lunedì 25 settembre 2017

Il Greco Doc: Passito più Antico d’Italia


Il Greco Doc: 

Passito più Antico 

d’Italia

Il Greco Doc, vitigno autoctono calabro è ormai assodato essere una Malvasia: condivide il primato con il Moscato di Siracusa



E’ il vino passito più antico d’Italia. La vite dalla quale si ricava il Greco di Bianco ha origini molto remote: si ritiene che il primo tralcio sia arrivato in Calabria, nel territorio di Bianco, nella locride, la Costa dei Gelsomini, già nel VII secolo a.C., quando i Greci sbarcarono nella Calabria jonica, presso il promontorio Zefirio, oggi chiamato Capo Bruzzano.


Vitigno avvolto nella leggenda: C’è un po' di giusta leggenda in questa ricostruzione verosimile dato che, come sostengono i professori Attilio Scienza dell’Università di Milano e Rocco Zappia dell’Università Mediterranea della Calabria, il vitigno del Greco di Bianco Doc è una malvasia, quindi con relazioni individuate a livello di germoplasma con le varie malvasie mediterranee, a cominciare da quelle dell’ex Jugoslavia. La sua storicità però è documentata, se possiamo dire, anche dalla tecnica di appassimento delle uve, che vengono vendemmiate proprio in questi giorni.
Raccolte rigorosamente a mano e poste delicatamente su graticci di canna al sole (alcuni produttori usano tecniche più moderne, ma ammesse dal disciplinare), subiscono un appassimento che può determinare, in relazione al contenuto in zuccheri, una loro riduzione di peso fino al 35%. Al termine avvengono pigiatura e torchiatura. La resa massima di uva in vino al consumo non deve essere superiore al 45%.


Il metodo di appassimento, delle potenzialità di questo vino e far conoscere le realtà produttive della Doc, con le caratteristiche peculiari del tradizionale metodo di appassimento delle uve, nonchè la pigiatura con la torchiatura, così da illustrare il poco conosciuto territorio della locride, si parlerà durante la visita dei giornalisti dell’Unaga e Arga - la stampa agricola e agroalimentare italiana, gruppo di specializzazione della Fnsi, e la sua articolazione calabra- ai produttori del vino Greco.
L’obiettivo quello di far conoscere le realtà produttive della Doc e le caratteristiche peculiari del tradizionale metodo di appassimento delle uve, come pigiatura e torchiatura, illustrando il poco conosciuto e splendido territorio della locride.


Presente il ministro Martina: All’incontro è annunciata anche la presenza del ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, con lui anche dei massimi esponenti regionali. In particolare il ministro sarà presente sabato 16 settembre all’evento che si terrà nella prestigiosa cornice della Villa romana di Casignana, comune confinante con Bianco, appunto, inserito del disciplinare della Doc e, per questo, ciliegina sulla torta finale dell’iniziativa. Evento dove si farà il punto per il rilancio di questo splendido passito, ponendo, magari, le basi per una revisione del disciplinare, nonché la creazione di un Consorzio di tutela e promozione, quanto mai necessari, per questo vino e tutto il territorio.
A sostenere il progetto anche il prof. Attilio Scienza dell’Università di Milano, potremmo dire il guru del vino di qualità italiano, che individua notevoli potenzialità in questo vitigno. Con lui anche Rocco Zappia, dell’Università mediterranea di Reggio Calabria, grande conoscitore del Greco e dei vitigni autoctoni calabri. Per la decina di giornalisti accreditati, non mancheranno approfondimenti culturali ed enogastronomici, elementi forti di questo territorio ricco di storia e vestigia, si pensi all’Antiquarium di Locri. Non mancherà poi la vendemmia in notturno: evento nell’evento.
Donato Sinigaglia 

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