sabato 25 gennaio 2025

Dal Medioevo alla mixology moderna

 

Dal Medioevo alla mixology moderna: 

la straordinaria 

storia del gin

Il gin affonda le sue radici nel Medioevo a Salerno, come infusione di vino e bacche di ginepro con scopi medicinali. La versione moderna nasce nel Seicento in Olanda con il jenever, poi diffuso in Inghilterra, dove il "gin craze" causò disordini sociali. Innovazioni come l'alambicco continuo diedero vita al London dry gin. Oggi, il gin vive un boom globale grazie alla mixology e a produzioni artigianali

Dal Medioevo alla mixology moderna: la straordinaria storia del gin

Né in Inghilterra, né in Olanda. Per risalire alle origini del gin dobbiamo andare indietro nel tempo fino a Salerno, addirittura attorno all'anno mille. Da un compendio del 1055 risulta infatti che i monaci della Scuola Medica Salernitana realizzavano una bevanda medicinale miscelando un'infusione di bacche di ginepro al vino.

«Certo, una preparazione che non aveva nulla a che vedere con il distillato che conosciamo oggi, in compenso era ritenuta un ottimo rimedio contro gotta e reumatismi, oltre ad avere proprietà digestive e antisettiche», ricorda Fulvio Piccinino, autore dei libri SapereBere e Il Gin Italiano.

La Nascita del Jenever

Per ritrovare qualcosa che si avvicinasse al gin “moderno” bisogna attendere la seconda metà del Seicento, quando in Olanda, non lontano da Amsterdam, la storica distilleria Bols creò il “Jenever”, un distillato a base di orzo o frumento e aromatizzato al ginepro, ispirato ai fermentati alcolici curativi utilizzati sin dal XIII secolo per combattere malattie come la peste

Dal Medioevo alla mixology moderna: la straordinaria storia del gin

Nella seconda metà del 1600 la distilleria Bols (in Olanda) creò il primo gin simile a quello moderno

Il Gin in Inghilterra e il “Gin Craze”

«Grazie all'importanza dell'Olanda nei commerci mondiali, ben presto il “Jenever” si fece conoscere e apprezzare in gran parte del globo.In particolare, in Inghilterra, dove però non tutti potevano permettersi l'“Holland gin” - come era chiamato il “jenever” oltremanica - originale d'importazione, fiorirono numerose microdistillerie che realizzavano surrogati a basso costo e di bassa qualità. Questi erano diffusissimi fra la popolazione più povera, in cerca di momenti di euforia ed evasione per dimenticare la misera esistenza che conduceva» ricorda Alfredo Mineo, titolare di Insulae Gin, il primo distillato di ginepro siciliano.

Dal Medioevo alla mixology moderna: la straordinaria storia del gin

Alfredo Mineo, titolare di Insulae Gin

Con conseguenze devastanti, passate alla storia come “gin craze”: il tasso di mortalità a Londra aumentò enormemente, così come risseschiamazzi e crimini in luoghi pubblici. Il Parlamento inglese cercò di porre rimedio emanando otto “Gin Act” tra il 1729 e il 1751, che imposero tasse sulla distillazione e limitarono la vendita di gin nei negozi. Queste misure portarono alla chiusura di molti piccoli produttori, lasciando il mercato a distillerie serie che producevano gin di qualità, come Finsbury (nata nel 1740), Greenall's (1761), Gordon's (1769) e Plymouth (1793).

Le innovazioni tecniche e l'evoluzione del gin

La selezione più attenta delle materie prime e innovazioni tecniche come il distillatore continuo (1832) resero il gin più raffinato, leggero e dolce, portando alla nascita dell'Old Tom, un “gin addolcito” con zucchero o botaniche come vaniglialiquirizia e zenzero per mascherare i difetti della distillazione. Nel XIX secolo, gli ufficiali della Marina Britannica iniziarono a usare il gin per diluire il chinino e l'Angostura bitter, utilizzati come rimedi contro la malaria e problemi digestivi: sono i primi esempi di miscelazione basata su questo distillato.

Dal Medioevo alla mixology moderna: la straordinaria storia del gin

L'alambicco continuo per la distillazione del gin

Negli anni '30 dello stesso secolo, l'alambicco continuo brevettato da Aeneas Coffey attirò l'attenzione dei produttori di Old Tom, come Alexander Gordon. «Questo alambicco permetteva di ottenere un distillato più puro e con una maggiore concentrazione di alcol, rendendo superflua la dolcificazione. Da qui ha origine il London dry gin, che esalta gli aromi del ginepro e delle altre botaniche», puntualizza Mineo.

Il rinascimento della mixology e il boom del gin

Arriviamo così alla storia recente, quella del boom del gin, che coincide con il cosiddetto rinascimento della mixology. Grazie alla sua ampia diffusione in miscelazione, negli ultimi trent'anni il distillato di ginepro è diventato protagonista assoluto del mercato degli spirits. Questa tendenza ha favorito la nascita di una miriade di nuovi prodotti in ogni angolo del globo, grazie anche alla relativa facilità di preparazione e stoccaggio (il gin non necessita di invecchiamento) rispetto ad altri distillati.

Dal Medioevo alla mixology moderna: la straordinaria storia del gin

Oggi sono numerose le etichette di gin presenti sul mercato

Accanto ai grandi produttori storici sono spuntate numerose distillerie e microdistillerie che propongono London dry e referenze aromatizzate con botaniche più o meno originali. Questi sviluppi hanno stimolato la creatività dei bartender e gli investimenti delle multinazionali del beverage, alla ricerca di nuove etichette “premium” da diffondere sui mercati globali. A queste si affiancano numerose produzioni artigianali, così come quelle esclusive e di nicchia create da bartender, cocktail bar e ristoranti d'hotel. Ce n'è davvero per tutti i gusti (e per tutte le tasche).

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