Anche la birra ha un ruolo nel conflitto tra Russia e Ucraina. Può diventare strumento di difesa così come può essere simbolo di solidarietà. Il primo caso è quello del birrificio Pravda di Leopoli (Lviv), che ha convertito la sua produzione e ora prepara bombe molotov. Il secondo è quello del leader mondiale della birra Ab InBev, che sta riempiendo d'acqua mezzo milione di lattine che manderà poi alle frontiere tra Ucraina e Polonia e Ucraina e Moldavia, per aiutare le persone in fuga dal conflitto.
Le birre diventate molotovPravda, il birrificio che fabbrica molotov
La guerra è guerra e per difendersi ogni strumento può diventare utile. È ciò che ha pensato il birrificio Pravda di Leopoli (Lviv), città ucraina non distante dal confine polacco. Ha infatti sospeso la sua normale attività per dedicarsi alla fabbricazione di bombe molotov, da utilizzare contro i soldati russi. Una decisione che fa seguito agli appelli lanciati direttamente dal Governo, che ha invitato i cittadini ad armarsi e a preparare bombe molotov. «Il team di Pravda sta imbottigliando a mano oggi - si legge sulla loro pagina - È un imbottigliamento speciale. Molte persone vogliono aiutarci. Torneremo a imbottigliare birra più avanti». Il birrificio non è peraltro nuovo a iniziative che fanno discutere. In passato aveva messo sulle sue bottiglie proprio Vladimir Putin, nudo, e aveva chiamato la birra "Putin Huilo", che può essere tradotto come "Putin è una testa di...".
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Ab InBev, le lattine per il popolo ucraino
Ab InBev è leader mondiale nella birra con oltre 500 marchi. Nel suo più grande birrificio, quello di Leuven in Belgio, sta riempiendo d'acqua mezzo milione di lattine. L'azienda le porterà non appena possibile alle frontiere ucraine con Polonia e Moldavia, per aiutare chi sta sfuggendo dalla guerra. Ab InBev ha una grande presenza sia in Russia sia in Ucraina: 14 birrifici, 3 malterie e uffici che occupano in totale 5.370 persone. «Rimaniamo in stretto contatto con i nostri 1.800 colleghi ucraini e stiamo facendo tutto ciò che è in nostro potere per sostenere loro e le loro famiglie e per garantire la loro sicurezza e il loro benessere il più possibile - ha detto Jason Warner, presidente di zona - Comprendiamo dai nostri colleghi che le situazioni di confine siano estremamente difficili e vogliamo aiutare dove possiamo».
Gli ha fatto eco anche Arnaud Hanset, responsabile dell'azienda in Italia: «Il popolo ucraino sta vivendo un momento durissimo. Sostenerlo attraverso i mezzi che si possiedono è un impegno concreto che ci assumiamo con convinzione. Per questo, è motivo d’orgoglio che la nostra azienda si sia prontamente attivata per rifornire di acqua gli ucraini. Come in ogni buona famiglia, la solidarietà viene prima di tutto. È questo ciò che più conta in AB InBev, dove non esiste distinzione di confini, anche al proprio interno». IAT
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