Ministero unico
per la ristorazione
Turismo,
confusione
Stato-Regioni
Agli Stati Generali la FIPE chiede un cambiamento radicale delle regole per rilanciare il comparto. Gli albergatori vogliono meno burocrazia, meno tasse sugli immobili e più Cassa integrazione. Insoddisfazione di Confindustria alberghi per il poco tempo a disposizione. Tutti sollecitano interventi per la digitalizzazione.
Oggi è stato finalmente il giorno del Turismo e della ristorazione agli Stati Generali dell'Economia in corso a Villa Pamphilj. Un'occasione di confronto attesa da tempo, anche se con incontri troppo brevi per il peso economico e sociale del settore, in cui le principali associazioni di categoria hanno messo nero su bianco le loro richieste per il rilancio del comparto oggi più penalizzato dalla crisi. La richiesta più forte, oltre a tutti gli interventi urgenti per la lquidità e il sostegno economico a imprese e lavoratori, è stata quella presentata da Lino Stoppani, presidente della Fipe, che ha chiesto di accorpare in un unico ministero tutte le competenze del settore della ristorazione e dell'accoglienza che oggi sono sparpagliate fra 3 dicasteri, oltre ad una revisione radicale di quelle sul Turismo per superare i conflitti fra Stato e Regioni.
Un confronto che si è concluso con un nulla di fatto, almeno per il momento, nel quale il Governo si è limitato a prendere nota delle istanze del settore, così com'era già successo nei giorni scorsi con altre categorie. Un incontro fin troppo sbrigativo, che ha fatto uscire dal vertice a muso duro Confindustria Alberghi, che non ha mancato di sottolineare la mancanza di attenzione dell'Esecutivo per l'intero settore, così come tante associazioni denunciano da tempo.
Ha parlato invece di proroga della cassa integrazione, riduzione del costo del lavoro e della pressione fiscale sugli immobili, Federalberghi che ha portato al tavolo del Governo anche le problematiche connesse alla riqualificazione delle strutture ricettive e alla concorrenza sleale di centinaia di migliaia di appartamenti abusivi.
La giornata si era aperta con i numeri del turismo per l'estate ormai alle porte, di una ricerca di Assoturismo, secondo cui si prevede un afflusso di turisti per i mesi estivi di 12,8 milioni di viaggiatori e 56 milioni di pernottamenti in meno rispetto all'estate 2019. Una brusca frenata che lascerà sul terreno oltre 3,2 miliardi di euro di fatturato, equamente divisi tra le attività extralberghiere (52%) e il comparto alberghiero (48%).
A pesare sul bilancio dell'intero comparto sarà soprattutto il calo dei visitatori stranieri: sui 56 milioni di pernottamenti perduti, ben 43 milioni sono di turisti esteri che quest'anno non giungeranno nelle località del nostro Paese, con un crollo del 43,4% rispetto all'estate 2019, quasi un dimezzamento. La flessione sarà invece più contenuta per la domanda interna dei viaggiatori italiani (-11,6%).
Queste, nel dettaglio, le richieste presentate da ognuna delle associazioni presenti all'incontro di oggi.
La FIPE: Aiuti immediati e un unico ministero
Sostegno economico immediato alle imprese e una nuova visione strategica per una ristorazione più forte e in grado di dare slancio al Paese. Queste le richieste della Fipe, la Federazione Italiana Pubblici Esercizi di ConfCommercio, oggi agli Stati Generali dell'Economia in corso a Villa Pamphilj.
Nel portare i bisogni e le aspettative dei pubblici esercizi, settore tra i più colpiti dall'emergenza sanitaria, la Federazione ha sollecitato sia provvedimenti d'emergenza, in grado di tamponare i problemi economico-finanziari e per impedire la chiusura di molte aziende, sia interventi strutturali e di visione per rilanciare il comparto. Tra i primi il rafforzamento dei provvedimenti di sostegno per le imprese, in modo particolare sui temi degli indennizzi per le ingenti perdite di fatturato, della liquidità per la quale si è risollecitata la tempestività e delle competenze professionali da preservare, con tutti gli strumenti di protezione sociale disponibili. I provvedimenti strutturali e di visione strategica del settore riguardano, invece, l'attivazione di politiche governative sulla Ristorazione e la filiera agroalimentare, coordinate ed unitarie, capaci di dare dignità istituzionale al settore.
«Oggi le competenze sulla Ristorazione sono frammentate su tre Ministeri - Sviluppo Economico, Agricoltura e Turismo - che hanno altre priorità settoriali con i danni che da tempo Fipe denuncia - ha ricordato Lino Stoppani - asimmetria di regole, concorrenza sleale, dequalificazione e despecializzazione professionale, sviluppo delle malattie cibo-alcol correlate; alcolismo, obesità, intolleranze e allergie alimentari; mala movida e infiltrazioni "malavitose". C'è bisogno di una regia unica che sappia migliorare il settore nell'interesse anche del Paese, favorendo la sua trasformazione digitale, investendo sul suo capitale umano, rafforzando l'identità con elementi strategici per la filiera agroalimentare e turistica, rivedendo il sistema delle regole uniche per tutto il settore. Il settore disciplinato da una legge che ha trent'anni (Legge 287/1991), quando esisteva un altro mercato e altri modelli di consumo. La domanda è cambiata, i modelli di consumo si sono evoluti, il Paese ha bisogno, anche, di una Ristorazione forte per il suo rilancio».
Federalberghi: Irrobustire gli aiuti previsti dal Decreto rilancio
Dopo la presa di posizione del suo presidente per la mancata convocazione, arrivata poi a stretto giro di posta, anche Federalberghi, altra federazione di ConfCommercio, si è seduta al tavolo di lavoro del Governo negli Stati Generali dell'Economia: "C'è la necessità - ha detto il presidente Bernabò Bocca - di irrobustire le misure di sostegno previste dal decreto Rilancio, anche recependo con urgenza alcune misure previste dal Piano redatto dal Comitato degli esperti. Le nostre priorità spaziano dalla proroga della cassa integrazione alla riduzione del costo del lavoro per le imprese che ripartono, passando per le peculiarità delle imprese in affitto e per la riduzione della pressione fiscale sugli immobili strumentali, senza dimenticare le problematiche connesse alla riqualificazione delle strutture ricettive, alla concorrenza sleale esercitata delle centinaia di migliaia di appartamenti abusivi che inquinano il mercato ed all'abuso di potere dominante dei portali di prenotazione che vessano sistematicamente gli hotel".
L'irritazione di Confindustria Alberghi
Dal tavolo dei lavori è uscita insoddisfatta Confindustria Alberghi, che ha criticato il Governo per aver lasciato al Turismo solo un'ora di dibattito: «Questo non riflette l'attenzione che ci saremmo aspettati rispetto ad un settore che è indubbiamente il più colpito e che costituisce una delle componenti primarie dell'economia del Paese», spiega l'associazione in una nota.
Al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte Confindustria Alberghi ha sottolineato come sia necessario e imprescindibile definire un percorso ed una strategia per il rilancio, evidenziando come il settore alberghiero in Italia e il turismo in generale, siano ancora in una fase emergenziale.
«Le misure fino a qui varate dall'esecutivo non hanno portato gli effetti attesi e, anche quando correttamente indirizzati, come nel caso degli affitti o dell'IMU, sono troppo limitati e parziali - spiega l'Associazione in una nota - Abbiamo bisogno di misure che accompagnino le aziende almeno fino a tutto il 2020 e scelte coraggiose che aiutino il settore alla ripartenza. In primis un taglio al costo del lavoro per creare le condizioni per la riapertura e per riportare i lavoratori alla piena retribuzione. In prospettiva il settore ha bisogno di un profondo rinnovamento nel sistema delle regole che sono ormai ampiamente superate dalle nuove dinamiche del mercato. La competizione a livello internazionale è fortissima - sostiene Confindustria Alberghi - ma l'Italia ha una posizione di assoluta leadership che certamente alla fine di questo tragico periodo permetterà all'economia del turismo di ripartire. Dobbiamo accompagnare le aziende per permettere loro di sopravvivere in attesa della ripartenza ma oggi ribadiamo ancora una volta che la situazione è di assoluta gravità».
Assoturismo: meno burocrazia
Dopo mesi di fermo e di incertezza, per il presidente di Assoturismo Confesercenti Vittorio Messina serve una svolta: «Bisogna intervenire per estendere e rendere meno burocratiche le richieste di cassa integrazione; proponiamo anche zone franche, con fiscalità di vantaggio per imprese e visitatori, per le mete che saranno più colpite dal calo dei flussi stranieri. Ma dobbiamo anche progettare il rilancio del settore, che vale il 13% del Pil ed è il biglietto da visita del nostro Paese nel mondo. Un rilancio basato sull'innovazione digitale e sulla revisione del tax credit ristrutturazioni, per rendere l'offerta ricettiva italiana più attraente e più in linea con le aspettative dei turisti».
Federturismo: ripensare il sistema fiscale
Federturismo Confindustria è intervenuta con decisione, forte di una situazione in cui è necessario rivedere l'intero settore colpito dal periodo d'emergenza, forte anche di un nuovo direttivo, guidato dalla neo-eletta presidente Marina Lalli. «Quello che vogliamo dire al Governo, quello che ci interessa, riguarda tanto il nostro ambito quanto tutto il Sistema Italia ed è secondo noi la priorità. Sburocratizzazione e ripensamento di tutto il sistema fiscale, due elementi senza i quali non è possibile nemmeno pensare ad un rilancio».
C'è la voglia di approfittare di una situazione di crisi per ripartire non per i prossimi mesi, ma per i prossimi 10-20 anni: "Cerchiamo un rilancio serio per l'immediato futuro che però, allo stesso tempo, ci traghetti verso i prossimi decenni di turismo nel nostro Paese. Dobbiamo ripensare al nostro modello di funzionamento per competere a livello globale. Perché è vero che tutto il settore turistico è cresciuto negli ultimi anni, ma lo ha fatto più lentamente rispetto ad altri Paesi dell'area Mediterranea".
Le prenotazioni in Italia scarseggiano
Un confronto che si è concluso con un nulla di fatto, almeno per il momento, nel quale il Governo si è limitato a prendere nota delle istanze del settore, così com'era già successo nei giorni scorsi con altre categorie. Un incontro fin troppo sbrigativo, che ha fatto uscire dal vertice a muso duro Confindustria Alberghi, che non ha mancato di sottolineare la mancanza di attenzione dell'Esecutivo per l'intero settore, così come tante associazioni denunciano da tempo.
Ha parlato invece di proroga della cassa integrazione, riduzione del costo del lavoro e della pressione fiscale sugli immobili, Federalberghi che ha portato al tavolo del Governo anche le problematiche connesse alla riqualificazione delle strutture ricettive e alla concorrenza sleale di centinaia di migliaia di appartamenti abusivi.
La giornata si era aperta con i numeri del turismo per l'estate ormai alle porte, di una ricerca di Assoturismo, secondo cui si prevede un afflusso di turisti per i mesi estivi di 12,8 milioni di viaggiatori e 56 milioni di pernottamenti in meno rispetto all'estate 2019. Una brusca frenata che lascerà sul terreno oltre 3,2 miliardi di euro di fatturato, equamente divisi tra le attività extralberghiere (52%) e il comparto alberghiero (48%).
A pesare sul bilancio dell'intero comparto sarà soprattutto il calo dei visitatori stranieri: sui 56 milioni di pernottamenti perduti, ben 43 milioni sono di turisti esteri che quest'anno non giungeranno nelle località del nostro Paese, con un crollo del 43,4% rispetto all'estate 2019, quasi un dimezzamento. La flessione sarà invece più contenuta per la domanda interna dei viaggiatori italiani (-11,6%).
Queste, nel dettaglio, le richieste presentate da ognuna delle associazioni presenti all'incontro di oggi.
Lino Stoppani
La FIPE: Aiuti immediati e un unico ministero
Sostegno economico immediato alle imprese e una nuova visione strategica per una ristorazione più forte e in grado di dare slancio al Paese. Queste le richieste della Fipe, la Federazione Italiana Pubblici Esercizi di ConfCommercio, oggi agli Stati Generali dell'Economia in corso a Villa Pamphilj.
Nel portare i bisogni e le aspettative dei pubblici esercizi, settore tra i più colpiti dall'emergenza sanitaria, la Federazione ha sollecitato sia provvedimenti d'emergenza, in grado di tamponare i problemi economico-finanziari e per impedire la chiusura di molte aziende, sia interventi strutturali e di visione per rilanciare il comparto. Tra i primi il rafforzamento dei provvedimenti di sostegno per le imprese, in modo particolare sui temi degli indennizzi per le ingenti perdite di fatturato, della liquidità per la quale si è risollecitata la tempestività e delle competenze professionali da preservare, con tutti gli strumenti di protezione sociale disponibili. I provvedimenti strutturali e di visione strategica del settore riguardano, invece, l'attivazione di politiche governative sulla Ristorazione e la filiera agroalimentare, coordinate ed unitarie, capaci di dare dignità istituzionale al settore.
«Oggi le competenze sulla Ristorazione sono frammentate su tre Ministeri - Sviluppo Economico, Agricoltura e Turismo - che hanno altre priorità settoriali con i danni che da tempo Fipe denuncia - ha ricordato Lino Stoppani - asimmetria di regole, concorrenza sleale, dequalificazione e despecializzazione professionale, sviluppo delle malattie cibo-alcol correlate; alcolismo, obesità, intolleranze e allergie alimentari; mala movida e infiltrazioni "malavitose". C'è bisogno di una regia unica che sappia migliorare il settore nell'interesse anche del Paese, favorendo la sua trasformazione digitale, investendo sul suo capitale umano, rafforzando l'identità con elementi strategici per la filiera agroalimentare e turistica, rivedendo il sistema delle regole uniche per tutto il settore. Il settore disciplinato da una legge che ha trent'anni (Legge 287/1991), quando esisteva un altro mercato e altri modelli di consumo. La domanda è cambiata, i modelli di consumo si sono evoluti, il Paese ha bisogno, anche, di una Ristorazione forte per il suo rilancio».
Federalberghi: Irrobustire gli aiuti previsti dal Decreto rilancio
Dopo la presa di posizione del suo presidente per la mancata convocazione, arrivata poi a stretto giro di posta, anche Federalberghi, altra federazione di ConfCommercio, si è seduta al tavolo di lavoro del Governo negli Stati Generali dell'Economia: "C'è la necessità - ha detto il presidente Bernabò Bocca - di irrobustire le misure di sostegno previste dal decreto Rilancio, anche recependo con urgenza alcune misure previste dal Piano redatto dal Comitato degli esperti. Le nostre priorità spaziano dalla proroga della cassa integrazione alla riduzione del costo del lavoro per le imprese che ripartono, passando per le peculiarità delle imprese in affitto e per la riduzione della pressione fiscale sugli immobili strumentali, senza dimenticare le problematiche connesse alla riqualificazione delle strutture ricettive, alla concorrenza sleale esercitata delle centinaia di migliaia di appartamenti abusivi che inquinano il mercato ed all'abuso di potere dominante dei portali di prenotazione che vessano sistematicamente gli hotel".
Bernabò Bocca
L'irritazione di Confindustria Alberghi
Dal tavolo dei lavori è uscita insoddisfatta Confindustria Alberghi, che ha criticato il Governo per aver lasciato al Turismo solo un'ora di dibattito: «Questo non riflette l'attenzione che ci saremmo aspettati rispetto ad un settore che è indubbiamente il più colpito e che costituisce una delle componenti primarie dell'economia del Paese», spiega l'associazione in una nota.
Al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte Confindustria Alberghi ha sottolineato come sia necessario e imprescindibile definire un percorso ed una strategia per il rilancio, evidenziando come il settore alberghiero in Italia e il turismo in generale, siano ancora in una fase emergenziale.
«Le misure fino a qui varate dall'esecutivo non hanno portato gli effetti attesi e, anche quando correttamente indirizzati, come nel caso degli affitti o dell'IMU, sono troppo limitati e parziali - spiega l'Associazione in una nota - Abbiamo bisogno di misure che accompagnino le aziende almeno fino a tutto il 2020 e scelte coraggiose che aiutino il settore alla ripartenza. In primis un taglio al costo del lavoro per creare le condizioni per la riapertura e per riportare i lavoratori alla piena retribuzione. In prospettiva il settore ha bisogno di un profondo rinnovamento nel sistema delle regole che sono ormai ampiamente superate dalle nuove dinamiche del mercato. La competizione a livello internazionale è fortissima - sostiene Confindustria Alberghi - ma l'Italia ha una posizione di assoluta leadership che certamente alla fine di questo tragico periodo permetterà all'economia del turismo di ripartire. Dobbiamo accompagnare le aziende per permettere loro di sopravvivere in attesa della ripartenza ma oggi ribadiamo ancora una volta che la situazione è di assoluta gravità».
Assoturismo: meno burocrazia
Dopo mesi di fermo e di incertezza, per il presidente di Assoturismo Confesercenti Vittorio Messina serve una svolta: «Bisogna intervenire per estendere e rendere meno burocratiche le richieste di cassa integrazione; proponiamo anche zone franche, con fiscalità di vantaggio per imprese e visitatori, per le mete che saranno più colpite dal calo dei flussi stranieri. Ma dobbiamo anche progettare il rilancio del settore, che vale il 13% del Pil ed è il biglietto da visita del nostro Paese nel mondo. Un rilancio basato sull'innovazione digitale e sulla revisione del tax credit ristrutturazioni, per rendere l'offerta ricettiva italiana più attraente e più in linea con le aspettative dei turisti».
Vittorio Messina
Federturismo: ripensare il sistema fiscale
Federturismo Confindustria è intervenuta con decisione, forte di una situazione in cui è necessario rivedere l'intero settore colpito dal periodo d'emergenza, forte anche di un nuovo direttivo, guidato dalla neo-eletta presidente Marina Lalli. «Quello che vogliamo dire al Governo, quello che ci interessa, riguarda tanto il nostro ambito quanto tutto il Sistema Italia ed è secondo noi la priorità. Sburocratizzazione e ripensamento di tutto il sistema fiscale, due elementi senza i quali non è possibile nemmeno pensare ad un rilancio».
Marina Lalli
C'è la voglia di approfittare di una situazione di crisi per ripartire non per i prossimi mesi, ma per i prossimi 10-20 anni: "Cerchiamo un rilancio serio per l'immediato futuro che però, allo stesso tempo, ci traghetti verso i prossimi decenni di turismo nel nostro Paese. Dobbiamo ripensare al nostro modello di funzionamento per competere a livello globale. Perché è vero che tutto il settore turistico è cresciuto negli ultimi anni, ma lo ha fatto più lentamente rispetto ad altri Paesi dell'area Mediterranea".
Questo l'elenco delle associazioni imprenditoriali presenti (o che erano rapresentate da altri partner)al confrointo col Governo sul Turismo:
- Federturismo Confindustria (Confindustria alberghi, Assobalneari, Federterme, ASTOI Tour operator)
- Confturismo Confcommercio (Federalberghi, FIPE, AIGRIM Associazione Imprese Grande Ristorazione Multilocalizzate rappresentata da Gianmario Tondato, FIAVET Imprese viaggio e turismo, FTO, Federazione turismo organizzato, Sindacato italiano balneari, AIGRIM )
- Assoturismo – Confesercenti (Assohotel, FIBA Balneari, Federagit Guide turistiche)
- CNA Turismo
- Confimprese Turismo Italia – Federbalneari
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