In Messico c’è un ristorante
stellato dove, ogni tanto,
il conto lo decide il cliente
Il “Masala y Maiz” di Norma Listman e Saqib Keva a Città del Messico organizza giornate speciali in cui ognuno paga secondo le proprie possibilità, per ridurre le disuguaglianze e rendere la cucina accessibile a tutti
Mangiare quello che si vuole e pagare quanto si può: è la filosofia che da tempo anima il ristorante fusion "Masala y Maiz" di Città del Messico, guidato da Norma Listman e Saqib Keva e che porta in tavola piatti che intrecciano la cucina messicana con quella africana (dell'est) e indiana. Un locale che non solo ha conquistato una stella Michelin e l’Icon Award dalla classifica The World’s 50 Best Restaurants nel 2021, ma che continua a farsi notare per un’idea capace di ribaltare il concetto di accessibilità in sala.
Un modello che abbatte le barriere economiche e apre la cucina a tutti
Come riportato dalla Bbc, nel corso dell’anno il "Masala y Maiz" organizza alcune giornate particolari, durante le quali propone ai clienti un menu completo, dall’antipasto al dolce, senza fissarne il prezzo. A fine pranzo o cena non arriva un conto tradizionale, ma una busta in cui ognuno può lasciare la cifra che ritiene adeguata rispetto a ciò che ha mangiato. L’unica richiesta è di indicare l’eventuale presenza della mancia, mentre tutto il resto viene lasciato alla sensibilità e alle possibilità di chi siede a tavola.
Alla base di questa scelta c’è la volontà di rendere la cucina aperta a tutti, senza barriere economiche. «Ci sono molte disparità economiche tra le classi sociali in città. Esistono persone che guadagnano tutto il denaro e persone che fanno tutto il lavoro. Questo crea una grandissima disparità» ha spiegato Listman alla Bbc. Da qui l’idea di un modello che, almeno per un giorno, colmi quel divario. «Il nostro modello vuole colmare quel divario e rendere i ristoranti accessibili a tutti, almeno per un giorno» ha aggiunto la chef.
Dal sostegno dei clienti alla nascita di una rete di ristoranti solidali
La risposta del pubblico è stata sorprendente e, soprattutto, sostenibile. I proprietari raccontano infatti che la maggior parte dei clienti lascia un contributo adeguato, che sia in denaro o attraverso piccoli doni allo staff. Nessuno, insomma, esce senza aver trovato un modo per ringraziare. Non manca chi ha voluto fare ancora di più: «C’è anche chi ha pagato tre volte il prezzo normale» ha precisato Keval.
Ma il successo dell’iniziativa non è rimasto circoscritto a quelle mura. In breve tempo si è di fatto allargato a una rete di oltre venti locali di Città del Messico e dintorni, realtà diverse tra loro ma unite dalla stessa scelta. Anche loro, più volte all’anno, invitano i propri clienti a «mangiare quello che vuoi e pagare quello che puoi», rafforzando così un movimento che trasforma il ristorante in un luogo di incontro e condivisione, capace di mettere insieme cucina e responsabilità sociale.
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