#ragionevolezzacontroilvirus
Martino De Rosa
“Lo Stato investa con criterio”
Fra appelli alla calma e inviti a starsene chiusi in casa, fra economia al collasso e diffusione progressiva del virus, BARtù ritiene corretto dare la voce ai propri lettori, nel nome della ragionevolezza: professionisti che si sono ritrovati all’improvviso nella condizione di dover cessare temporaneamente la propria attività, anche in virtù dei decreti governativi che puntano a ridurre i contagi nell’arco delle prossime settimane. La nostra speranza è che questo obiettivo possa essere raggiunto in un tempo ragionevole e breve, che consenta la riapertura delle attività e la ripresa dell’economia
Giorno dopo giorno intervistiamo i grandi operatori della ristorazione italiana, tra chef, sommelier, bartender, operatori dell’hotellerie, per intervistarli su cosa pensano del decreto che ha chiuso i loro ristoranti per il contenimento del Coronavirus e quale possa essere il futuro della ristorazione italiana: la parola a Martino de Rosa, Presidente AtCarmen – società di sviluppo e consulenza hospitaly, ristorazione e Real Estate che, tra gli altri, si occupa della ristorazione dei Resort L’Albereta e L’Andana.
Se volete leggere qualche altra intervista cliccate qui.
Hai pensato a fare qualche attività di formazione in questo periodo con i tuoi dipendenti? Hai dovuto prendere delle misure in tal senso?
L’Andana era chiusa perché fuori stagione mentre L’Albereta è stata prontamente chiusa con il lock down che ha coinvolto tutta la Lombardia. Stiamo continuando a fare riunioni con i dipendenti, non solo per la formazione in vista della prossima riapertura ma anche in ottica di team building e supporto emotivo, i nostri dipendenti sono la nostra risorsa più grande. Anche il direttore sanitario, che si occupa in particolare del centro Chenot, sta lavorando nel rispetto dei protocolli in modo da essere impeccabili, soprattutto al fine di tutelare la salute dei dipendenti e dei clienti.
Avete pensato di istituire un servizio di e-commerce aggiuntivo o delivery o di potenziarlo? Come siete strutturati in tal senso?
Abbiamo aperto il delivery con il ristorante LeoneFelice e Vista Lago dal giorno di Pasqua ma considerato che per la logistica non si possono utilizzare le classiche piattaforme, abbiamo provveduto con consegna personalizzata. E’ un servizio che abbiamo attuato principalmente per rimanere vicini ai nostri clienti e stiamo valutando se estenderlo anche a La Filiale, la pizzeria firmata da Franco Pepe. Al momento il servizio è presente in tutta la Franciacorta con un menu ridotto e settimanale che cambia ogni martedì, spaziando dagli hamburger ai primi ai piatti salutistici del metodo Chenot per continuare la dieta anche a casa.
Cosa farai a casa ora che hai più tempo?
Mi dedico completamente al lavoro e allo sport. Inoltre cucino perché è un’attività che amo. Sto imparando a lavorare da casa e sono molto più produttivo di quello che avrei pensato. Mi sono imposto una vita molto regolare, ma la maggior parte della giornata la passo al telefono con i miei collaboratori e con esperti di settore per informarmi sul futuro e per gestire le criticità presenti.
Cosa vorresti dire all’estero sull’ospitalità italiana?
Ripeto un pensiero che avevo anche prima di questo periodo: lo stile anni Sessanta italiano sarà sempre più attuale, per la semplicità e la convivialità, il mare, il sole e la natura che rappresenta. L’Italia è il Paese migliore dove essere nonostante tutto, con il suo cibo, l’orto: faccio l’esempio della Maremma e L’Andana, un luogo dove andare a vivere e collegato con il resto del mondo con la tecnologia.
Come pensi andrà il settore del turismo, della ristorazione e quali sono le azioni che il governo dovrebbe fare per aiutare il comparto?
Lo stato deve intervenire per salvare il sistema e gli operatori ma che lo faccia con criterio e analizzi bene i player importanti. Il settore era già più fragile rispetto ad altri Paesi del mondo. Non si può essere grossi essendo piccoli e il contrario: i grandi gruppi che hanno capacità finanziaria organizzativa si salveranno, come i piccolissimi, a gestione prettamente famigliare, con poche spese, come può esserlo un ristorantino in riva al mare
di proprietà, da generazioni. I medi operatori come noi per sopravvivere dovranno instaurare sinergie e partnership al fine di costruire gruppi più organizzati ed efficienti per affrontare i mercati futuri. BARTU'