mercoledì 20 settembre 2017

La pasta artigiana conquista gli italiani

La pasta artigiana 

conquista 

gli italiani

La seduzione del pastificio in mezzo ai campi di grano


La pasta artigianale seduce gli italiani che nonostante la crisi sono disposti a spendere di più per una pasta di qualità: in media 1,6 euro per 500 grammi, con il 10 per cento degli intervistati che spenderebbe fino a 2,5-3 euro. Un dato confortante per i produttori che nell’anno dei cereali, il 2017, si trovano alle prese con un raccolto eccezionale per qualità, quantità, salubrità, resa per ettaro, percentuale di proteine. Proprio nell’anno dei cereali la Mancini Pastificio Agricolo viene presentato come case history, un esempio di come si possa portare avanti un modello diverso di produzione e trasformazione del prodotto, la pasta.

Andrea Segrè_Pof. Stupazzoni_Massimo Mancini.JPG

 

LOTTA ALLO SPRECO

Le finalità sono state al centro del seminario del Plesso di Agraria, dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Università di Bologna. Obiettivo: individuare il livello di consapevolezza rispetto alle tecniche produttive, al valore della pasta artigianale, alla lotta allo spreco. L’ha realizzata, per conto di Mancini Pastificio Agricolo, la società Last Minute Market, spin off dell’Alma Mater, in collaborazione con SWG, su un campione di 1.300 soggetti maggiorenni.  «La nostra mission è quella di dare valore al prodotto e soprattutto ai produttori, da sempre i più penalizzati, perché all’interno della filiera sono coloro che meno beneficiano del valore aggiunto», ha detto il prof. Andrea Segrè, fondatore di Last Minute Market e docente di Economia Agraria nel Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna. «Questa indagine ci consente di comprendere se esistano spazi di mercato per un prodotto sostenibile sotto tanti punti di vista: economico, in primis, ma anche ambientale e sociale. Vogliamo ragionare su un modello differente, come quello rappresentato da Mancini, e da altri che vorranno seguire il suo esempio». Per Massimo Mancini, titolare del pastificio, è stato un ritorno a casa: è da questa università che è partito, laureandosi con una tesi sulla filiera del grano duro, con il professor Giorgio Stupazzoni, presente alla conferenza stampa. Come ha evidenziato l’indagine, il mercato della pasta artigianale attualmente seduce il 7 per cento degli intervistati, che hanno affermato di utilizzarla

Mancini Pastificio Agricolo.jpg

MERCATO D NICCHIA

«C’è un mercato di nicchia che può comunque essere esteso, abbiamo registrato segnali incoraggianti e indizi che ci indicano una direzione da seguire» ha confermato Massimo Mancini. Un aspetto da non sottovalutare è una certa carenza di informazioni da parte del pubblico sulla provenienza della materia prima: la maggior parte, infatti, ignora quanti chilometri faccia il grano prima di essere trasformato in pasta. Oltre la metà delle persone che hanno partecipato all’indagine ha una nozione piuttosto vaga riguardo ai procedimenti utilizzati per la produzione di pasta. Per essere un Paese in cui mediamente si consuma questo prodotto quasi 5 volte alla settimana è quanto meno curioso che regni una tale confusione riguardo a come viene prodotta.  Ecco perché è importante promuovere una maggiore comunicazione riguardo alla filiera. Per quanto riguarda lo spreco alimentare, un dato sconfortante: secondo le informazioni fornite da Last Minute Market, la pasta cotta sarebbe l’alimento maggiormente gettato via, proprio perché non gli viene attribuito abbastanza valore. Ecco perché il progetto di Mancini Pastificio Agricolo risulta, dati alla mano, vincente.


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PASTIFICO NEI CAMPI

Il centro di questo progetto è il pastificio realizzato in mezzo ai campi di grano, nelle Marche, – territorio votato al grano duro – dove batte il cuore dell’azienda. «Normalmente è il marketing a fissare il prezzo, e a chi lavora la terra vanno le briciole. Noi facciamo il contrario: è la qualità del lavoro nei campi e nello stabilimento che definisce il costo di un pacco di pasta. Alle spalle abbiamo anni di apprendistato e di studio, un piano marketing costruito su misura, e la voglia di proporre il nostro prodotto “battendo il marciapiede” palmo a palmo. Facciamo assaggiare la nostra pasta a chef di ristoranti stellati e botteghe di alto livello, lasciando che siano loro a decidere se e come utilizzarla. Una strategia che ci sta premiando, e che discende dallo stesso rapporto concreto e trasparente che sorregge la parte produttiva», ha concluso Massimo Mancini. Info: www.pastamancini.com 

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