martedì 26 aprile 2022

Bar e ristoranti fanno i conti col post-covid.

 

Bar e ristoranti fanno 

i conti col post-covid. Un italiano su due 

ha paura che... 

i locali siano sporchi

Secondo una ricerca, la pandemia ha cambiato non soltanto le abitudini degli italiani, ma anche aspettative e necessità. Fra queste c'è quella di trovare strutture pulite e sicure. Gli addetti ai lavori confermano la percezione e puntano su prevenzione e formazione, chiedendo di rivedere le strategie per la salubrità degli ambienti


di Berto Silva


Il settore della ristorazione, e congiuntamente quello del turismo, dopo gli ultimi due anni in sofferenza, si stanno finalmente risollevando. Bar, ristoranti e alberghi sanno tornando a lavorare a pieno regime adattandosi alla nuova normalità imposta dalla pandemia, sebbene il Covid-19 rappresenti un segnale di allarme da monitorare giorno dopo giorno. Ma qualcosa è ovviamente mutato; anzitutto nelle abitudini dei clienti. Tra i fattori che oggi determinano la scelta del consumatore di optare per l’uno o l’altro locale non c’è solo un’offerta culinaria all’altezza, ma anche la necessità di trovare una struttura pulita e igienizzata, quindi sicura. È quanto emerge dall’Initial Global Hygiene Reset Report, Indagine demoscopica realizzata da Rentokil Initial, con il supporto di Opinion Matters attraverso mille interviste in Italia (su un totale di 20mila fra Europa, Medio Oriente, Africa e Asia).

Bar e ristoranti, la metà degli italiani teme che siano sporchi

La ricerca: il 67% degli italiani è preoccupato per la pulizia di bar e ristoranti

Dall'indagine effettuata da Initial, azienda che offre consulenza per la fornitura di prodotti e gestione dell’igiene negli ambienti, in merito ai nuovi comportamenti e alle aspettative della popolazione sulla salute e il benessere rispetto ai luoghi pubblici è scaturito che il 67% delle persone intervistate ha dichiarato di essere preoccupato dalla pulizia di un locale pubblico, mentre il 65% afferma di avere timore per gli standard igienici del personale del locale.

 Strutture pulite e fornite di dispositivi per la sanificazione facilitano l’accesso nei locali

Tra i servizi ricercati dalla nuova clientela location con ambienti puliti e sanificati. Una disinfezione regolare è il miglior incentivo nella scelta di un ristorante per il 44%. In particolare, 4 intervistati su 10 hanno detto che l’accesso a strutture pulite e ben fornite per il lavaggio delle mani rende più propensi a entrare in un ristorante o in un hotel.


Gli ambienti verdi aumentano il livello di benessere degli ospiti

Ad aumentare il livello di benessere degli ospiti, oltre a svolgere una funzione decorativa, sono invece gli allestimenti green con la disposizione di piante e fiori da interno, magari in aree per lo svago. Tra le criticità, invece, è emersa la scarsa qualità dell’aria, al contrario dei purificatori sarebbero delle soluzioni mirate a garantire l’igienizzazione di ambienti comuni.

L'aiuto dello Stato: il bonus sanificazione 

Per aiutare le imprese lo Stato ha messo in campo il bonus sanificazione. Si tratta di un bonus pari al 30% delle spese effettuate per la sanificazione degli ambienti di lavoro, così come l'acquisto di dispositivi di protezione individuale (ad esempio le mascherine per Covid-19) e altri dispositivi utilizzati per garantire la salute di utenti e lavoratori. La misura fiscale ha consente di avere agevolazioni per le spese sostenute nei mesi giugno, luglio e agosto 2021 e si spera venga prorogata anche nel 2022. 

Bar e ristoranti, la metà degli italiani teme che siano sporchi

Il ristoratore: «Il cliente è diventato più attento. Dobbiamo migliorarci»

 Per i ristoratori la ricerca conferma un segnale che già si era percepito dopo il lockdown. «La ricerca ci dà un segnalo chiaro: che il livello di attenzione da parte del consumatore si è alzato, del resto la pandemia ha effettivamente modificato la visione del pubblico esercizio -  ha spiegato Matteo Scibilia, dirigente della Epam/Fipe Milano ed executive chef del ristorante Piazza Repubblica - Abbiamo di fronte un cliente molto più attento, che sollecita i controlli e ciò è comunque un fatto positivo. Dobbiamo saper recepire questa richiesta per migliorarci sempre di più».

Per contrastare la percezione serve aumentare formazione e prevenzione

Accadono poi episodi come quello avvenuto alcuni giorni fa a Roma che non fanno altro che aumentare la cattiva percezione che hanno i clienti delle condizioni di igiene e pulizia di bar e ristoranti. In alcuni locali del centro storico sono stati infatti sequestrati dai Nas 30 chilogrammi di alimenti non tracciati con l’impossibilità di risalire alla provenienza di carni, salumi e prodotti ittici.

«Purtroppo accadono anche questi spiacevoli episodi – ha spiegato Claudio Pica, presidente della Fiepet Confesercenti di Roma e Lazio – La nostra associazione ovviamente è per la tolleranza zero. Ed è giusto giusto quindi sanzionare ogni irregolarità. Detto questo, per quanto attiene la questione dell’igiene nei ristoranti, a prescindere dalla pandemia da sempre sollecitiamo i nostri associati, attraverso anche i servizi da noi forniti, al rigore su pulizia e sicurezza. È da sottolineare che la maggior parte dei ristoranti mettono professionalità e cura nelle loro cucine e locali. Il risultato della ricerca condotta va in questa direzione, il consumatore finale ci chiede più attenzione. Sarà dunque nostro compito proseguire su questa traiettoria, aumentando formazione e prevenzione».

Claudio Pica Fiepet Confesercenti Bar e ristoranti, la metà degli italiani teme che siano sporchi

Claudio Pica Fiepet Confesercenti

La Fipe: «Igiene e salute vengono prima di tutto.»

Per la Fipe, la Federazione italiana pubblici esercenti salute e igiene vengono prima di tutto. «Ritengo che salute e igiene siano, unite all’esperienza e alla competenza, i preliminari dei preliminari per chiunque decida di intraprendere la professione del pubblico esercente. Va detto che vi è anche un problema legato alle normative, il sistema delle liberalizzazioni dove tutti possono esercitare ha creato di fatto delle anomalie ed oggi possiamo dire che è stato un grande errore non aver governato questo processo - ha commentato Aldo Cursano, presidente di Confcommercio Toscana e vicepresidente vicario nazionale di Fipe, Federazione Italiana Pubblici Esercenti - Fare da mangiare è una cosa serianon ci si può improvvisare. Dietro a un piatto c’è una filiera importante fatta di aziende, operatori e lavoratori e spiace che professionisti preparati – penso ai grandi e storici brand della ristorazione, a chef preparati o stellati – debbano ritrovarsi insieme nello stesso calderone con chi ha svalutato questo settore. In questo modo l’acqua sudicia rischia di contaminare l’acqua cristallina. Per fortuna l’utenza sa riconoscere i professionisti che hanno a cuore la salute e la centralità del consumatore, il know how che fa la differenza in termini di salute e sicurezza. L’indagine può essere l’occasione per accendere i riflettori sul settore riscrivendo le regole di accesso e soprattutto consentendone la programmazione territoriale in chiave anche di governo delle città. Occorre tener presente che in questo modo non è solo a rischio il ristoratore ma l’immagine stessa del Paese». iat

 

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