Riapertura, gli alberghi
sono pronti
Servizio in camera
e tavoli distanti
Dalla Toscana al resto d'Italia, le strutture dell'ospitalità aspettano direttive del Governo ma si preparano per la fase 2: colazioni in camera, verande e terrazze preferite agli spazi chiusi e turni al ristorante.
La riapertura sarà indubbiamente una fase delicata nel processo necessario a superare l'emergenza coronavirus. Non mancherà certamente la paura nel cuore degli italiani, ma altrettanto (se non più) forte sarà la voglia di stare all'aperto, secondo le associazioni di settore, in particolar modo Federalberghi, il vero e proprio volano vincente per il turismo nazionale. E gli albergatori sono pronti a far fronte a questo desiderio, dopo settimane e settimane di quarantena forzata. Aspettano solo che il Governo indichi le misure cui attenersi, poi la stagione post-pandemia - con le dovute precauzioni, per le quali è stata appositamente composta una task force in vista della fase 2 - potrà partire.
Non si parla di un turismo internazionale, che dalle analisi fatte alla luce della situazione attuale difficilmente ripartirà prima del 2021. Forse nemmeno di un turismo interamente italiano, non mancherà infatti la paura nel programmare grandi spostamenti. Ci si aspetta un turismo di prossimità, questa sarà l'ancora di salvezza di un anno che, in realtà, lasciava ben sperare prima dello scoppio della pandemia. Lo ha ricordato la presidente degli albergatori di Lido di Camaiore nonché di Federalberghi Versilia Maria Bracciotti: «A gennaio e febbraio si era manifestato tanto interessamento per l'estate, più che nel 2019. Purtroppo invece dobbiamo riprenderci da questo brusco stop, ma quegli stessi contatti continuano a scriverci. Magari posticiperanno la vacanza a agosto o settembre - spiega la presidente di Federalberghi Versilia a La Nazione Viareggio - ma la voglia di aria aperta c'è, eccome».
Qualche idea, il settore se la sta già facendo, prima che la task force governativa si esprima a riguardo, basandosi sulla logica: distanziamento garantito (questa, insieme ai dispositivi di protezione invidivuali, è una misura di sicurezza che difficilmente verrà accantonata prima che un vaccino sia disponibile su larga scala); i pasti verranno distribuiti a turni, una scelta che permetterebbe di fare meno coperti alla volta garantendo una più distanziata disposizione dei tavoli; le colazioni verranno servite in camera, come già aveva suggerito Costanzo Iaccarino, presidente di Federalberghi Campania; le terrazze e le verande verranno preferite agli spazi chiusi con aria condizionata.
Le speranze sono tante, la voglia di mettersi in gioco degli albergatori è grande. Chiaramente poi questi progetti saranno da confrontarsi con la situazione a fine quarantena: Sandra Lupori, presidente degli albergatori di Viareggio, pensa ad esempio a «certezze sulla salute, potere economico di spesa, disponibilità di ferie residue di cui usufruire». Perché, come si è già detto, questao del coronavirus è un emergenza sì sanitaria ma anche economica. Ma nulla si deve dare per perduto. Un esempio? «Un affezionato cliente tedesco - ha raccontato la Lupori - mi ha confermato la camera per luglio». Sono segnali incoraggianti e concreti dietro alle tante parole dei vertici italiani ed europei. ITALIAATAVOLA
Una foto d'archivio delle spiagge in Versilia
Ne ha parlato Paolo Corchia, vice presidente di Federalberghi e presidente degli albergatori di Forte dei Marmi: «Le disdette - ha detto ieri - riguardano il periodo fino a fine giugno, abbiamo la sensazione che i clienti a luglio e agosto vogliano venire».Non si parla di un turismo internazionale, che dalle analisi fatte alla luce della situazione attuale difficilmente ripartirà prima del 2021. Forse nemmeno di un turismo interamente italiano, non mancherà infatti la paura nel programmare grandi spostamenti. Ci si aspetta un turismo di prossimità, questa sarà l'ancora di salvezza di un anno che, in realtà, lasciava ben sperare prima dello scoppio della pandemia. Lo ha ricordato la presidente degli albergatori di Lido di Camaiore nonché di Federalberghi Versilia Maria Bracciotti: «A gennaio e febbraio si era manifestato tanto interessamento per l'estate, più che nel 2019. Purtroppo invece dobbiamo riprenderci da questo brusco stop, ma quegli stessi contatti continuano a scriverci. Magari posticiperanno la vacanza a agosto o settembre - spiega la presidente di Federalberghi Versilia a La Nazione Viareggio - ma la voglia di aria aperta c'è, eccome».
Qualche idea, il settore se la sta già facendo, prima che la task force governativa si esprima a riguardo, basandosi sulla logica: distanziamento garantito (questa, insieme ai dispositivi di protezione invidivuali, è una misura di sicurezza che difficilmente verrà accantonata prima che un vaccino sia disponibile su larga scala); i pasti verranno distribuiti a turni, una scelta che permetterebbe di fare meno coperti alla volta garantendo una più distanziata disposizione dei tavoli; le colazioni verranno servite in camera, come già aveva suggerito Costanzo Iaccarino, presidente di Federalberghi Campania; le terrazze e le verande verranno preferite agli spazi chiusi con aria condizionata.
Le speranze sono tante, la voglia di mettersi in gioco degli albergatori è grande. Chiaramente poi questi progetti saranno da confrontarsi con la situazione a fine quarantena: Sandra Lupori, presidente degli albergatori di Viareggio, pensa ad esempio a «certezze sulla salute, potere economico di spesa, disponibilità di ferie residue di cui usufruire». Perché, come si è già detto, questao del coronavirus è un emergenza sì sanitaria ma anche economica. Ma nulla si deve dare per perduto. Un esempio? «Un affezionato cliente tedesco - ha raccontato la Lupori - mi ha confermato la camera per luglio». Sono segnali incoraggianti e concreti dietro alle tante parole dei vertici italiani ed europei. ITALIAATAVOLA
© Riproduzione riservata
Nessun commento:
Posta un commento