Terre d’Oltrepò sotto indagine
Chieste condanne
per gli ex dirigenti
Tra i 4 e i 6 milioni di euro, rispetto ai 18 contestati. Tanto potrebbe essere costretta a versare all’Erario la cantina sociale di Broni Terre d’Oltrepò nell’ambito della vicenda giudiziaria che la vede coinvolta.
Secondo l’inchiesta, negli anni della gestione Cagnoni l’azienda avrebbe avuto profitti illeciti per 18 milioni e mezzo di euro, ottenuti attraverso la truffa commerciale del vino per cui sono attualmente processo diversi membri della vecchia dirigenza.Se percorrere o meno la strada della richiesta di patteggiamento, sarà al centro dell’assemblea dei soci che si terrà al teatro Carbonetti e il prossimo 16 gennaio e che, viste le cifre in ballo, si preannuncia rovente. Intanto, a proposito della vecchia guardia della cantina, sono arrivate le prime richieste dei pubblici ministeri al termine dell’udienza preliminare per la maxi frode del vino, perlomeno quelle relative agli imputati di associazione a delinquere e che hanno chiesto il rito abbreviato (che consente, in caso di condanna, di beneficiare di uno sconto di un terzo della pena). Tra le richieste dei pm, la più pesante è quella avanzata nei confronti dell’ex direttore Livio Cagnoni, per cui i magistrati hanno chiesto 6 anni e 8 mesi di carcere.
Quattro anni di reclusione invece è la pena richiesta per la segretaria Piercarla Germani, 2 anni e 8 mesi sono stati chiesti per il mediatore Danilo Dacarro e un anno per l’ex presidente Diego Paolo Faravelli. Nei confronti degli stessi il tribunale ha anche chiesto la confisca di beni per un valore di 4,6 milioni di euro.
di Stefano Calvi
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