lunedì 20 aprile 2020

Le banche frenano sui prestiti Fabi: Non automatici i 25mila euro

Le banche frenano 

sui prestiti.Fabi: 

Non automatici 

i 25mila euro


Poco personale, troppa burocrazia e il rischio di rallentare ulteriormente il Paese. Il presidente dell’Abi Patuelli: «Inutile andare in filiale per chiedere i finanziamenti».

 Ma al telefono nessuno risponde.

Gli annunci e le garanzie del Governo (per ora) non sono bastati: le aziende in difficoltà economica che hanno bisogno dei prestiti dalle banche garantiti dallo Stato stanno facendo molta più fatica del previsto ad ottenere i finanziamenti richiesti. Questo perché gli istituti di credito sono aperti a singhiozzo e con personale ridotto, le risposte tardano ad arrivare e al telefono spesso e volentieri nemmeno rispondono. E ora il segretario della Fabi, Lando Maria Sileoni, spiega che i 25mila euro «non sono automatici».

Lando Sileoni - Le banche frenano sui prestiti Fabi: Non automatici i 25mila euro

Lando Maria Sileoni

Inoltre, suonano come una beffa le dichiarazioni di questa mattina del presidente dell’Abi Antonio Patuelli in merito alle richieste delle Piccole e medie imprese: «Non andate nelle filiali – ha detto – le richieste di informazioni e le domande si fanno per telefono e via mail, non è che andando nelle filiali vengono date le banconote e non c'è una graduatoria di chi arriva». Già perchè se si telefona in filiale qualcuno risponde forse? Ci sarebbe da avviare un'ondagine della magistratura su come le banche stanno nei fatti boicottando le piccole imprese...

L’impressione è che la ritrosia dimostrata da alcuni istituti di credito nel reagire alle richieste di imprenditori e artigiani non faccia altro che alimentare la tensione in un momento già sufficientemente difficile, nel tentativo di burocratizzare passaggi che nell’intento del Governo dovrebbero, al contrario, essere privi di fardelli burocratici.

Antonio Patuelli - Le banche frenano sui prestiti Fabi: Non automatici i 25mila euro
Antonio Patuelli

Sul decreto liquidità è intervenuto oggi anche Lando Maria Sileoni, segretario generale Fabi (Federazione autonoma bancari italiani) ai microfoni della trasmissione radiofonica “L’Italia s’è desta”. «Abbiamo tre fasce di prestiti: il primo fino a 25mila euro. Non è automatico che il rappresentante dell'azienda che va in banca ottenga i 25mila euro. Questi soldi devono nascere dal 25% della voce ricavi. È sufficiente avere un documento d'identità, serve un'autocertificazione dei ricavi e poi sottoscrivere un modulo. Dopodiché, in pochissime ore l'azienda avrà i soldi sul conto corrente e potrà ripagare il prestito dopo una moratoria di 24 mesi».

Poi c'è la fascia da 25mila a 800mila euro: «Qui c'è una garanzia statale al 90% - ricorda Sileoni - Anche qui vale la regola del 25% dei ricavi. Ci sarà un'istruttoria da parte della banca. Dal momento in cui viene presentata la domanda passeranno circa una quindicina di giorni prima dell'erogazione del prestito. Poi c'è la fascia sopra gli 800mila euro, anche qui è previsto il 25% ma non dei ricavi, bensì del fatturato».

Quanto alle tensioni nelle filiali, Sileoni spiega che «nell'ultimo mese abbiamo registrato diversi episodi, le forze dell'ordine ne sono a conoscenza. Ci sono stati atti di violenza, prevaricazioni ed offese ai lavoratori bancari, minacce ai direttori. Questo è un problema che parte da lontano, il sistema bancario paga anche i recenti scandali bancari e il fatto che la politica abbia la convinzione che parlare bene del settore bancario in Italia possa far perdere voti». Nel frattempo la Fabi ha annunciato di aver attivato una task force per monitorare eventuali episodi di tensioni che potrebbero verificarsi, a partire da oggi, con il via alle richieste di finanziamenti garantiti dallo Stato grazie al decreto legge liquidità. La segreteria nazionale del principale sindacato dei bancari si è mobilitata, si legge in una nota, "chiedendo a tutti i dirigenti sindacali, ai coordinatori nazionali, aziendali e di gruppo, di segnalare situazioni di prevaricazioni ed offese a danno delle lavoratrici e dei lavoratori bancari".

«Così sconfiggiamo il virus della violenza», ha scritto Sileoni, in una comunicazione inviata a tutte le strutture dell'organizzazione nella quale si sottolinea che il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, e tutti i Prefetti dell'intero territorio nazionale hanno assicurato, per questi giorni, la massima presenza e vigilanza delle agenzie di banca.
italaiaatavola
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