S.Pellegrino Young Chef, Edoardo Tizzanini vince la finale italiana
Edoardo Tizzanini col mentor Davide Galbiati |
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Sarà Edoardo Tizzanini, sous chef del ristorante Da Vittorio a Brusaporto (Bg), a rappresentare l’Italia il prossimo ottobre a Milano alla finale internazionale della 6ª edizione di S.Pellegrino Young Chef Academy Competition 2024-2025, il progetto ideato e promosso ormai da un decennio da S.Pellegrino allo scopo di supportare e ispirare i talenti del futuro in età compresa tra i 18 e i 30 anni.
S.Pellegrino Young Chef Academy, 10 sous chef e 10 chef mentor
La finale italiana, che si è svolta a Milano negli spazi delle Officine del Volo, ha visto impegnati 10 (sous) young chef, accompagnati da altrettanti chef mentor, che hanno elaborato le loro ricette e ne hanno illustrato alla giuria il procedimento di preparazione e il messaggio-concetto che si desiderava trasmettere. Giuria di alto profilo composta da Davide Di Fabio, Karime Lopez, Matteo Metullio, Giancarlo Perbellini e Isabella Potì. Perbellini, tre stelle Michelin con il suo Casa Perbellini 12 Apostoli di Verona, sarà lo chef mentor che guiderà alla finalissima Edoardo Tizzanini.
Il sous chef di Da Vittorio si è distinto per aver saputo comunicare la sua visione personale, con abilità e creatività, attraverso il signature dish "An artichoke heart". Il piatto (la carne diventa contorno e il carciofo è protagonista), perfezionato insieme al suo mentore Davide Galbiati, ha convinto la giuria e sarà affinato ulteriormente nei prossimi mesi con il supporto di Giancarlo Perbellini. Sarà valutato dalla Grand Jury composta da sette tra le personalità più influenti della gastronomia mondiale: Antonia Klugmann, Jeremy Chan, Christophe Bacquié, Mitsuharu Tsumura, Niki Nakayama, Elena Reyegadas e Julien Royer. Il loro verdetto eleggerà il giovane chef under 30 più talentuoso a livello internazionale. I piatti saranno valutati secondo tre criteri fondamentali: padronanza tecnica, creatività autentica e visione gastronomica personale e innovativa.
La ricetta vincitrice: An artichoke heartS.Pellegrino Young Chef Academy, gli altri premi
La serata milanese, impreziosita da una cena di gala elaborata dal catering Da Vittorio, vera ciliegina sulla torta, ha visto assegnare anche tre premi speciali. Il Fine Dining Lovers Food for Thought Award, votato dalla community online di Fine Dining Lovers, è stato vinto da Alessio Magistro con il piatto “Ossi di seppia”. Il S.Pellegrino Award for Social Responsibility ha incoronato Josefina Zojza per la sua “Trota Puccini”, che ha colpito la Sustainable Restaurant Association, che gestisce Food Made Good, il più vasto programma di sostenibilità nella ristorazione e community globale per guidare la sostenibilità nel settore ospitalità. L'Acqua Panna Award for Connection in Gastronomy è stato assegnato a Lorenzo Manosperti, che ha presentato “Lamb & Conifers”. Il suo piatto ha espresso l’equilibrio di gusto raccontando il patrimonio gastronomico del proprio territorio di origine.
La giuria: Davide Di Fabio, Isabella Potì, Matteo Metullio, Karime Lopez, Giancarlo PerbelliniQueste le coppie di young chef e chef mentor protagoniste della giornata:
- Edoardo Tizzanini - Davide Galbiati
- Silvia Rozas- Marco Zambon
- Josefina Zojza - Simone Caponnetto
- Alessio Magistro - Edoardo Traverso
- Gabriel Collazzo - Luigi Lionetti
- Eros Castrogiovanni - Domenico Magnifico
- Elisa Frutti - Arianna Gatti
- Simone Buggiani - AlexanderRobles
- Lorenzo Manosperti - Luca La Peccerella
- Marco Pezzaioli - Giuliana Germiniasi
S.Pellegrino Young Chef Academy, "Crea il tuo futuro"
La giornata ha visto anche i membri della giuria animare il dibattito “Crea il tuo futuro”, che ha analizzato tre concetti di fondo: Identità, Ambiente di lavoro e Lavoro di squadra. «L’identità - ha spiegato Isabella Potì - si definisce con il tempo, l’amore e le critiche. Gli chef di successo non si fermano mai; il cambiamento è necessario e a volte cambiare idea è giusto».
Per Matteo Metullio è anche «la capacità di sapersi ascoltare e ascoltare. Un metodo che mi ha portato da essere dipendente a indipendente, da cuoco a titolare». Sull’ambiente di lavoro Giancarlo Perbellini ha fatto un salto indietro nel tempo: «All’inizio è stato difficile e il passaggio dall’Italia alla Francia è stato devastante, come il “nonnismo” subito in caserma da militare. Poi ho impostato un andamento diverso offrendo ai ragazzi l’ambizione di crescere. Vanno “costruiti” piano piano. In quest’ottica ho quindi deciso di togliere una parete per favorire la fusione tra brigata di sala e di cucina. Una collaborazione che diventa un vantaggio».
«Per poter lavorare bene insieme - ha puntualizzato Davide Di Fabio - serve rigore, rispetto ed è importante creare lo stress positivo, una fiamma che alimenta la passione e il sogno». Sul lavoro di squadra Karime Lopez non ha dubbi: «Ho formato una famiglia in cucina».
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