La Venezia del 2022?
Tornelli e accesso
da prenotare
e torna al centro del dibattito la questione del “contributo d'accesso” alla città assieme alla regolamentazione dei flussi attraverso i “tornelli” in alcuni punti nevralgici per la circolazione.
Il prossimo anno - come già annunciato in varie occasioni dagli amministratori - partirà la gestione attiva dei flussi turistici giornalieri, la cui sperimentazione era stata avviata in alcune occasioni come il Carnevale, ma poi frenata dal Covid-19.
Un sistema di varchi elettronici situati nei punti di accesso e un'app che consentirà di prenotare e di pagare il contributo di accesso, volgarmente noto come "tassa di sbarco", previsto dalla Legge di Bilancio per il 2019 ma mai partito.
Dal pagamento saranno esentati i residenti, i pendolari e altre categorie. I primi tornelli potrebbero essere “testati” dai dipendenti del Comune e delle società partecipate nell'isola del Tronchetto, poi alla stazione ferroviaria e a Piazzale Roma. Il sindaco Luigi Brugnaro lo aveva anticipato l'11 luglio scorso, quando fu presentata la Fondazione per Venezia Capitale mondiale della Sostenibilità.
«Ci saranno dei tornelli come quelli del supermercato - aveva detto - e con una 'app' si potrà passare, in base alla disponibilità che si ha. Se uno è un cittadino, avrà sempre la “chiave” del cancello, se uno è un ospite ce l'avrà per il periodo in cui è ospite. Con il contributo d'accesso possiamo usare la leva finanziaria per dissuadere le persone che non hanno prenotato l'ingresso alla città. Nell'arco di uno, due o tre anni, vedremo come andrà la pandemia, ma Venezia non si fermerà». Di fronte ai disagi e alle resse, soprattutto agli imbarcaderi dei vaporetti, che si sono registrati in questi giorni, si sono levate le voci delle opposizioni.
«Dopo sei anni l'amministrazione non ha ancora avviato alcun piano per la gestione e programmazione del turismo - ha dichiarato Monica Sambo, capogruppo comunale del Pd - Il Comune ha ricevuto innumerevoli risorse statali per la gestione e programmazione del turismo. Basta solo ricordare i 10 milioni del Patto per Venezia. Purtroppo la giunta Brugnaro ha deciso di destinare questi fondi per altre funzioni assolutamente non condivisibili, come ad esempio i milioni di euro dirottati sul Salone nautico».
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