mercoledì 10 settembre 2025

Mancia obbligatoria nei ristoranti?

 

Mancia obbligatoria nei ristoranti? Una toppa che non risolve stipendi bassi e contratti fermi

Il restaurant manager Piero Pompili propone di rendere la mancia un passaggio obbligato al ristorante, così da dare subito respiro economico a chi lavora tra sala e cucina con stipendi fermi da anni. La Fipe avverte che una misura del genere rischia però di scaricare nuovi costi sui clienti, in un mercato già messo a dura prova dalla crisi

di Nicholas Reitano
Redattore

Mancia obbligatoria nei ristoranti? Una toppa che non risolve stipendi bassi e contratti fermi

Introdurre la mancia obbligatoria nei ristoranti per sostenere i lavoratori della sala e della cucina. È questa la proposta lanciata da Piero Pompili, restaurant manager del ristorante Al Cambio di Bologna. Una posizione che ha - inevitabilmente - acceso il dibattito, toccando un nervo scoperto di un comparto che vive da anni fra salari bassi, orari infiniti e contratti inadeguati. Un tema che ha richiamato anche l’attenzione della Fipe, la Federazione italiana pubblici eserciziche sulle mance si è già espressa con chiarezzasono sì uno strumento importante per valorizzare il lavoroma non possono trasformarsi in un ulteriore peso scaricato sui consumatori.

La proposta di Pompili: mancia obbligatoria per sostenere i lavoratori

Pompili ha affidato la sua idea a Fanpage.itspiegando di immaginare una mancia resa obbligatoria e applicata al momento del contocosì da garantire un’integrazione economica immediata a chi lavora nei ristoranti: «Potrebbe sembrare un modo di deresponsabilizzare i datori di lavoro - ammette - e il nostro Statoma per come la vedo io è un intervento rapido e concreto a sostegno di chi ogni giorno è in sala. In questo modo incentivi anche il personale a lavorare meglio sapendo che guadagnerà anche in base a come si comporterà con il cliente».

Secondo il restaurant manager, i problemi del comparto non possono più essere rinviati. Le retribuzioni restano fermei contratti sono ancora ancorati a schemi degli anni Settanta e i giovani faticano a trovare motivazioni in un mestiere che spesso li porta a lavorare sedici ore al giorno per guadagni modesti. «I giovani passano la loro vita in cucina e tra i tavoli del ristorante. Sedici ore al giorno di lavoro per che cosa? È più probabile essere colpiti da un asteroide che diventare il nuovo Carlo Cracco» dice senza giri di parole Pompili, che invita a smettere di limitarsi alle lamentele e a mettere sul tavolo soluzioni concrete.

Mancia obbligatoria nei ristoranti? Una toppa che non risolve stipendi bassi e contratti fermi

Piero Pompili, restaurant manager del ristorante Al Cambio di Bologna

Il nodo principale resta quello dei costiche soffocano le imprese e non consentono di retribuire in modo adeguato: «I datori di lavoro sono estremamente appesantiti dalle tassequesto penso sia chiaro a tuttiNei grandi ristorantiche sono il mio ambito di esperienza come restaurant managerbisogna coprire due turniuno a pranzo e uno a cenaBisognerebbe assumere una doppia brigatama i costi sono elevatissimi. Non è facile sostenerli, si fa difficoltà anche con buste paga da 1800 euro. Il governo dovrebbe intervenire sulle tassema in ogni caso i tempi sarebbero lunghi. A me piacerebbe che si aprisse un confronto con lo Stato così come non è mai stato fatto, ma sarebbe bello se a portare avanti le istanze della categoria fossero i lavoratori che entrano in cucina tutti i giorni».

Mancia obbligatoria nei ristoranti? Una toppa che non risolve stipendi bassi e contratti fermi

Per Pompili, la mancia è uno strumento immediato (che non toglie nulla agli stipendi)

Per questola mancia obbligatoria viene proposta come strumento immediatosenza togliere nulla agli stipendi: «La mia idea prevede che gli stipendi restino gli stessi ma che ci sia in aggiunta una mancia variabileseppur obbligatoriaA sua discrezione il cliente può elargire una mancia che può andare dal 5 al 20%. Aumenterebbe il livello di servizio, la motivazione dei lavoratori e la loro qualità della vita» continua Pompili, che si dice consapevole dei rischi di deresponsabilizzazione, ma insiste sulla necessità di tamponare quella che definisce «una vera e propria emergenza nelle cucine».

Il ragionamento non trascura un’altra questione fondamentalei contratti regolari. «La regolarità dei contratti resta la baseovviamente», precisa, anche se ribadisce come per molti locali i margini siano ridottissimi. «Penso che la maggior parte dei datori di lavoro in Italia non possa permettersi i costi elevati del lavoroI grandi ristoranti possono pensare di assumere la doppia brigataanche se è difficile anche per loroma i locali a conduzione familiare non possono lontanamente immaginarlo. Sono loro a portare avanti la maggior parte dei ristoranti nel nostro Paese. E poi la mancia obbligatoria è presente all’estero ed è un vero e proprio sistema in Americachi viaggia tanto lo sa».

La posizione della Fipe sulla mancia obbligatoria

A questa proposta, la Fipe invita alla cautela. Il presidente Lino Stoppani, intervistato da Italia a Tavolanon nega l’importanza delle mancema mette in guardia da semplificazioni: «In un mondo di ideali ha perfettamente ragione - osserva - ma se vogliamo essere pragmatici questa operazione si traduce in una maggiorazione del costo del servizio. E qui il dubbio è se il mercato oggi sia davvero in grado di reggere un aggravio del genereSignificherebbe aumentare sensibilmente i prezzi, e a quel punto bisogna capire come reagirebbero i clienti. Qualcuno sarebbe indifferente, ma la stragrande maggioranza dei frequentatori di pubblici esercizi ne uscirebbe penalizzata. Per questo bisogna essere molto prudenti».

Mancia obbligatoria nei ristoranti? Una toppa che non risolve stipendi bassi e contratti fermi

Lino Stoppani, presidente della Fipe

La Fipe riconosce che il problema salariale è realema ricorda che le radici affondano in questioni strutturali: «Mi rendo conto che in questo paese c’è un problema di salari bassi, non perché non si vogliono pagare le persone, ma perché c’è un problema di produttività e di marginalità dell’attivitàSenza margini - oggi il comparto fatica a garantire - non si fanno investimentinon si distribuisce il capitale e non si riesce a pagare meglio i lavoratori». Ecco perché, conclude Stoppani, la mancia obbligatoria non può essere vista come una soluzione definitiva: «È un intervento con un peso molto invasivoda maneggiare con cautelaanche se la logica di fondo è comprensibile. Il tema vero è l’attrattività del settore, la tenuta dei salari e, più in generale, la crescente povertàSiamo d’accordo che i salari debbano aumentarema non può essere il cliente a farsene caricoperché non sarebbe la soluzione "perfetta"semmai un palliativo».

Le mance digitali e il regime fiscale agevolato

Il tema delle mance, del resto, non è nuovo e ha già trovato un primo riconoscimento con la Legge di Bilancio 2023La normativa, ricordiamo, ha introdotto un regime fiscale agevolato con tassazione sostitutiva del 5% sulle mance digitalimisura estesa ai lavoratori del comparto turisticoalberghiero e della ristorazione con redditi fino a 50mila euro annui.

Le mance, considerate redditi da lavoro dipendente, restano escluse dal calcolo dei contributi previdenziali e non incidono sul trattamento di fine rapporto, riducendo così anche gli oneri per i datori di lavoro. Inoltre, il limite massimo su cui applicare la tassazione agevolata è pari al 25% del reddito annuo percepito per le prestazioni nel comparto. Grazie a questa novità, il pagamento delle mance tramite carta di credito ha registrato un aumentoma, nonostante ciò, c’è ancora molto da fare.

La mancia obbligatoria non farà uscire 

la ristorazione dal suo vicolo cieco

In fondo la vera questione resta sempre la stessanon possiamo chiedere ai clienti di pagare il conto due volteuna per il pasto e una per il lavoro che lo rende possibileLa mancia obbligatoria potrà tamponare qualche situazione, ma non farà uscire la ristorazione italiana dal suo vicolo cieco: salari fermi, contratti vecchi e un comparto che continua a vivere di emergenze.

Mancia obbligatoria nei ristoranti? Una toppa che non risolve stipendi bassi e contratti fermi

Le mance non devono trasformarsi in un surrogato salariale o in un balzello mascherato

I ristoranti, come andiamo dicendo da annisono il motore del turismo, e allora servono politiche strutturali e investimenti seri, non soluzioni improvvisatePerché l’ospitalità non può vivere di elemosinenemmeno obbligatorie.

Nessun commento:

Posta un commento