Le più antiche
testimonianze
sul vino
Il ritrovamento archeologico è avvenuto grazie alla tecnica della flottazione, con la quale il deposito si dissolve in acqua e frammenti di materia conservata galleggiano verso l’alto. Non è chiaro se le uve di cui sono stati ritrovati i resti fossero coltivate o utilizzate per il foraggio, fatto sta che il ritrovamento testimonia come la Grecia della prima Età del Bronzo avesse sviluppato una società in cui il vino faceva parte della dieta e della vita delle persone. La viticoltura potrebbe essere arrivata dal vicino Oriente, dove la viticoltura in Georgia precede quella greca di circa due millenni. Ma potrebbe essersi sviluppata anche nello stesso periodo.
Come è nato, il vino assunse in seguito grande importanza nell’antica Grecia come bevanda preferita nei simposi accademici, e sotto l’Impero Romano, quando la Grecia era una potenza nella produzione di vino, che aveva nel Mediterraneo un vasto mercato di esportazione.
Questa scoperta riapre il dibattito sulle più antiche testimonianze sulla civiltà del vino. A Gadachrili Gora, in Georgia, culla del vino, in un villaggio neolitico della regione di Kvemo Kartli l’arte della vinificazione risalirebbe addirittura a 8 mila anni fa. Avete letto bene: 8 mila anni fa. Gli archeologi hanno rinvenuto nei resti di vasellame i residui del più antico vino mai conosciuto. Una scoperta che svela nuove incredibili spaccati di vita dei nostri antenati, che già all’età della pietra non solo conoscevano l’uva, ma sapevano anche come «trasformarla».
Quella che è stata scoperta in questo angolo di Caucaso è forse la più antica cantina del mondo. Siamo a circa 30 chilometri da Tbilisi, in Georgia, in una valle verde e fertile. E’ qui che i contadini neolitici si sono insediati, creando il villaggio di Gadachrili Gora, che un team di archeologi internazionali ha riportato alla luce.
Scavando tra i resti delle case circolari sono stati rinvenuti resti di vasellame decorati esternamente con dei grappoli d’uva e grandi vasi circolari interrati nei pavimenti delle abitazioni, oltre che a grandi quantitativi di polline di vite in tutto il terreno circostante.
Giuseppe Casagrande
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