Sono diversi gli areali vitivinicoli che si affacciano sul Lago di Garda e comprendono i territori delle province di Verona e di Brescia e parte della provincia di Mantova. La coltivazione della vite in queste zone risale già dall’età del bronzo per continuare con gli Etruschi, i Romani e, assieme a quella dell’ulivo, nel Medioevo nei monasteri che sorsero attorno al lago.
Il Lago di Grada è terra di grandi vini
Le particolari caratteristiche del Lago di Garda, e in particolare il suolo morenico e il clima mite, hanno portato allo sviluppo di questa coltura fino a farla diventare molto importante per l'economia del territorio. Negli anni si sono definite alcune zone di produzione a denominazione di origine: Riviera del Garda classico, Valtènesi, Lugana e San Martino della Battaglia, Garda Colli Mantovani, Custoza, Bardolino.
Riviera del Garda Classico Doc
La denominazione Riviera del Garda Classico Doc si estende lungo la costiera del lago tra Sirmione (Bs) a Limone (Bs) al confine della provincia di Trento, arrivando ad ovest a toccare la parte più meridionale del Lago d’Idro, per scendere poi nella Valtènesi. I territori risalgono a formazioni geologiche molto diverse, comprendendo la pianura alluvionale, le colline moreniche, le prime pendici delle Prealpi e le riviere del lago che godono di un microclima particolarmente mite e adatto alla coltura della vite, dell’ulivo e degli agrumi. Tra queste la più antica è quella della vite, come risulta dagli scritti di Catone, Virgilio, Plinio, Strabone e Svetonio e dai numerosi ritrovamenti archeologici.
I vigneti del Garda Classico Doc. Foto: Facebook
Nella varietà di uve coltivate in questo territorio, il Groppello è il vitigno più rappresentativo; è una varietà a bacca rossa considerata una rarità le cui testimonianze storiche risalgono al Cinquecento. Insieme ad altri vitigni come il garganega, la corvina veronese, il tocai friulano e il trebbiano di Lugana è alla base delle denominazioni locali, tre delle quali interregionali con il Veneto (Garda, San Martino della Battaglia e Lugana). Il Chiaretto, prodotto con prevalenza di groppello, è il vino più caratteristico della Doc Garda, forse uno dei più noti rosati d’Italia: di colore rosa delicato e profumo floreale, gusto morbido con spiccata salinità e retrogusto di mandorla, va bevuto giovane per coglierne tutta la tipicità, magari nella versione Spumante, dalla spuma sottile, grana fine e odore fruttato.
Valtènesi Doc
I vigneti della ValtènesiValtènesi Doc è una nuova denominazione riconosciuta nel 2011 affacciata sulla sponda bresciana del lago di Garda: un territorio dove la coltivazione della vite vanta origini antichissime, che affondano addirittura in epoca pre-romana. Qui ha trovato patria elettiva il Groppello, grande vitigno autoctono che rappresenta il principale patrimonio enoico del comprensorio. Dal colore rosso rubino, questo vino può essere acquistato, secondo il disciplinare, solo dal 1° settembre successivo alla vendemmia. Le prime uve della vendemmia sono destinate alla produzione del “Valtenesi Chiaretto”.
Lugana Doc
Il nome è legato all’antichissima Selva Lucana, una foresta acquitrinosa che un tempo copriva tutto il territorio, popolata da cinghiali, cervi e daini. La zona di produzione va dalla costa sud del lago di Garda alle colline moreniche, a metà tra la provincia di Verona e quella di Brescia a ridosso del bacino del fiume Mincio, emissario del Garda. Il Lugana è un vino delicato al naso, ma ricco di mineralità al palato con eccezionali doti di invecchiamento per un vino bianco. Al maschile “il Lugana” indica il vino, al femminile “la Lugana” indica il territorio. Ottenuto dal vitigno autoctono Turbiana, il Lugana viene declinato in altre tipologie: Superiore, Riserva, Vendemmia Tardiva e Spumante.
San Martino della Battaglia Doc
Il vino prende il nome dal luogo dove il 24 giugno 1859 si combatté la più cruenta e decisiva battaglia del Risorgimento. La zona di produzione di questo vino coincide parzialmente con quella del Lugana e del Garda Classico, comprendendo in tutto o in parte i comuni di Sirmione, Desenzano, Lonato, Pozzolengo in provincia di Brescia e Peschiera in quella di Verona, occupando le zone pianeggianti e le cerchie moreniche a sud del Garda, dove il Tocai friulano, che in questo vino deve essere presente almeno all’80 per cento, ha trovato il suo ambiente ideale. Grazie alle basse produzioni e alle raffinate tecniche di vinificazione si ottengono vini dalle piacevolissime caratteristiche aromatiche.
Garda Colli Mantovani Doc
L’areale produttivo che ricade sotto la denominazione Garda Colli Mantovani è intorno ai 400 ettari per un milione di bottiglie circa prodotte e si estende sui comuni di Ponti sul Mincio, Monzambano, Volta Mantovana, Solferino, Cavriana e Castiglione delle Stiviere. Lo stesso territorio è compreso nella denominazione Garda e nelle Igt Provincia di Mantova e Alto Mincio. Moltissime le tipologie di vino che si possono produrre e varia la piattaforma ampelografica, che comprende sia vitigni internazionali che autoctoni nazionali. I terreni, di origine morenica, sono principalmente leggeri e permeabili, ragion per cui le aziende si stanno indirizzando verso la realizzazione di impianti di irrigazione di soccorso per affrontare estati che ultimamente si sono dimostrate piuttosto avare in precipitazioni.
Custoza Doc
Il nome di questo vino bianco viene da un piccolo paese tra Verona e Valeggio sul Mincio, nelle colline sud-orientali del lago di Garda. I primi riferimenti storici relativi alla produzione in quest'area risalgono al tredicesimo secolo, in concomitanza con la sviluppo di un villaggio attorno a una piccola fortificazione. La produzione doveva comunque essere molto più antica. Tutta la costa meridionale del Lago di Garda e le colline dell'entroterra furono interessate da insediamenti romani a partire dal I secolo a.C.
La zona di produzione sono le colline moreniche tra il Lago di Garda e Verona, teatro di famosissime e cruente battaglie risorgimentali. La tipologia del terreno è varia e riflette la complessa storia geologica del luogo. Le colline moreniche sono costituite da deposito ghiaioso-sabbioso prevalentemente calcareo, di origine glaciale. Nelle conche pianeggianti tra le colline vi è maggiore abbondanza di depositi limosi. I confini orientali e occidentali sono segnati dalle valli del Mincio e dall'Adige dove si ritrovano depositi fluviali con ciottoli, ghiaie fini e sabbia. I processi di erosione ed evoluzione della vegetazione hanno quindi apportato componenti argillose e organiche.
Il disciplinare del Bianco di Custoza permette la coltivazione di alcuni dei più tipici vitigni a bacca bianca della tradizione veronese, italiana e internazionale: Garganega. Trebbianello, Bianca Fernanda. Il Custoza è un vino dalle piacevoli note fruttate e floreali. Al naso i sentori più tipici sono quelli agrumati (pompelmo e limone), quello floreale si esprime con note di acacia, fiori d'arancio, sambuco. In bocca è asciutto, con sapidità e acidità equilibrate e armoniche, lievemente amarognolo, con retrogusto pulito e non stucchevole. Da consumare giovane, quando esprime tutta la sua fragranza e freschezza. Alcune particolari annate possono affinare qualche anno in bottiglia sviluppando maggiore complessità e struttura.
Il Consorzio ha voluto approfondire lo studio attraverso la zonazione, compiuta dal gruppo diretto dal professor Attilio Scienza dell’Università di Milano. Dalla ricerca emerge che il Custoza presenta tre diversi distretti, classificati in base all’origine dei suoli: gli anfiteatri morenici connessi all’apparato glaciale atesino, la pianura alluvionale pre-wurmiana e del Wurm (quarta glaciazione del Pleistocene, da 110 a 12mila anni fa) e la pianura alluvionale risalente al periodo successivo (dai 11mila anni fa).
Bardolino Doc
Il Bardolino Doc è il vino che più di ogni altro si identifica con il Lago di Garda. Prende il nome dal villaggio di Bardolino, una delle più importanti mete turistiche sulla costa veronese. Viene prodotto con un blend di Corvina, Corvinone, Rondinella, Molinara e piccole percentuali facoltative di altri vitigni autoctoni e non. Sono gli stessi vitigni del Valpolicella, le due zone di produzione distano solo pochi chilometri divise dalla valle del fiume Adige.
L'area di produzione del vino Bardolino è la costa orientale del Lago di Garda. Il limite nord è il massiccio del monte Baldo, la più alta montagna veronese. A sud confina con la pianura padana e a est con la valle dell'Adige. La parte bassa della zona del Bardolino coincide con la Doc Custoza, a ovest il fiume Mincio segna il confine con la zona di produzione del Lugana. Il terreno è prevalentemente costituito da depositi fluvioglaciali. L'immenso ghiacciaio che ricopriva queste zone decine di migliaia di anni fa, e che creò la conca poi occupata dal lago di Garda, nel suo lento scivolamento verso sud accumulò grandi quantità di detriti dando vita alle colline moreniche. Il suolo è formato da ghiaia, ciottoli di varie dimensioni, sabbia.
Vigneti in Bardolino
Il Bardolino ha un colore rosso rubino chiaro, di solito non molto concentrato, che tende al granato dopo qualche anno di affinamento in bottiglia. Al naso è fragrante e vinoso, con tipici sentori floreali di rosa, viola e fruttati di ciliegia, lampone, mora. A seconda delle variazioni nel blend e del tipo di affinamento, in acciaio o legno, si possono trovare ulteriori note erbacee e speziate. In bocca è asciutto, con un'equilibrata freschezza, astringenza e un piacevole finale amarognolo.
Il Chiaretto di Bardolino è il vino rosa della sponda orientale del Lago di Garda, in provincia di Verona, nel Veneto. Prodotto sia nella versione ferma, sia, in piccolissimi quantitativi, in versione spumante (sia Charmat che metodo classico). Leader nel settore del vino rosa “fermo” italiano, con una produzione di circa 10 milioni di bottiglie all'anno. Viene venduto principalmente in Italia e Germania, a seguire Francia, Paesi Bassi, Scandinavia, Stati Uniti e Canada, ma stanno crescendo altre destinazioni come il Giappone. Al naso è fragrante con sensazioni di frutta matura, fiori e a volte sottili note erbacee e di nocciola. Al palato è sapido, piacevolmente amarognolo, snello ed equilibrato.
Il Consorzio di tutela olio Garda Dop
Il consorzio riunisce gli olivicoltori, i molitori e i confezionatori che operano all’interno della zona di produzione Garda Dop (Veneto, Lombardia e Trentino, nelle Province di Brescia (Garda Dop Bresciano), Verona e Mantova (Garda Dop Orientale), Trento (Garda Dop Trentino) e li supporta nella loro attività dal punto di vista tecnico e promozionale.
La principale attività del Consorzio di tutela, riconosciuto dal ministero per le Politiche agricole alimentari e forestali nel 2004, oltre alla tutela e alla promozione del prodotto, è l’assistenza e il supporto ai soci in tutte le pratiche necessarie all’ottenimento della certificazione, dalla raccolta all'imbottigliamento. La dicitura Garda Dop può essere inserita in etichetta dai soli produttori della filiera che hanno rispettato il disciplinare di produzione e il relativo piano dei controlli.
Le cultivar più diffuse sono Casaliva (principal cultivar prescelta per ottima resa e la capacità di adattarsi al clima e al terreno), Frantoio e Leccino. Le olive destinate alla produzione dell’olio extravergine di oliva Garda Dop provengono da 67 comuni delle province di Brescia, Verona, Mantova e Trento. 563 i soci di cui 549 olivicoltori; 34 molitori e 25 confezionatori. Presidente Simone Padovani azienda agricola Pollicce di Affini (Vr).
Il Consorzio di tutela olio Garda Dop con l’organizzazione della Pro Loco di Cavaion Veronese organizza l’evento WardaGarda a Corte Torcolo a Cavaion Veronese nel cuore della produzione del Garda Dop.
Panorama da S. Giorgio in Valpolicella
Consorzio Valtènesi
Consorzio Valtènesi tutela la denominazione Riviera del Garda Classico, che ha la sua massima espressione qualitativa nel Valtènesi, rosé di tradizione ultracentenaria il cui procedimento produttivo fu codificato per la prima volta nel 1896 dal senatore veneziano Pompeo Molmenti. Circa un migliaio gli ettari di vigna a dimora, di cui 800 destinati alla produzione di uve a bacca nera per la produzione di Chiaretto e rossi, produzioni maggiormente tipiche del comprensorio. 96 produttori: due terzi dei quali sono imbottigliatori presenti sul mercato con proprio marchio, mentre un terzo della base sociale è composta da produttori di uva.
Consorzio Garda Doc
Riconosciuta nel 1996 la Doc Garda insiste su un’area di produzione collinare che circonda il Lago di Garda e che si estende dalla Valtènesi alla Valpolicella, dalle rive del Mincio al capoluogo Scaligero. La superficie vitata è pari a 31.100 ettari, la maggior parte dei quali coltivati in provincia di Verona (27.889) mentre i rimanenti 3.211 ettari si dividono tra le province di Mantova e Brescia. La Doc Garda è nata con lo scopo di valorizzare i vini varietali provenienti dalle produzioni di dieci denominazioni dell’area gardesana, tra la Lombardia e il Veneto. Ogni anno in media vengono prodotti circa 21 milioni di bottiglie.
Consorzio Vini Mantovani
Costituito nel 2012, tutela 6 denominazioni e un’area di oltre 1.800 ettari di vigneto. I colli Mantovani di origine morenica delimitano il lago di Garda ed accompagnano il corso del fiume Mincio. Presidente Corrado Cattani.
Consorzio Tutela del Chiaretto e del Bardolino
Costituito nel 1969, oggi con 795 viticoltori, 120 vinificatori, 114 imbottigliatori con oltre 2500 ettari di cui mille dedicati al Chiaretto. Presidente Franco Cristoforetti. Il Chiaretto di Bardolino ha chiuso il primo bimestre del 2022 con una crescita su base annua del 26,7% e ripropone il grande evento del vino rosa veronese: domenica 1° maggio l’Istituto Tusini di Bardolino, specializzato nella formazione di giovani operatori di cantina e vigneto, ospita la tredicesima edizione di Corvina Manifesto - L’Anteprima del Chiaretto di Bardolino, organizzata dal Consorzio di tutela del Chiaretto e del Bardolino. In degustazione ci sono le nuove annate in commercio del vino rosa da uve Corvina che nasce sulla sponda orientale del Lago di Garda. In larghissima parte, si tratta di etichette della vendemmia 2021, la prima nella storia per la quale è obbligatoria la nuova menzione “Chiaretto di Bardolino”, entrata in vigore con il disciplinare approvato lo scorso anno, al posto della vecchia denominazione “Bardolino Chiaretto”.
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