Il corbezzolo è un arbusto spontaneo di origine europea appartenente alla famiglia delle Ericaceae, la stessa del mirtillo. Conosciuto in tempi antichi, Ovidio ne parla nella Metamorfosi, Virgilio nell’Eneide, Giovanni Pascoli gli ha dedicato un’Ode e durante il Risorgimento viene considerato simbolo dell’Italia per la colorazione che assume in autunno: foglie verdi, fiori bianchi e bacche rosse.
Le origini
È originario dell’Europa meridionale, nel nostro Paese si trova nelle zone del centro e del sud della penisola, in alcune regioni è conosciuto con il nome di ceraso marino. Può essere coltivato con molta facilità anche nel frutteto di casa; ha una buona capacità di riproduzione, cosa che lo rende utile in quelle aree colpite da incendi dolosi. I suoi frutti, le bacche, sono piccoli come ciliege e di colore rosso-arancio, forma tondeggiante e bitorzoluta, polpa gialla, morbida e granulosa, maturano in autunno, hanno un sapore piacevolmente acido, ricche di vitamine e sostanze antiossidanti.
Cosa fare con frutti e fiori?
Possono essere mangiati al naturale o sotto spirito, vengono trasformati in confetture, infusi, aceto e liquori. Con la fermentazione dei frutti si ottiene il “vino di corbezzolo” a bassa gradazione alcolica e leggermente frizzante in uso in Corsica, in Algeria e nella zona del promontorio del Conero che deve il suo nome proprio al corbezzolo. Nello stemma della provincia di Ancona viene raffigurato un ramo di corbezzolo con due frutti. In Sardegna, regione dove questa pianta nasce spontanea, dai fiori si ricava un miele dal gusto delicato con una nota amarognola e dalle proprietà balsamiche, consigliato per i malanni tipici della stagione invernale ed usato per preparare le seadas, dolce tipico a base di formaggio di capra. È molto ricercato e rappresenta l’ultima produzione delle api prima del lungo inverno.
In Portogallo si usa il corbezzolo per creare un liquore molto forte dal nome Aguardente de Medronho. In commercio si trova anche l’aceto. Le proprietà terapeutiche del corbezzolo sono racchiuse soprattutto nelle sue foglie, ricche di tannini (dall’azione astringente e anti-infiammatoria) e fenoli (sostanze dall’azione antiossidante), che possono essere assimilate bevendo infusi a base di foglie essiccate di questa pianta: questi ultimi agiscono infatti con attività antinfiammatoria soprattutto sulle biliari, sul fegato e sull’apparato circolatorio e con attività antispasmodica sull’apparato digerente. Le foglie erano usate in passato per la concia delle pelli; oggi sono utilizzate per aromatizzare formaggi.
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