martedì 26 aprile 2022

Espresso, tanti italiani ancora “ignoranti” in materia

 

Espresso, tanti italiani 

ancora “ignoranti” 

in materia

In molti credono che basti schiacciare un bottone. Fortunatamente, oggi c’è un movimento culturale che sta cercando di rendergli giustizia, perché se l’espresso è fatto bene, allora ha un grandissimo valore

di Antonio Iacona

Che l’espresso italiano abbia una importanza e rinomanza anche culturale, oltre che economica, è ormai assodato. Tanto che, in modo quasi spontaneo, è nata una intera giornata, quella dedicata a questo “rito”, l’Espresso Italiano Day, che si festeggia in diversi momenti in tutto il mondo (il 17 aprile, in Italia). Ma, oltre che apprezzarne la gestualità quotidiana, il momento di gradevole pausa che rappresenta e al quale quasi nessuno di noi vuole rinunciare, quanto ne sanno gli italiani circa il mondo dell’espresso?

Un rito di milioni di italiani Espresso, tanti italiani ancora “ignoranti” in materia

Un rito di milioni di italiani


Italiani spesso ancora ignorati in materia

«Purtroppo, ancora tanto e poco, allo stesso tempo, soprattutto coloro che il caffè espresso lo preparano ogni giorno per milioni di clienti e avventori, nonché di appassionati» risponde deciso Fiorenzo Colombo. La sua è una voce autorevole, oltre che per essere stato “Professionista dell’anno Solidus” nel 2021 (Fiorenzo Colombo è Personaggio dell’anno 2021 Solidus - Italia a Tavola), per essere anche componente dell’Abi, l’Associazione Barmen Italiani e membro del Centro di formazione della stessa associazione.

«L’espresso italiano – chiarisce Colombo – diventa un vero e proprio rito, non casuale, per tanti di noi e da qui deriva la sua importanza anche culturale, oltre che economica. Ha un potere rigenerante, pur essendo una bevanda all’apparenza poco impegnativa e veloce».

Una vera e propria arte

E poi, sulla conoscenza più o meno approfondita dell’argomento da parte del nostro popolo di consumatori, Fiorenzo ribadisce: «Oggi c’è un movimento culturale che sta cercando di rendergli giustizia, perché se l’espresso è fatto bene, allora ha un grandissimo valore. Purtroppo, ancora tantissimi locali e gestori pensano, invece, che valga poco. Ma per fortuna, e grazie all’impegno di tanti, adesso le cose stanno cambiando. Insegno, tra le tante attività, in un Istituto Alberghiero, dove affrontiamo il mondo della caffetteria con i ragazzi e loro apprendono da subito che fare un buon espresso non è solo schiacciare un pulsante. Capiscono che abbiamo la responsabilità e la consapevolezza di utilizzare una materia prima, di mettere in pratica le nostre conoscenze, di rendere merito ad una tecnica estrattiva».

Già, la conoscenza. Una parola quantomai importante, anche in questo campo. Robusta, arabica, percentuali, origini, tostatura… Tutti termini che non sono solo parole, ma concretezza che rende più o meno buono un vero espresso.

Il vademecum dell’Espresso perfetto

La Giornata dedicata all’Espresso italiano ha già previsto per oggi numerose attività e iniziative in tutta Italia, in migliaia di bar e locali, con l’obiettivo di trasmettere cultura circa il mondo del caffè e del cappuccino, come riporta l'Istituto Nazionale Espresso Italiano, che annuncia anche l’omaggio ai tanti clienti di un vademecum da portare sempre con sé. Uno strumento semplice ma utilissimo per evitare di prendere cattivi caffè e cappuccini. «Anche quest'anno abbiamo scelto di regalare ai clienti un vademecum con le regole d'oro da seguire nella preparazione di espresso e cappuccino – commenta Gianluigi Sora, presidente dell'Istituto Nazionale Espresso Italiano – Ripetiamo, quindi, il gesto dell'anno scorso, perché ci rendiamo conto che, a differenza di altri settori come il vino, nel caffè c'è ancora scarsa cultura».

Intere fiere dedicate al re della pausa e non solo

Infine, vista l’importanza della materia, c’è stato anche chi, di recente, ha dedicato al caffè addirittura una intera manifestazione fieristica, come l’Expo Coffee Break, allestito a inizio aprile al Maas (Mercati agroalimentari siciliani) di Catania dall’ideatore e organizzatore, Marco Ognissanti. Tre giornate ricche di contenuti gastronomici, e non solo, con sfilate di moda e abiti dedicati al caffè, contest e cooking show di cuochi e pasticceri con ingredienti che sposavano il “re della pausa” con la cucina dolce e salata. Un evento espositivo che ha richiamato migliaia di visitatori e centinaia di operatori dal Sud Italia, che hanno reso il caffè grande protagonista del contesto euromediterraneo. Iat

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