Tour operator
e agenzie viaggi in crisi:
chiesti aiuti per evitare
i licenziamenti
Il turismo organizzato nel 2021 ha perso 11 miliardi e finora ha ricevuto poco meno di 40 milioni dallo Stato. Chiesto pure l’esonero del versamento dei contributi previdenziali e la proroga degli ammortizzatori sociali
Altro che ripartenza; agenzie di viaggio e tour operator sono in crisi nera. Nel 2011 hanno perso 11 miliardi di euro e in cambio dallo Stato hanno ricevuto poco meno di 40 milioni. II comparto del turismo organizzato è quindi tornato a chiedere una mano al Governo. Le associazioni di categoria: ASTOI Confindustria Viaggi, AIDIT Federturismo Confindustria, ASSOVIAGGI Confesercenti, FIAVET Confcommercio e MAAVI Conflavoro PMI sono tornate a ribadire l’insufficienza delle risorse e ad evidenziare la lentezza nell’attuazione dei relativi provvedimenti.
Altro che ripartenza, il turismo organizzato è ancora in crisi
Come noto, nonostante alcuni segnali di ripresa della domanda nei primi mesi di quest’anno, anche grazie al superamento del divieto di viaggiare verso i Paesi extra UE, le imprese del Turismo Organizzato permangono in una situazione di estrema difficoltà, aggravata dal recente conflitto russo-ucraino. L’incertezza determinata dalla situazione contingente, un diffuso clima di sfiducia dei consumatori e la diminuita capacità di spesa degli italiani, come si evince dai recenti comunicati di Bankitalia e ISTAT, sta determinando un forte rallentamento delle prenotazioni ed ha riportato il comparto in uno stato di grave sofferenza.
Gli aiuti sono insufficienti
Le associazioni di categoria unite sono quindi tornate alla carica in Parlamento per chiedere al Governo ulteriori aiuti. «Le risorse stanziate dal precedente Governo Conte per ristorare le perdite del 2020 non sono state seguite da altri interventi della stessa portata da parte del governo Draghi, rendendo impossibile traghettare le imprese oltre la crisi - hanno scritto le associazioni - Il rifinanziamento del Fondo Unico per il turismo che ha riservato a Tour Operator e Agenzie di Viaggio solo 39,3 milioni per coprire le perdite di fatturato del 2021 può considerarsi, infatti, meno di un palliativo. Il comparto nel 2021 ha perso 11 miliardi di euro e necessita di interventi seri ed efficaci, in linea con quelli stanziati dal governo Conte».
Gli altri nodi da sciogliere legati agli aiuti
Le associazioni attendono ancora i provvedimenti attuativi sia per la distribuzione delle ultime risorse stanziate, sia per l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali in favore di Tour Operator e Agenzie di Viaggi per il periodo aprile-agosto 2022. A ciò si aggiunga la destinazione - da parte del c.d.” Decreto PNRR 2” - dell’avanzo legato al tax credit digitalizzazione per Tour Operator e Agenzie di Viaggi all’incremento in favore delle strutture ricettive. Per gli operatori «quest’ultimo provvedimento va addirittura a sottrarre le già limitate risorse alle imprese del comparto».
Altro tema, di non poco conto, riguarda la gestione della negoziazione degli aiuti di Stato da parte del Ministero del Turismo. I contributi a fondo perduto destinati a Tour Operator e Agenzie di Viaggio a valere sul fondo stanziato tramite il decreto legge 34 del 2020 non sono rientrati nella negoziazione del regime quadro, che consente di allocare le misure fino ad arrivare ad un massimale di 11,8 milioni di euro.
«La mancata possibilità di applicazione del regime “a ombrello” per i contributi in favore di Tour Operator e Agenzie di Viaggio, a differenza di altri contributi a fondo perduto , si è quindi tradotta in una illogica e penalizzante disparità di trattamento, bloccando queste imprese nella soglia ridotta prevista a 1,8 milioni. Tale distorsione è da imputarsi esclusivamente al Ministero del Turismo che non ha voluto ascoltare le ragioni delle associazioni su questo tema centrale per la gestione dei rapporti con l’Unione Europea».
Con riferimento agli ammortizzatori sociali, si evidenziano poi i gravissimi ritardi nell’approvazione delle richieste e nell’erogazione delle prestazioni da parte dell’INPS.
Ancora irrisolto il tema legato al rimborso dei voucher ai consumatori
Resta aperto, infine, il tema del rimborso dei voucher, che sino ad oggi è stato prorogato fino a 30 mesi dalla sua emissione, ma che presto darà luogo alla restituzione degli importi ai consumatori che non hanno potuto usufruire dei viaggi già pagati a causa dell'emergenza pandemica. Questo aspetto, per le aziende sta gravando il settore di una «insopportabile tensione finanziaria con conseguenze imprevedibili».
Più volte le associazioni avevano richiesto l’istituzione di un sistema di finanziamento a tasso zero, così come fatto da alcuni Paesi europei, per consentire ai consumatori di rientrare in possesso delle somme versate e alle imprese di avere un lasso di tempo più agevole per ricostituire la cassa e restituire il finanziamento statale. «Con molta amarezza siamo a ratificare che tutte queste richieste sono cadute nel vuoto - hanno commentato le associazioni di categoria - Si comprende che oggi alcuni temi seri e imprevedibili - come il conflitto russo-ucraino e l’aumento del costo delle materie energetiche - abbiano sorpassato queste istanze nell’ordine delle priorità ma, al contempo, leggere che il Ministero del Turismo abbia assolto a tutte le esigenze del comparto appare quanto meno fuori luogo.
Quanto sopra illustrato contribuisce a delineare un quadro ancora fortemente allarmante, per il quale ASTOI Confindustria Viaggi, AIDIT Federturismo Confindustria, ASSOVIAGGI Confesercenti, FIAVET Confcommercio e MAAVI Conflavoro PMI invocano seri e tempestivi interventi del Governo volti ad arginare l’ondata di chiusure e di licenziamenti già iniziata con l’inizio del 2022 e che, nell’attuale contesto, rischia di subire un’ulteriore accelerazione.
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