soddisfare e conseguentemente da fidelizzare.
In tutto ciò, giammai sottovalutare la delicatezza del business derivante dall’accoglienza: l’enoturismo, la vendita diretta. Ed è qui che diventano cruciali le soft skills delle persone di front office. Costoro sono persone esperte nello storytelling e conoscono bene i prodotti posti in offering. Si tratterà anche, nel termine breve, saper gestire la fusione di esperienze fisiche e digitali (phygital) allo scopo di attuare customer journey (l'esperienza di acquisto del cliente) e brand awareness (il grado di conoscenza di una marca da parte del pubblico di riferimento) a livelli ben più evoluti rispetto agli attuali. Deliziare il cliente facendo avverare i suoi sogni, ancor meglio che soddisfacendo i suoi bisogni.
Dove sta la delicatezza di questa necessaria transizione? Non nella tecnologia, ma nella sincera e profonda consapevolezza dell’ineludibilità della sfida. Sfida che va accettata, affrontata e vinta.
Nessun commento:
Posta un commento