Agriturismi sempre più
al verde. Senza il Natale
in fumo 1 miliardo
Secondo la Coldiretti 2 strutture su 3 (68%) sono già chiusi nelle regioni rosse e arancioni. Ma non si lavora nemmeno nelle zone gialle. Delivery e asporto impossibili. Dopo il lockdown totale della primavera e l'estate senza stranieri, il colpo di grazia arriverà dalle limitazioni di fine anno.
Chiusure totali in zone rosse, delivery e asporto quasi impossibili (viste le location spesso isolate), pausa pranzo nelle zone gialle che non salva e ora il Natale in famiglia: il presente, e l’immediato futuro, degli agriturismi è orami sempre più nero. Anche se c’è chi in questo buio cerca di accendere un lumicino. Ci prova, ad esempio, Turismo Verde, l'associazione per la promozione agrituristica di Cia-Agricoltori Italiani, che lancia la campagna #sostieniltuoagriturismo.
Nel 2020 perdite per un miliardo
Numeri alla mano, secondo la Coldiretti (che, basandosi sui dati Istat al primo gennaio 2020, ha analizzato le possibili conseguenze del settore all’incentivo di mini-feste di fine anno in famiglia) salgono, così, a oltre 1 miliardo le perdite degli agriturismi italiani nel 2020.
D’altronde, più di 2 strutture su 3 (68%), per un totale di 16658 agriturismi, sono chiusi nelle regioni rosse e arancioni, ma una forte riduzione dell’attività si registra anche per quelli nelle zone gialle.
E ora, dopo il lockdown totale a Pasqua e all’estate senza stranieri, l’impossibilità, quasi certa, di poter contare sul Natale per avere una boccata d’ossigeno sta per dare il colpo di grazia a uno dei settori fiori all’occhiello del turismo italiano.
Circa 1,5 miliardi di euro il giro d’affari nel 2019
Un comparto che conta 24576 strutture con 493319 posti a tavola e 285027 posti letto e che lo scorso anno ha sviluppato un valore di 1,5 miliardi di euro, grazie a poco più di 14 milioni di presenze, delle quali ben 8,2 milioni provenienti dall’estero (elaborazione Coldiretti su dati Istat relativi al primo gennaio 2020).
Altro che “verdi”, gli agriturismi sono rossi, arancioni e gialli
La mappa delle zone rosse vede la Lombardia con 1688 agriturismi, il Piemonte con 1319, la Calabria con 579, la provincia di Bolzano con 3132 e la Valle d’Aosta con 61. Mentre nelle aree arancioni troviamo la Sicilia con 769 strutture, la Puglia con 933, la Toscana con 5369, la Liguria con 677, l’Abruzzo con 555, l’Umbria con 1373 e la Basilicata con 203. Mentre nel resto dell’Italia se ne contano 473 in provincia di Trento, 1281 aziende nel Lazio, 1466 in Veneto, 676 in Friuli Venezia Giulia, 1197 in Emilia Romagna, 868 in Sardegna, 128 in Molise e 744 in Campania, e 1085 nelle Marche.
Necessari contribuiti a fondo perduto ed esonero tasse
In questo tragico scenario diventa essenziale per la sopravvivenza degli agriturismi poter beneficiare dell’esonero dal versamento dei contributi previdenziali in agricoltura protratto alla fine dell’anno, ma anche la possibilità di ottenere il contributo a fondo perduto.
Che poi, a guardare bene, gli agriturismi, spesso situati in zone isolate in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto, sono da considerarsi forse tra i luoghi più sicuri.
Cia, parte la campagna #sostieniltuoagriturismo
E quindi perché non seguire il consiglio di Turismo Verde, l'associazione per la promozione agrituristica di Cia-Agricoltori Italiani, che con il claim "Non aspettare domani, prenota da subito un'esperienza unica in campagna", lancia la campagna di promozione #sostieniltuoagriturismo.
Obiettivo è di non perdere la sana abitudine di organizzare un pranzo o programmare un soggiorno in uno delle 24mila strutture italiane, dove gustare piatti tipici del territorio e rilassarsi contribuendo al tempo stesso a mantenere viva l'offerta turistica nelle aree rurali.
Scegliere di pranzare nella struttura agrituristica dove è ancora possibile andare o richiedere un voucher sul modello delle smart box per un pranzo, una cena, un soggiorno nel verde, un corso di cucina anche da regalare è un modo concreto per supportare un comparto che conta 100mila addetti e che ha già perso nel 2020, a causa del Coronavirus, più di 600 milioni di fatturato su oltre 1 miliardo di euro annuo in media e oltre 295 milioni di presenze.
«È una campagna - spiega il presidente nazionale di Turismo Verde Cia, Giulio Sparascio - che rappresenta la forte volontà di mantenere attiva l'offerta di servizi nelle aree rurali, di non far spegnere quella luce che gli stessi agriturismi hanno acceso in tanti borghi italiani, creando negli anni un turismo sostenibile e lento costruito sull'esperienza e sull'economia delle relazioni umane, in connessione con paesaggio, cultura ed enogastronomia, favorendo percorsi di sviluppo locale e opportunità di lavoro soprattutto per i giovani. Tutto questo è ora messo a rischio dagli effetti della pandemia ed ecco perché, gli agriturismi hanno bisogno del sostegno di tutti, specialmente degli ospiti più affezionati».italiatavola
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