Boccia: No al passaporto sanitario
Il Governo
vuole riaperture
Francesco Boccia |
uniformi
Il ministro degli Affari regionali ha parlato chiaro sull’idea di Sicilia e Sardegna di richiedere patenti di immunità a cittadini in arrivo da altre regioni. Anche Astoi - Confindustria Viaggi si è espressa, ricordando che così facendo i visitatori preferiranno altre mete. Come la Liguria, il cui Governatore Toti ha ad esempio detto di aspettare «a braccia aperte i milanesi».
«Passaporto sanitario? Rileggete l’articolo 120 della Costituzione: una Regione non può adottare provvedimenti che ostacolino la libera circolazione delle persone. E poi se gli scienziati dicono che non ci sono passaporti sanitari, non ci sono».
Suona come un punto fermo (ma siamo pronti a scommettere che non lo sarà…) quello messo dal ministro degli Affari regionali Francesco Boccia nel corso dell’audizione alla Commissione Federalismo fiscale della Camera, rispondendo in maniera indiretta ai governatori che vorrebbero limitare o ostacolare l’ingresso a cittadini di altre regioni.
«Nei prossimi giorni con l’ultimo click (3 giugno, sulla carta) che riporterà il Paese a muoversi ci dovrà essere anche quello del buonsenso - ha sottolineato Boccia - se tutte le regioni ripartono senza distinzioni sul profilo dei cittadini di ogni regione, la distinzione tra cittadini di una città rispetto all’altra non è prevista, se siamo sani ci muoviamo. Diverso è prevedere una fase di quarantena, ma non siamo in quella condizione. E anche in quel caso ci vuole un accordo tra le parti. C’è stato un impatto differenziato del virus sia dal punto di vista sia sanitario che economico». Ma «è presto per fare un bilancio e ha senso aspettare le valutazioni scientifiche, ma quello che è successo a Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi e Piacenza è oggettivamente di una virulenza non riscontrata in altre province italiane».
Nel frattempo a meno di una settimana dal possibile sblocco tra regioni manca ancora chiarezza. I governatori chiedono informazioni, lanciano appelli, propongono soluzioni, viaggiano verso strade proprie creando non poca confusione, incertezza, senso di instabilità ulteriore nei confronti dei cittadini.
Un esempio evidente di questa situazione di confusione lo danno Sicilia e Sardegna, che vorrebbero per i turisti un patentino d'immunità. La situazione attuale è questa: prima la Sardegna, ha richiesto il patentino d'immunità, il governatore Christian Solinas vorrebbe avere un'isola Covid-free; la Sicilia ha portato avanti questa idea negli ultimi giorni.
Oltre al commento generale di Boccia a riguardo, è intervenuta anche Astoi - Confindustria Viaggi, che ha inviato una lettera direttamente ai governatori delle due Regioni, chiedendo regole più chiare. L'appello di Astoi ricorda come il turismo organizzato generi una cospicua parte dei flussi turistici verso Sicilia e Sardegna. Astoi Confindustria Viaggi ricorda che i tour operator, in virtù di specifici accordi commerciali, assicurano il riempimento delle strutture ricettive e producono un valore importante per il tessuto economico locale. Il comparto del turismo organizzato è quindi un asset strategico per l’economia turistica delle due Regioni.
Solitamente la programmazione della stagione estiva per i Tour Operator avviene con largo anticipo (a partire dal mese di dicembre-gennaio), ma quest’anno, per i noti motivi legati all’emergenza Covid-19, tale attività si è interrotta. Cionondimeno, gli operatori, tra mille difficoltà e compatibilmente con le restrizioni vigenti, sono pronti a riavviare la programmazione. L’attuale incertezza e la possibile adozione di modalità non idonee ad incentivare l’ingresso dei turisti nelle due isole (certificato di negatività e passaporto sanitario) sta non solo scoraggiando le prenotazioni, ma ha già prodotto lo spostamento dei flussi verso altre Regioni (Toscana, Puglia, Liguria, Calabria) e sta comportando la cancellazione di eventuali prenotazioni già ricevute.
La situazione è diversa fuori dalle due Isole. Ieri il governatore della Liguria Giovanni Toti ha fatto intendere che aspetterà a braccia aperte i milanesi con le seconde case nella propria regione incassando subito una virtuale stretta di mano con il sindaco di Milano Beppe Sala. Su Facebook infatti il primo cittadino ha detto che si ricorderà nel prenotare le vacanze chi si è mostrato disponibile e comprensivo e chi invece ha solo parlato di patenti di immunità (come appunto ipotizzato da Sardegna e Sicilia).
Tante le seconde case anche in Toscana, fronte Versilia, ma il presidente della Regione Enrico Rossi ha aperto un po’ meno le porte a chi vorrà arrivare da fuori: «Sia ben chiaro che noi non vogliamo guerre regionali - premette il governatore - toccherà al governo, che ne ha tutti gli strumenti, decidere prima del 3 giugno. Ma poiché, mesi fa, fu un errore non chiudere in tempo realtà come la Lombardia, da cui sono partiti i focolai maggiori del virus, chiediamo adesso che non se ne commetta un altro riaprendole. Prudenza vorrebbe che prima di riaprire tutto, gli indici di contagio fossero uniformi».
Altro round insomma tra Stato e Regioni in una battaglia che, lo si è visto, non porta nulla di buono. «Ora si tratta di capire - ragiona Michele Emiliano, il governatore della Puglia - se dopo il 3 giugno esisterà ancora l’esigenza o meno di disporre una quarantena per persone provenienti dalle regioni nelle quali il virus continua a circolare. Né il Comitato Tecnico Scientifico nazionale né il Governo né il coordinamento epidemiologico regionale, ci hanno segnalato l’utilità di rendere obbligatori dei test per il passaggio da una regione e l’altra». Puglia dunque accessibile? Sembrerebbe. Convinti ad accogliere tutti, lombardi compresi, i governatori di Umbria, Abruzzo e Molise, ma anche di Friuli Venezia Giulia, Calabria, Val d’Aosta. Insomma, auspiciandosi che la curva dei contagi crolli sempre di più sembra che per le vacanze estive 2020 gli italiani possano avere un ampio ventaglio di scelta. ITALIAATAVOLA
Suona come un punto fermo (ma siamo pronti a scommettere che non lo sarà…) quello messo dal ministro degli Affari regionali Francesco Boccia nel corso dell’audizione alla Commissione Federalismo fiscale della Camera, rispondendo in maniera indiretta ai governatori che vorrebbero limitare o ostacolare l’ingresso a cittadini di altre regioni.
La Liguria apre le porte ai turisti
«Nei prossimi giorni con l’ultimo click (3 giugno, sulla carta) che riporterà il Paese a muoversi ci dovrà essere anche quello del buonsenso - ha sottolineato Boccia - se tutte le regioni ripartono senza distinzioni sul profilo dei cittadini di ogni regione, la distinzione tra cittadini di una città rispetto all’altra non è prevista, se siamo sani ci muoviamo. Diverso è prevedere una fase di quarantena, ma non siamo in quella condizione. E anche in quel caso ci vuole un accordo tra le parti. C’è stato un impatto differenziato del virus sia dal punto di vista sia sanitario che economico». Ma «è presto per fare un bilancio e ha senso aspettare le valutazioni scientifiche, ma quello che è successo a Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi e Piacenza è oggettivamente di una virulenza non riscontrata in altre province italiane».
Nel frattempo a meno di una settimana dal possibile sblocco tra regioni manca ancora chiarezza. I governatori chiedono informazioni, lanciano appelli, propongono soluzioni, viaggiano verso strade proprie creando non poca confusione, incertezza, senso di instabilità ulteriore nei confronti dei cittadini.
Un esempio evidente di questa situazione di confusione lo danno Sicilia e Sardegna, che vorrebbero per i turisti un patentino d'immunità. La situazione attuale è questa: prima la Sardegna, ha richiesto il patentino d'immunità, il governatore Christian Solinas vorrebbe avere un'isola Covid-free; la Sicilia ha portato avanti questa idea negli ultimi giorni.
Cefalu in Sicilia e Cala Corsara in Sardegna
Oltre al commento generale di Boccia a riguardo, è intervenuta anche Astoi - Confindustria Viaggi, che ha inviato una lettera direttamente ai governatori delle due Regioni, chiedendo regole più chiare. L'appello di Astoi ricorda come il turismo organizzato generi una cospicua parte dei flussi turistici verso Sicilia e Sardegna. Astoi Confindustria Viaggi ricorda che i tour operator, in virtù di specifici accordi commerciali, assicurano il riempimento delle strutture ricettive e producono un valore importante per il tessuto economico locale. Il comparto del turismo organizzato è quindi un asset strategico per l’economia turistica delle due Regioni.
Solitamente la programmazione della stagione estiva per i Tour Operator avviene con largo anticipo (a partire dal mese di dicembre-gennaio), ma quest’anno, per i noti motivi legati all’emergenza Covid-19, tale attività si è interrotta. Cionondimeno, gli operatori, tra mille difficoltà e compatibilmente con le restrizioni vigenti, sono pronti a riavviare la programmazione. L’attuale incertezza e la possibile adozione di modalità non idonee ad incentivare l’ingresso dei turisti nelle due isole (certificato di negatività e passaporto sanitario) sta non solo scoraggiando le prenotazioni, ma ha già prodotto lo spostamento dei flussi verso altre Regioni (Toscana, Puglia, Liguria, Calabria) e sta comportando la cancellazione di eventuali prenotazioni già ricevute.
La situazione è diversa fuori dalle due Isole. Ieri il governatore della Liguria Giovanni Toti ha fatto intendere che aspetterà a braccia aperte i milanesi con le seconde case nella propria regione incassando subito una virtuale stretta di mano con il sindaco di Milano Beppe Sala. Su Facebook infatti il primo cittadino ha detto che si ricorderà nel prenotare le vacanze chi si è mostrato disponibile e comprensivo e chi invece ha solo parlato di patenti di immunità (come appunto ipotizzato da Sardegna e Sicilia).
Tante le seconde case anche in Toscana, fronte Versilia, ma il presidente della Regione Enrico Rossi ha aperto un po’ meno le porte a chi vorrà arrivare da fuori: «Sia ben chiaro che noi non vogliamo guerre regionali - premette il governatore - toccherà al governo, che ne ha tutti gli strumenti, decidere prima del 3 giugno. Ma poiché, mesi fa, fu un errore non chiudere in tempo realtà come la Lombardia, da cui sono partiti i focolai maggiori del virus, chiediamo adesso che non se ne commetta un altro riaprendole. Prudenza vorrebbe che prima di riaprire tutto, gli indici di contagio fossero uniformi».
Altro round insomma tra Stato e Regioni in una battaglia che, lo si è visto, non porta nulla di buono. «Ora si tratta di capire - ragiona Michele Emiliano, il governatore della Puglia - se dopo il 3 giugno esisterà ancora l’esigenza o meno di disporre una quarantena per persone provenienti dalle regioni nelle quali il virus continua a circolare. Né il Comitato Tecnico Scientifico nazionale né il Governo né il coordinamento epidemiologico regionale, ci hanno segnalato l’utilità di rendere obbligatori dei test per il passaggio da una regione e l’altra». Puglia dunque accessibile? Sembrerebbe. Convinti ad accogliere tutti, lombardi compresi, i governatori di Umbria, Abruzzo e Molise, ma anche di Friuli Venezia Giulia, Calabria, Val d’Aosta. Insomma, auspiciandosi che la curva dei contagi crolli sempre di più sembra che per le vacanze estive 2020 gli italiani possano avere un ampio ventaglio di scelta. ITALIAATAVOLA
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