sabato 7 maggio 2016

MALVASIA DELLE LIPARI, POCA PRODUZIONE MA...

Malvasia delle Lipari, 

poca produzione 
Caravaglio: 

«Ma i numeri crescono»

In 30 anni, quella che era una piccola produzione tipica
dell’isola di Salina ha visto quadruplicare la superficie vitata. Famoso nel mondo, il Malvasia delle Lipari conta su una produzione di circa 200mila bottiglie
Il vino Malvasia delle Lipari è uno dei passiti più celebrati d’Italia, di cui però la produzione è piuttosto limitata. Per cercare di agire a tutto tondo sul fronte produttivo vitivinicolo, partendo dalla Malvasia, bene comune per tutte le isole dell’arcipelago delle Eolie, nel 1999 nasce il Consorzio di tutela e valorizzazione del vino Malvasia delle Lipari e Igp Salina, il cui presidente dal 2002 è Antonino Caravaglio (nella foto), il cui obiettivo è guardare anche agli altri vitigni e vini che il territorio può esprimere, tenendo conto della sua preziosa specificità.



Nonostante, come detto, la produzione attualmente sia limitata, «i numeri registrano una crescita - spiega Caravaglio - anche se siamo ben lontani dai tempi in cui si producevano 16mila ettolitri: parliamo della fine dell’800. Dopo una leggera ripresa agli inizi del secolo scorso, di fatto i vigneti stavano quasi per scomparire. A Salina c’è stato un ritorno all’attività agricola, soprattutto alla viticoltura, negli anni ‘80. Si è ricominciato ad impiantare, ed oggi si continua ad impiantare. Rispetto alla fine degli anni ‘80, oggi abbiamo quadruplicato la superficie vitata, passando da circa 20 ettari agli attuali 70-80». 

La produzione dell’intera isola è di circa 200mila bottiglie all’anno. «Si tratta di piccole produzioni - precisa il presidente del Consorzio - che fanno capo ai 12 produttori presenti sull’isola di Salina. Una quantità che si può paragonare a quella di una cantina di medie dimensioni».

Antonino Caravaglio
Antonino Caravaglio

Ci sono però dei vini ricercati: «La Malvasia delle Lipari - spiega Caravaglio - ha un bel nome all’interno del panorama enologico internazionale. È un vino che ha una bella storia, è ottenuto da un’uva che è sempre stata destinata alla vinificazione, quindi si tratta di un vino che ha secoli di storia alle spalle. Il futuro di questo vino è la crescita, ma ciò che è sicuramente interessante sono i risultati che si sono ottenuti dalla vinificazione senza appassimento dell’uva Malvasia delle Lipari, che dà vita a dei vini bianchi interessanti, che hanno diversi anni di durata in bottiglia».

L’obiettivo è portare la Malvasia delle Lipari a diventare un vino consumato a tutto pasto: «Bisogna prevedere una modifica del disciplinare di produzione - sottolinea Caravaglio - introducendo o sostituendo la tipologia liquorosa, che non si è mai rivendicata, con la tipologia secca».



Il mercato della Malvasia delle Lipari, oggi, è «innanzi tutto il mercato locale: le isole Eolie insieme a Taormina sono i maggiori poli turistici della Sicilia - conclude il presidente del Consorzio - poi c’è il mercato nazionale, ma soprattutto l’estero, in particolare i Paesi del Nord Europa».
Italiaatavola

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