sabato 13 giugno 2020

Lombardia, Fontana (in silenzio) cambia il direttore della sanità

Lombardia, 

Fontana (in silenzio)
cambia il direttore 

della sanità


Al posto di Luigi Cajazzo la poltrona lombarda viene data a Marco Trivelli, in arrivo in Regione dagli Spedali Civili di Brescia. Un passaggio di testimone che non è stato accompagnato da alcun commento.

Quante discussioni attorno alla gestione della Sanità Lombarda in questi ultimi mesi? A cominciare da due punti caldi (non certamente gli unici), che hanno ricevuto le più aspre critiche dall'opinione pubblica, dalla stampa e dalla televisione: i casi delle rsa lombarde (a Milano, a Bergamo, a Brescia) e la mancata zona rossa a Nembro e Alzano. Con migliaia di morti sul groppone, Attilio Fontana però si è sempre detto «a posto con la coscienza» (la frase è una vera e propria citazione di fine aprile, durante un'intervista rilasciata al Corriere della Sera). Ha difeso la sua politica e quella della sanità lombarda in generale anche durante l'inchiesta tenuta dalla procura di Bergamo sulla mancata zona rossa in valle. Eppure, tanta sicurezza avrà cominciato a traballare se ieri in serata Attilio Fontana ha comunicato il passaggio di testimone del ruolo di direttore sanitario. Se ne va Luigi Cajazzo, al suo posto arriva Marco Trivelli.

Marco Trivelli e Attilio Fontana - Lombardia, Fontana (in silenzio) cambia il direttore della sanità

Cajazzo, 51 anni, è un ex poliziotto della Mobile di Lecco: stava seduto sulla poltrona di direttore generale della sanità della Regione dal maggio 2018, ma ora viene spostato. Al suo posto, al timone, arriva come detto Marco Trivelli, 56 anni, manager storico della Sanità lombarda, con esperienza in grandi ospedali come il Niguarda di Milano e (dal 2018) gli Spedali Civili di Brescia.

Non hanno rilasciato alcun commento in merito alla decisione né il Governatore, né il suo assessore alla Sanità Giulio Gallera (anch'egli sommerso dalle critiche negli ultimi mesi, in primis per l'originale spiegazione sul significato pratico dell'indice di trasmissibilità del coronavirus). Non ci sono però dubbi la decisione voglia essere un primo passo per una "migliore" gestione della macchina organizzativa sanitaria in vista della delicata Fase 3 di questa emergenza.

Trivelli dovrà essere il nuovo volto di una Lombardia più attenta alla salute, cominciando col rimediare ad un'altra pecca incontestabile della gestione dell'emergenza Covid: la scarsissima organizzazione nel rapporto con i medici di famiglia. «Volete un mea culpa? - diceva Fontana pochi giorni fa al Corriere - Probabilmente negli ultimi anni abbiamo trascurato i medici di famiglia. A settembre lanceremo un importante piano d'azione a loro dedicato. Sono il primo presidio sanitario delle nostre comunità e lo renderemo più forte».

Insomma, Trivelli dovrà essere un po' la figura chiave per rialzare l'immaginario collettivo intorno alla Lombardia. Ci riuscirà? Riuscirà a far sentire come ormai "passati" le difficoltà sui tamponi, il flop dell'ospedale in Fiera (costato 21 milioni di euro di donazioni dei cittafini e da 4 giorni a pazienti zero) e il malsano rapporto tra Sanità privata e pubblica?

Una mossa che può essere utile, forse, ma che difficilmente smorzerà il "clima d'odio" (proprio così si chiama il dossier che dalla scorsa settimana è stato depositato in Procura dal legale del Governatore) che aleggia attorno a Fontana, tanto che la prefettura di Varese ha deciso di assegnargli una scorta personale.
italiaatavola
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