martedì 2 giugno 2020

Ora l’Europa ci darà una mano Ma le Regioni bloccano il turismo

Ora l’Europa 

ci darà una mano
Ma le Regioni 

bloccano il turismo


Dall'Ue fra Recovery Fund e Mes potrebbero arrivare quasi 210 miliardi di euro, ma alcuni Governatori alimentano un clima di paura e sfiducia che rischia di colpire a morte il turismo. Le sparate dei presidenti di Sicilia e Sardegna sui patentini sanitari o i blocchi dei turisti creano un danno ad alberghi e ristoranti.

Ormai tutto è riaperto. Non ci saranno più limiti a spostarsi in Italia, anche se per ora lo si farà praticamente solo “per lavoro”. Di turismo al momento non se ne parla: non ci sono molti soldi e gli alberghi restano per lo più chiusi. Così come sono semi vuoti molti dei ristoranti che hanno riaperto (finora solo 3 su 4, e uno su 3 teme di dover chiudere a breve…). È l’effetto di una crisi che si avvita su se stessa anche per il clima di paura che alcuni politici irresponsabili continuano ad alimentare. Pensiamo a quei Governatori un po’ bulletti che, in un nome di un antistorico autonomismo di maniera, fanno sparate tafazziane contro i “pericolosi” viaggiatori del nord, dimenticandosi che senza questi “untori” il loro turismo non esisterebbe. E Intanto rischiamo di vanificare il clima di fiducia che abbiamo instaurato in Europa con la gestione di questa pandemia.

In questo momento avremmo bisogno di tutto, ma di sicuro non di dare l’idea a tutto il mondo che l’Italia sia un lazzaretto. Siamo il popolo che per primo in Occidente ha affrontato il covid-19 e non possiamo ora fare passare l’idea che siamo un Paese “non sicuro”. Ci sono parole che non fanno allontanare solo i turisti milanesi dalla Costa Smeralda: rischiamo di tenere lontani gli stranieri da tutta l’Italia. E questo è inaccettabile, anche alla luce delle ultime ricerche, come quelle del San Raffaele di Milano, che danno il virus come clinicamente non più pericoloso.

Dietro la fantasiosa pretesa dei patentini della salute (a cui ha rinunciato per realismo anche Luca Zaia, che era stato il primo a proporli), o dietro l’idea di chiudere inesistenti frontiere regionali, c’è una sorta di razzismo rovesciato che è solo un modo meschino (e quasi ricattatorio) per alzare il prezzo e ottenere un po’ più di soldi dallo Stato. È lo stesso modo di fare dei piccoli Paesi del nord Europa che hanno finora bloccato gli aiuti all’Italia solo per avere altre compensazioni dalla Ue. Il tutto si chiama avidità ed egoismo, ma questa è un’altra storia.

La querelle tutta italiana sui turisti è peraltro decisamente sgradevole perché saranno pochi gli italiani che potranno farsi delle vacanze. Gli autonomi, i camerieri o gli operai senza lavoro (e quasi tutti senza soldi per la cassa integrazione che non è ancora arrivata) non stanno certo a pensare alle ferie. E non è che al loro posto verranno degli europei se passa l’immagine di un’Italia pericolosa…

È più che doveroso tutelare i cittadini, ma lo si deve fare con un po’ di cervello. Non serve a nulla chiudere ai contatti esterni come gli algidi danesi o austriaci. Si devono semmai rafforzare le strutture sanitarie, anche in vista della possibile ripresa dell’epidemia in autunno. Nessuno invoca il «liberi tutti». Dobbiamo rispettare le regole che valgono per tutta Italia e mantenere i distanziamenti. Ma dobbiamo poterci muovere. Dobbiamo riaprire tutti i cantieri senza pensare di bloccare tecnici o maestranze solo perché vengono da altre regioni. Dobbiamo valorizzare siti ambientali e beni artistici. Abbiamo molto da recuperare, soprattutto al sud, fermo da anni anche per colpa di una burocrazia inefficiente.

Ora l’Europa ci darà una manoMa le Regione bloccano il turismo

Ma tant'è, l’Italia dimostra di essere gestita da una classe politica inadeguata e incapace di guardare oltre al proprio orticello. Le sparate dei viceré di Cagliari o Palermo creano terra bruciata attorno alle isole dove ci sono le piccole aziende legate al turismo e alla ristorazione che forse più di altre soffriranno. Dopo due mesi e passa hanno riaperto, ma non ripartono… mancano i clienti che, per lo più, hanno paura visto il continuo enfatizzare i rischi di contagio che tutti ormai conosciamo bene. E i danni colpiscono tutta Italia.

E questo proprio nel momento in cui, nonostante tutte le divisioni interne, l’Italia è riuscita ad ottenere dall’Europa quegli aiuti su cui in pochi avrebbero scommesso fino a qualche settimana fa. È un’apertura di credito contro cui sembrano giocare alcuni Governatori. Quasi fossero “avversari” dell’Italia (o almeno del nord Italia) come i capi di governo olandese, austriaco, danese e svedese. Quelli, autentici avari (ma più bravi di noi a sfruttare le risorse comunitarie), si presentano almeno come frugali e contrari all’assistenzialismo. Sicilia e Sardegna sono invece le regioni con le amministrazioni forse peggiori di tutta Italia e quelle che da anni hanno i record di inefficienza della pubblica amministrazione e il più irresponsabile utilizzo del personale. Il segretario dell’assemblea regionale siciliana ha uno stipendio superiore a quello della Merkel, ma che vantaggi dà ai siciliani?

Quasi contro ogni logica, grazie al Recovery fund l’Italia è riuscita nel miracolo di poter ottenere (anche se solo al partire dal 2021) almeno 172 miliardi di euro di aiuti (di cui 82 a fondo perduto). Un risultato impensabile dovuto al senso di responsabilità dimostrato da Francia e Germania, che non hanno certo pensato alle spiagge siciliane, ma alle fabbriche lombarde o emiliane di subfornitura a cui sono strettamente legate le loro aziende. E i soldi che arriveranno andranno però, ovviamente, anche a vantaggio dei siciliani o dei sardi. Ed altri 36 di miliardi di euro, da destinare solo a potenziare la nostra struttura sanitaria, potrebbero poi arrivare subito grazie al Mes, che non piace però ai sovranisti di casa nostra. Invece di distruggere il loro turismo con le idee dei passaporti sanitari o delle frontiere chiuse, i Governatori del sud dovrebbero mettere a punto progetti seri e credibili per usare i soldi del Mes per potenziare gli ospedali (ed evitare danni gravissimi in caso di nuovi focolai del covid-19) e per mettere in sicurezza le economie locali.

Pur con tutti i controlli e le sicurezze che valgono nel resto d’Italia, non uccidere il turismo e la ristorazione delle loro regioni è un obbligo dei Governatori per non aggravare la crisi economica che ormai incombe su tutti.
di Alberto Lupini
direttore
Alberto Lupini
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