Due anni di attesa
per poter viaggiare
e ora ci scopriamo
turisti invadenti
e maleducati
I ragazzi disabili non fatti sedere sul treno, Venezia che sceglie il numero chiuso contro l'invasione turistica e gli incidenti sul lago di Braies. Tre episodi diversi e una sola domanda: sappiamo ancora viaggiare?
Due anni di pandemia hanno paralizzato il mondo, abbattendosi senza pietà sul settore del turismo, messo in ginocchio da quarantene, confini chiusi e restrizioni di ogni genere. La Pasqua appena trascorsa ha rappresentato un primo, ma promettente, segnale di ripresa, in Italia e nel resto del mondo. In molti si augurano che quella alle porte sia l'estate della definitiva ripartenza e le premesse, è bene dirlo, ci sono tutte, al netto di rincari e tensioni internazionali.
Anche perché chi, durante i mesi più duri della pandemia, non ha fantasticato sognando di poter partire alla scoperta di nuove mete? Chi, non appena le restrizioni si sono allentate, non ha ricominciato a riempire la valigia e spulciare guide e siti di viaggio? Di certo il Covid ha cambiato le abitudini di molti di noi. Allo stesso modo però non ha cancellato la voglia di partire.
Tutto bene quindi? Insomma...
Turisti a VeneziaLa Pasqua del turismo maleducato
Dicevamo della Pasqua, primo atteso banco di prova per il turismo nostrano. Il bilancio è stato tutto sommato positivo, almeno dal punto di vista numerico. Dal punto di vista "comportamentale" non è invece andata come sperato. Si sono infatti verificati alcuni episodi emblematici di un ponte che si potrebbe definire, restando moderati, maleducato.
Il primo si è verificato nel pomeriggio di lunedì, alla stazione ferroviaria di Genova Piazza Principe. Una ventina di ragazzi disabili e i loro accompagnatori avrebbero dovuto prendere il Regionale per Milano ma, quando il treno è giunto nella stazione del capoluogo ligure (era partito da Albenga), le carrozze erano completamente invase di turisti. La comitiva, nonostante avesse i posti prenotati, non è riuscita ad accedere al mezzo con i viaggiatori che già avevano occupato lo scompartimento che si sono rifiutati di liberare i posti a sedere. A quel punto Trenitalia ha fornito un bus sostitutivo, ma la "frittata" era già fatta.
A piedi sul lago di Braies
Il secondo ha visto coinvolta Braies, nota località della Val Pusteria, famosa per il suo magnifico lago. Proprio lo specchio d'acqua è stato suo malgrado protagonista: con l'arrivo della stagione calda il lago si sta lentamente scongelando. Le lastre che lo ricoprono diventano ogni giorno più fragili e sottili. Così il Comune altoatesino ha riempito lo specchio d'acqua di divieti e transenne, che sono però serviti a poco. Il lago è stato preso d'assalto e in due giorni, tra Pasqua e Pasquetta, ben 14 persone sono finite in acqua, tra cui un bambino di soli 4 mesi, salvatosi per miracolo.
Ora la Provincia di Bolzano corre ai ripari e annuncia che da luglio si potrà accedere al lago soltanto su prenotazione. Un lenitivo, forse, che non risolve problema più grande e profondo, ben riassunto dall'assessore provinciale al Paesaggio, Maria Magdalena Hochgruber Kuenzer. «Qui siamo di fronte ad un fenomeno sociale mai visto prima - ha detto al Corriere della Sera - Migliaia di persone che anche in questa stagione scelgono di andare a Braies per un selfie da pubblicare sui social e che non hanno nessuna conoscenza dell’ambiente montano in cui si trovano. Persone che non sanno valutare il pericolo di un lago ghiacciato in primavera. La questione di fondo rimane sempre la stessa: quale tipo di sviluppo territoriale vogliamo per la nostra provincia?».
Il Lago di Braies
Com'è piena Venezia
A finire sotto i riflettori è stata anche Venezia. La città lagunare è stata, suo malgrado, già in passato al centro dell'attenzione proprio a causa del turismo maleducato. Tutti si ricordano i tuffi nei canali e i pic nic non autorizzati in piazza San Marco. Una battaglia che i veneziani combattono da tempo, quella contro il malcostume, che si affianca al dibattito mai sopito sul futuro della città. L'invasione di turisti per il ponte pasquale ha riaccesso la fiamma: 140mila visitatori nella sola giornata di domenica e altri 100mila a Pasquetta. Cifre difficilmente gestibili e che hanno spinto Luigi Brugnaro, sindaco della città, ad annunciare l'entrata in vigore della prenotazione obbligatoria per accedere a Venezia in attesa che, sembra il prossimo anno, venga attivata la Tassa di sbarco.
Siamo ancora capaci di viaggiare?
Tre episodi diversi, distanti tra loro geograficamente e per dinamiche, ma accomunati da una caratteristica: l'impatto negativo del turismo, causato da maleducazione e scarso senso civico. Sorge allora un interrogativo: ci siamo dimenticati come si viaggia? È presto per dirlo, ma è il momento giusto per parlarne, visto che alle porte c'è l'estate. Per carità, il turismo maleducato non è di certo una novità assoluta, in Italia così come nel resto del mondo. Prima della pandemia se n'era parlato a proposito di Barcellona e Amsterdam, per esempio, stufe di orde di turisti rumorosi e casinisti e in cerca di viaggiatori più rispettosi. Lo stesso era accaduto con Gallipoli, stancatasi in fretta delle frotte di giovani in cerca di divertimento.
Due anni di Covid ce l'avevano fatto dimenticare. La speranza era che l'astinenza forzata dai viaggi avesse aiutato anche a capire l'importanza del rispetto nei confronti del luogo che visitiamo e delle persone che lo vivono ogni giorno. È bastata una manciata di giorni per farci subito ricredere.IAT
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