A metà strada tra arnese da cucina e oggetto di design, ETO è il decanter ideato da Tom Cotton che promette di rivoluzionare la vita degli appassionati di vino. E che ha già riscosso un successo incredibile, raggiungendo e superando in tempi brevissimi il budget ipotizzato sulla piattaforma Kickstarter per finanziarne la produzione.
Le ragioni del successo stanno tutte nella peculiarità del brevetto. A dispetto degli altri decanter, infatti, ETO (ovvero “ancora” in gallese), promette di conservare intatta la qualità del vino per almeno 12 giorni: un risultato ottenuto dopo cinque anni di ricerche e tentativi e comprovato da una serie di test condotti da esperti che hanno dimostrato la sua efficacia nel proteggere il vino dall’ossidazione. Efficacia che supera di gran lunga quella dei numerosi competitor.
Già, perché il settore della conservazione del vino non è affatto marginale. Si tratta, come ben sappiamo, di un prodotto estremamente delicato e si stima che circa 50 milioni di litri finiscano miseramente nei lavandini ogni anno perché hanno perso la loro freschezza.
E proprio questo sperpero (che in termini economici si traduce circa 250 milioni di sterline che vanno in fumo ogni anno) ha spinto Cotton a cercare una soluzione, conciliando la sua esperienza praticamente ventennale nel campo del design e la sua passione per il vino.
Il funzionamento di ETO è semplice: il vino viene versato in un contenitore a tenuta stagna dal quale il vino viene versato quando deve essere consumato; il liquido rimane completamente isolato dagli agenti esterni, semplicemente spingendo in basso il collo di ETO che si blocca una volta raggiunto il vino e impedisce alle molecole di ossigeno di raggiungerlo.
Efficienza, facilità di utilizzo, dunque, ma anche bellezza; il decanter ideato da Tom Cotton è a tutti gli effetti un raffinato oggetto di design e sarà venduto a un prezzo relativamente basso; per questo ha già trovato diversi sostenitori tra cui anche Tom Harrow, wine director presso il wine merchant Honest Grapes di Londra, che ha confermato come “dopo 7 giorni in Eto non c’era alcuna differenza di gusto dalla bottiglia appena aperta”.
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