lunedì 14 febbraio 2022

Vino e cancro, Eurodeputati italiani uniti: Fermare le esasperazioni

 

Vino e cancro, 

Eurodeputati italiani uniti: 

Fermare le esasperazioni

Gli europarlamentari sono compatti, nell'arco di tutte le delegazioni, nel proteggere il vino da un eccessivo «furore ideologico» che rischia di mettere sotto accusa l'intera filiera. Si lotta anche per il difendere il Prosecco


L’unione fa la forza, così si . O almeno così si spera. Sta di fatto che gli europarlamentari italiani sono compatti, nell'arco di tutte le delegazioni, nel proteggere il vino da un eccessivo «furore ideologico» che rischia di mettere sotto accusa l'intera filiera, simbolo anche del Made in Italy. Il campo di battaglia è il testo finale della relazione della commissione speciale contro il cancro (Beca) dell'Eurocamera. Non a caso sul documento si è abbattuta una pioggia di emendamenti, in particolare per indicare una distinzione fra "abuso" e "consumo moderato" nonché l'esclusione di etichette di avvertenza sanitaria (tipo tabacco) previsto al momento per le bevande alcoliche. La relazione - che non ha natura di atto legislativo ma d'indicazione - si occupa di prevenzione al cancro e s'inserisce nel quadro della lotta ai tumori messa in campo dalla Commissione, per arrivare a un vero e proprio piano europeo.

Si guardi all'abuso, non al consumo Vino e cancro, Eurodeputati italiani uniti: Fermare le esasperazioni

Si guardi all'abuso, non al consumo


Consumo moderato e abuso sono molto differenti

L'alcol, come il fumo, è naturalmente un fattore concomitante nella nascita delle varie patologie ma, sostengono i capi delegazione italiani al Parlamento, un conto è il consumo moderato di vino, secondo la migliore tradizione della dieta mediterranea, tutt'altro paio di maniche l'abuso.

Fermare la visione esasperata

Secondo Raffaele Fitto (Ecr/Fratelli d'Italia) è dunque necessario fermare «una visione esasperata», che «rischia di compromettere il buon lavoro svolto sul testo generale» e «travolgere il settore vitivinicolo italiano». Luisa Regimenti, del Ppe/Forza Italia, dal canto suo ricorda che la relazione, anche se dovesse essere adottata così com'è, «non avrebbe alcun effetto pratico nell'immediato», dunque nessuna etichetta “sgradevole” sulle bottiglie di vino. Però c'è un però. «L'indicazione comunque va a dare un indirizzo alla Commissione Ue che poi a un certo punto interverrà in senso legislativo», ha sottolineato Brando Benifei (S&D/Partito Democratico). Meglio dunque intervenire a monte. E su questo, oltre al “blocco” italiano, si registra una certa convergenza transnazionale nei gruppi, dunque gli emendamenti di correzione potrebbero, alla fine, avere la meglio rispetto al testo attuale. Ma la Plenaria di Strasburgo di febbraio avrà un'altra digressione vinicola: all'ordine del giorno, giovedì, in Aula è prevista la discussione sulla diatriba italo-croata tra Prosecco e Prosek.

Sul tavolo anche Prosecco vs Prosek

Diatriba che, finora, ha visto la Commissione dare ragione a Zagabria. «È scandaloso che sia stato avviato l'iter di riconoscimento del Prosek, che è una colossale operazione di taroccamento contro il Made in Italy», ha sottolineato l'eurodeputata leghista Mara Bizzotto che ha chiesto che il caso approdasse in Plenaria.iat

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