venerdì 27 maggio 2016

il Parmigiano Reggiano punta sulla Gdo

Con arte del taglio 

e prodotto di montagna 
il Parmigiano Reggiano 

punta sulla Gdo

Il Consorzio ha presentato a Cibus un video-tutorial
destinato agli operatori italiani e, soprattutto, a quelli stranieri, che mostra i segreti dell’arte del taglio a mano. Decine di incontri con le catene distributive
Il Consorzio di tutela del Parmigiano Reggiano ha svelato a Cibus i segreti dell’arte del taglio a mano, attraverso un video-tutorial destinato agli operatori italiani e, soprattutto, a quelli stranieri. Una vera e propria guida al porzionamento e al confezionamento per la migliore valorizzazione della qualità del prodotto e il conseguente ritorno per il punto vendita.

Alessandro Bezzi
Alessandro Bezzi

«Il video che abbiamo realizzato vuole mostrare la bellezza del taglio della forma di Parmigiano Reggiano - ha spiegato Alessandro Bezzi (nella foto), presidente del Consorzio - insegnando la tecnica fin dalla nascita del prodotto. La forma inizia con un primo passaggio di 12 mesi in cui viene espertizzata, si valuta se la forma ha tutti i suoi requisiti, dopodiché parte la stagionatura che in base alle richieste che ci sono può essere di 12, 24, 36, 40 mesi, ma ci sono state forme anche di 60 e 70 mesi».



Ma questa non è l’unica novità presentata dal Consorzio al Salone dell’agroalimentare di Parma. Dopo un 2015 caratterizzato da una produzione stabile, da un aumento dell’export senza precedenti (+13,2%) e da una ripresa del mercato interno, proprio con le catene distributive il Consorzio ha premuto l’acceleratore programmando nuove azioni promozionali e di comunicazione fino a tutto il 2017, puntando a rendere stabili quegli elementi di attenzione attorno al prodotto che l’anno scorso hanno determinato una crescita del 34% negli Stati Uniti, con 225mila forme esportate.

«Il Parmigiano Reggiano - ha proseguito il presidente Bezzi - ha semplicemente due strade: o non viene bene, se interviene la sfortuna, oppure nasce. Questo perché è un prodotto al 100% naturale, non ha additivi e deve sempre rispettare un disciplinare che pone delle regole in grado di conferire un valore aggiunto al prodotto. Il Parmigiano Reggiano è un prodotto che nasce tutti i giorni, perciò tutti i giorni non è mai uguale, ha delle bellissime caratteristiche e vale veramente la pena vedere come si produce, a partire dal primo giorno fino al momento in cui si apre la forma».



Fra gli appuntamenti più rilevanti a Cibus c’è stata poi l’azione destinata alla promozione del prodotto di montagna (il Parmigiano Reggiano è il formaggio con la più alta quota assoluta di produzione nelle aree montane), in particolare il “Progetto Qualità” messo a punto dal Consorzio come opportunità per i caseifici, il territorio e gli stessi operatori del trade.

Riflettori accesi anche sulla nuova linea di prodotti (tra cui burro, ricotta tosone, latte, e formaggio “Gran Fresco”), ottenuti dal latte di prima qualità che rispetta il disciplinare della Dop. E poi grande successo per il progetto “Sono come mangio”, percorso di educazione alimentare promosso dal Consorzio Parmigiano Reggiano nelle scuole primarie e secondarie. Di grande richiamo, infine, è stata l’idea inedita di offrire una degustazione che ha unito arte, qualità e gusto attraverso un quadro edibile dedicato al mondo del Parmigiano Reggiano, preparato da “Sartoria dei sapori - Catering scenografico” di Carpi (Modena).
ITALIAATAVOLA

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